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di memoria, cultura e molto altro...

 

Rubrica ad aggiornamento settimanale

Ravenna, 30 maggio 2004

 

 

 

 

 

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"Allegria!": Mike Bongiorno ha 80 anni
Auguri al popolare presentatore televisivo che sta insegnando al popolo del tubo catodico un modo di vivere la “terza età” senza pantofole e plaid sulle ginocchia.

Ditemi voi come si fa a non parlare di Mike Bongiorno adesso che ha appena tagliato il traguardo degli ottant’anni, cinquanta dei quali trascorsi in televisione a dispensare sogni, gaffes clamorose e quizzerie d’ogni sorta. Lo conobbi quando ero ragazzino non ancora liceale e quella sua aria smarrita da bravo ragazzo mi conquistò immediatamente. E poi assomigliava straordinariamente a un Donald O’Connor con gli occhiali, lo ricordate?, era il partner di Francis “il mulo parlante” (al quale aveva prestato la voce Mario Besesti) che tanto deliziò le platee con una serie di film veramente spampanati e fuori di testa (tutti diretti da Arthur Lubin), ma all’epoca, gli ingenuoni anni Cinquanta, ricordo che andavo al cinema in trasferta serale con tutta la famiglia per vedere questo capolavoro di mulo che parlava solo al suo padrone e che invece si intestardiva (come un mulo, si capisce) quando lui pretendeva di farlo parlare “coram populo” né si capiva bene se il comportamento fosse dettato da timidezza o da mulaggine congenita. Mah! A quei tempi, in verità, consideravo Mike e Francis due entità staccate, ma oggi pensando a questa “strana coppia” mi vien fatto di offrirvi una considerazione che potete considerare assolutamente inedita: Mike, infatti, il suo “mulo parlante” l’aveva eccome e si chiamava “televisione”, uno strano animale che all’epoca stava emettendo i suoi primi ragli. E dunque la somiglianza con O’Connor aveva radici ben più profonde.
Mike mi è pure simpatico perché è nato di maggio, come me, e i “maggiolini” sono tutti speciali. Sicuramente non è vero, ma è bello pensarlo. “Maggiolini” di tutto il mondo uniamoci e teniamo alta la bandiera del nostro mese, che è per davvero straordinario. Forse vi nacque addirittura Dante, anche se paragonare Dante a Mike mi sembra troppo. Eh sì.
Col suo grido “Allegria!” il Mike nazionale ha fatto arruffare il naso a più di un intellettuale, ma lui continua imperterrito a quizzare e a presentarsi alle platee delle poltrone e dei salotti buoni con tutti il suo repertorio in difesa dei valori che costituiscono il bagaglio etico degli italiani.
Giustamente alcuni giorni fa gli hanno dedicato uno “speciale” alla tivù perché Mike è la tivù e questo non si discute proprio. Umberto Eco scrisse perfino un famoso saggio intitolato, mi sembra, “Fenomenologia di Mike Bongiorno”, e che a suo tempo lessi ma che ora non ricordo più, a dimostrazione che a questo mondo tutto passa, perfino l’austero verbo di Eco, mentre Mike è ancora lì a sorriderci dai teleschermi. Adesso recita la parte del nonno coi bravi nipotini di “Genius”, un programmino carino anche se talvolta si dimostra poco “genius” per certi svarioni. Ne ricordo due a caso, uno sul numero delle stelle visibili ad occhio nudo (con risposta errata o domanda formulata male) e l’altra sul “bramire”, che la trasmissione ha attribuito all’orso mentre ci hanno sempre insegnato che i titolari del “bramire” sono i cervi. Ma in tutto questo Mike non c’entra.
Auguri, dunque, carissimo Mike, che stai insegnando al popolo del tubo catodico un modo di vivere la “terza età” senza pantofole e plaid sulle ginocchia. Lui, infatti, continua a far sport e a mantenersi in ottima forma. E poi, via, ammettiamolo, almeno una volta nella vita siamo stati tentati dai suoi quiz e abbiamo provato gusto a rispondere ai suoi quesiti per far bella figura davanti a parenti ed amici raccolti attorno al focolare televisivo.
Mike, dunque, è ancora sulla breccia e se sa mantenersi saldo sulla tolda a far l’occhiolino alla gente dal teleschermo (uno straordinario tritatutto in fatto di personaggi), qualcosa vorrà pur dire. Credo invece che Mike sia una persona dall’intelligenza fina e che magari alla sera se ne sta chiuso in casa a studiare le gaffes da dare in pasto alle platee degli intellettuali da salotto, che si mostrano scandalizzati e si chiedono come mai il “sistema” consenta di dare tanto spazio a un personaggio di quella taglia. E invece, guarda caso, Mike recita soltanto la parte dello svanito, e lo fa a beneficio di una platea dove invece l’imbecillità regna sovrana. Insomma Mike è un grande che foraggia l’italiano medio di tutto quello di cui ha bisogno per sentirsi orgogliosamernte tale. E io mi permetto di dedicargli questa “bollicina” di auguri.

Franco Gàbici


Simonelli Editore consiglia di leggere:
Gadda - Il dolore della cognizione  di Franco Gàbici
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Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002) .


 

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