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Sono nati
I Libri dell'Istrice - Cultura, Attualità & Molto Altro -
Preziosi volumi a tiratura limitata che saranno poi "ristampabili"
soltanto in formato eBook oppure "on demand"
Primo titolo:
Franco Gàbici «Gadda - Il dolore della cognizione»
Una lettura scientifica dell'opera gaddiana - Isbn 88-86792-40-9
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rischierà di trovarlo già esaurito e lo riceverà comodamente a casa al
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La matematica,
stando ai dati statistici relativi alle iscrizioni degli studenti alla
facoltà, sembra essere in crisi. Leggo questo allarme sulla prima pagina
di Tuttoscienze che ogni settimana confeziona il mio amico Piero
Bianucci e la notizia non può passare sotto silenzio, perché la
matematica è la matematica, che diamine. Certo, poverina, la matematica
ha il difetto di essere una disciplina difficile (ma anche la fisica o
l’astronomia mica scherzano) e soprattutto “astratta”, perché i
matematici sembrano proprio navigare alcune spanne sopra i crani
dei comuni mortali. Aprite un libro di "analisi" o di "matematica
superiore" e ve ne renderete conto immediatamente.
E poi la matematica si porta dietro un
antico peccato originale che affonda le sue radici in quei problemi
assurdi che terrorizzavano gli alunni soprattutto delle scuole medie
inferiori. I problemi avevano quasi tutti lo stesso scenario del bagno
di casa, con la sola differenza che mentre una persona normale tappava
la vasca e apriva il rubinetto per poter fare il bagno, il matematico
apriva il rubinetto lasciando aperto lo scarico e, infischiandosene del
contatore che segna l’inutile spreco del prezioso liquido, se ne stava
pensoso sul limitare della vasca a verificare entro quanto tempo si
sarebbe riempita. Valli a capire i matematici! Anch’io, nel mio piccolo,
mi ero fatto un’idea abbastanza strana, che fosse gente un po' così.
E invece la matematica è la base di
tutto. Per i Pitagorici "tutto è numero" e il grande Leonardo da Vinci
scrive che "nessuna umana investigazione si può dimandare vera scienza
se essa non passa per le matematiche investigazioni".
Per Galilei, inoltre, il linguaggio della
natura era "matematico" e non si scopre di certo l’acqua calda se si
afferma che la matematica è il linguaggio della fisica.
E la "sezione aurea" dove la mettiamo?
Provate a tracciare su di un foglio di carta dei rettangoli. Tracciatene
pure in quantità industriale, ma quello in cui il rapporto fra la base e
l’altezza vale 0.618… è sicuramente il più bello e il più armonico. E
tutto questo per via della "sezione aurea". E sapete che cos'è questa
"sezione aurea"? Considerate un segmento di estremi A e B e su di esso
tracciate un punto C in modo che AC risulti essere "medio proporzionale"
fra l’intero segmento AB e la parte che resta CB. Se AB vale 1, la sua
"sezione aurea" vale proprio 0.618 e se non ci credete risolvete la
proporzione che fa riferimento a questa figura:
A--------C----------------B
AB = 1
AC = x
CB = 1-x
1:x = x:(1-x)
da cui uguagliando il prodotto degli
"estremi" a quello dei "medi" risulta:
1.(1-x) = x2
e dunque
1-x = x2
e ordinando
x2
+ x – 1 = 0.
Ma questa è una banale equazione di
secondo grado che, una volta risolta e scartato il valore negativo, dà
come risultato proprio 0.618…
Non mancano le definizioni bizzarre.
Bertrand Russell, che fra l’altro era un matematico, disse che "la
matematica è quella scienza nella quale non si sa di quel che si parla e
non importa se quel che si dice sia vero o falso". Fate voi.
Eppure la matematica riesce ancora a dare
il suggello della veridicità ai ragionamenti. Si dice, infatti, che il
tal ragionamento "è matematicamente dimostrato" e dunque non ci sono
dubbi.
Non tutto però è così semplice. La
proprietà commutativa stabilisce che AxB è uguale a BxA e questa
certezza me la sono portata appresso fino a quando non mi sono
cimentato, all’università, con lo studio degli "operatori" in meccanica
quantistica, dove ho imparato, con mia grande sorpresa devo dire, che
l’algebra degli operatori non è commutativa e che AxB non è affatto
uguale a BxA. Mah!
Però c’è una faccenda che non ho mai
capito. La matematica è esattezza, è rigore, è la cartina di tornasole
per verificare le certezze, però quando uno comincia a dar di matto mica
si dice: "Quello, poverino, si è messo a parlare in greco o a recitare
la Divina commedia…". No. Si dice invece: "Quello, poveraccio, si è
messo a dare i numeri!". I "numeri", dunque, diventano il ponte che
mette in comunicazione il mondo cosiddetto "normale" con l’iperuranio
della pazzia. Il cerchio si chiude e giustifica forse l’antico aforisma
che genio e pazzia sono sempre andati a braccetto. E in effetti chi
passa il proprio tempo nella stanza da bagno per riempire la vasca nella
maniera più complicata, deve avere davanti a sé già la strada tracciata.
E poi, diciamocelo, un po' di pazzia non guasta mai.
Franco Gàbici
Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è
direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna.
Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai
quotidiani Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e
all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione
ravennate della "Dante Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di
cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col
Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di
don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano
("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione"
(Simonelli Editore, 2002) .
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Simonelli Editore
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