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"Allegria!": Mike Bongiorno ha 80 anni
Auguri al popolare presentatore televisivo che sta insegnando
al popolo del tubo catodico un modo di vivere la “terza età” senza pantofole e
plaid sulle ginocchia.
Ditemi voi come si fa a
non parlare di Mike Bongiorno adesso che ha appena tagliato il traguardo
degli ottant’anni, cinquanta dei quali trascorsi in televisione a
dispensare sogni, gaffes clamorose e quizzerie d’ogni sorta. Lo conobbi
quando ero ragazzino non ancora liceale e quella sua aria smarrita da
bravo ragazzo mi conquistò immediatamente. E poi assomigliava
straordinariamente a un Donald O’Connor con gli occhiali, lo ricordate?,
era il partner di Francis “il mulo parlante” (al quale aveva prestato la
voce Mario Besesti) che tanto deliziò le platee con una serie di film
veramente spampanati e fuori di testa (tutti diretti da Arthur Lubin),
ma all’epoca, gli ingenuoni anni Cinquanta, ricordo che andavo al cinema
in trasferta serale con tutta la famiglia per vedere questo capolavoro
di mulo che parlava solo al suo padrone e che invece si intestardiva
(come un mulo, si capisce) quando lui pretendeva di farlo parlare “coram
populo” né si capiva bene se il comportamento fosse dettato da timidezza
o da mulaggine congenita. Mah! A quei tempi, in verità, consideravo Mike
e Francis due entità staccate, ma oggi pensando a questa “strana coppia”
mi vien fatto di offrirvi una considerazione che potete considerare
assolutamente inedita: Mike, infatti, il suo “mulo parlante” l’aveva
eccome e si chiamava “televisione”, uno strano animale che all’epoca
stava emettendo i suoi primi ragli. E dunque la somiglianza con O’Connor
aveva radici ben più profonde.
Mike mi è pure simpatico perché è nato di maggio, come me, e i
“maggiolini” sono tutti speciali. Sicuramente non è vero, ma è bello
pensarlo. “Maggiolini” di tutto il mondo uniamoci e teniamo alta la
bandiera del nostro mese, che è per davvero straordinario. Forse vi
nacque addirittura Dante, anche se paragonare Dante a Mike mi sembra
troppo. Eh sì.
Col suo grido “Allegria!” il Mike nazionale ha fatto arruffare il naso a
più di un intellettuale, ma lui continua imperterrito a quizzare e a
presentarsi alle platee delle poltrone e dei salotti buoni con tutti il
suo repertorio in difesa dei valori che costituiscono il bagaglio etico
degli italiani.
Giustamente alcuni giorni fa gli hanno dedicato uno “speciale” alla tivù
perché Mike è la tivù e questo non si discute proprio. Umberto Eco
scrisse perfino un famoso saggio intitolato, mi sembra, “Fenomenologia
di Mike Bongiorno”, e che a suo tempo lessi ma che ora non ricordo più,
a dimostrazione che a questo mondo tutto passa, perfino l’austero verbo
di Eco, mentre Mike è ancora lì a sorriderci dai teleschermi. Adesso
recita la parte del nonno coi bravi nipotini di “Genius”, un programmino
carino anche se talvolta si dimostra poco “genius” per certi svarioni.
Ne ricordo due a caso, uno sul numero delle stelle visibili ad occhio
nudo (con risposta errata o domanda formulata male) e l’altra sul
“bramire”, che la trasmissione ha attribuito all’orso mentre ci hanno
sempre insegnato che i titolari del “bramire” sono i cervi. Ma in tutto
questo Mike non c’entra.
Auguri, dunque, carissimo Mike, che stai insegnando al popolo del tubo
catodico un modo di vivere la “terza età” senza pantofole e plaid sulle
ginocchia. Lui, infatti, continua a far sport e a mantenersi in ottima
forma. E poi, via, ammettiamolo, almeno una volta nella vita siamo stati
tentati dai suoi quiz e abbiamo provato gusto a rispondere ai suoi
quesiti per far bella figura davanti a parenti ed amici raccolti attorno
al focolare televisivo.
Mike, dunque, è ancora sulla breccia e se sa mantenersi saldo sulla
tolda a far l’occhiolino alla gente dal teleschermo (uno straordinario
tritatutto in fatto di personaggi), qualcosa vorrà pur dire. Credo
invece che Mike sia una persona dall’intelligenza fina e che magari alla
sera se ne sta chiuso in casa a studiare le gaffes da dare in pasto alle
platee degli intellettuali da salotto, che si mostrano scandalizzati e
si chiedono come mai il “sistema” consenta di dare tanto spazio a un
personaggio di quella taglia. E invece, guarda caso, Mike recita
soltanto la parte dello svanito, e lo fa a beneficio di una platea dove
invece l’imbecillità regna sovrana. Insomma Mike è un grande che
foraggia l’italiano medio di tutto quello di cui ha bisogno per sentirsi
orgogliosamernte tale. E io mi permetto di dedicargli questa “bollicina”
di auguri.
Franco Gàbici
Simonelli Editore consiglia di leggere:
Gadda - Il dolore della
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Franco Gàbici
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Franco Gàbici
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del
Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista
pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani
Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze"
de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante
Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di
cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col
Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di
don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano
("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli
Editore, 2002) .
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