Questo 2009 è stato dedicato all’astronomia e tanto per essere in sintonia con il termine mi sono preoccupato di provocare un ritardo astronomico nelle mie settimanali bollicine, l’ultima delle quali credo risalga a un periodo commensurabile con il giurassico. Oggi riprendo il dialogo coi miei (presunti) lettori chiedendo scusa (o “venia” tanto per usare un termine gaddiano) innanzitutto al mio editore (l’amico Luciano Simonelli) che per l’appunto mi offre questa possibilità di appiccicare parole su questi fogli di carta virtuali.
Sì, virtuali perché ormai la carta è stata soppiantata dallo schermo e se ne fa un uso sempre più limitato mentre ricordo che una volta, quando Berta filava e quando noi ficcavamo i polpastrelli sui tasti della tanta cara “Lettera 22”, era una vera e propria strage di fogli di carta, quelli belli e bianchi della “quadretta” anche se di quadri non ce n’era nemmeno uno e su questi fogli immacolati si scrivevano righe e righe, interminabili processioni di formichine nere sulle quali, di tanto in tanto, cadeva il bianchetto per correggere un errore di battuta oppure si frapponeva fra il martelletto e la carta una strisciolina di carta, chiamata correttore, che aveva il miracolo di far scomparire la lettera fuori posto.
Ma si dava il caso che a volte si generavano pasticci, o pasticciacci per meglio dire, e così si strappava la carta e la si buttava con rabbia nella geenna del cestino, quella Geenna che ha sempre rappresentato l’Inferno, sapete, quel luogo il cui pavimento è lastricato di buone intenzioni, e uno magari pensa che sia uno spazio che appartiene alla toponomastica dell’aldilà e invece è una piccola valle scavata dal fiume Hinnon presso il monte Sion.
Il suo nome deriva dall’ebraico “ghe-hinom” che significa proprio “Valle dell’Hinnon”, ecco cosa succede quando uno è bravo in geografia, ma intanto mi sono accorto che tutto questo discorso non c’entra proprio niente con l’anno della astronomia che poi è anche l’anno di Galilei, il grande scienziato che un giorno, anzi una notte, trovandosi con un cannocchiale in mano, disse: "vediamo cosa succede se questo affare lo punto verso il cielo".
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Poveretto, non l’avesse mai fatto perché oltre a tante belle scoperte scoprì anche tanti guai. Fu perfino condannato e obbligato alla rinuncia delle sue idee ma qui non volevo parlarvi del processo di Galileo
ma di una questioncella di cui si è parlato proprio in questi giorni quando dall’Inghilterra è piovuta la notizia che la prima mappa lunare non fu redatta da Galilei, ma da un astronomo e matematico inglese, tal Thomas Harriot, un nome per lo più sconosciuto all’uomo della strada (la nostra cultura è proprio maschilista, tu dici “uomo della strada” e non succede niente, ma se ti scappa di dire “donna di strada”…).
Dunque fu questo Harriot, che io conoscevo (non personalmente ovviamente), a redigere una prima mappa lunare, questione di mesi, una quisquilia o pinzillacchera d’accordo, ma intanto Harriot disegnò la mappa nel luglio del 1609 mentre Galilei fece i suoi disegni solamente nel novembre dello stesso anno e così in Inghilterra stanno preparando una mostra per annunciare al mondo intero questo che gli inglesi considerano uno scoop, ma evidentemente nessuno di questi signori ha letto la biografia che Stillman Drake nel 1978 dedicò a Galilei (tradotta in italiano dalle edizioni del Mulino dieci anni dopo) dove si legge che Harriot arrivò prima di Galilei e dunque non si sa bene dove sia lo scoop.
Ma nell’anno dell’astronomia tutto fa brodo.
E intanto, che sbadato, mi sono accorto che nella fretta di compicciare questo testo mi sono completamente dimenticato che questa è la prima bollicina dell’anno di grazia 2009 e pertanto ancorché in ritardo mi pregio (che brutto termine, lo convengo) di formularvi i miei migliori auguri per un prospero e felice 2009 e dal momento che siamo in crisi ed è bene essere parsimoniosi anche con gli auguri facciamo così, vi auguro un sereno 2009 limitatamente al primo semestre e così il prossimo primo di luglio potrò avere il piacere di completare gli auguri estendendoli ai rimanenti sei mesi.
Le crisi si combattono anche così, essendo parsimoniosi perfino negli auguri.
Provare per credere.
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(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è stato dal 1985 al 2008 direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire. E' direttore responsabile della rivista Gnomonica e redattore di Nuova Civiltà delle Macchine. Presidente del comitato ravennate della "Dante Alighieri" è autore di numerosi saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007).
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