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di memoria, cultura e molto altro...




Rubrica ad aggiornamento settimanale

26 dicembre  2003

 

 

 

 

 

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Per il 2004, l'unico oroscopo valido
dipende dalla nostra volontà di vivere bene

Ma non basta volere, bisogna anche essere fortunati perché se uno è nato per il verso sbagliato ha voglia di volere... però non abbassiamo la guardia e cerchiamo di vivere la vita con tutte le nostre forse e con gran volontà

Citare Giacomo Leopardi e il suo venditore di almanacchi non sarà certo un campione di originalità, ma è pur sempre un modo dotto ed elegante per iniziare queste considerazioni sull’anno che termina e su quello che sta per iniziare e che già, poveretto, dovrà sopportare un quantitativo indicibile di sciocchezze sul fatto della sua incolpevole "bisestilità".
Vado già immaginando gli astrologi che stanno riscaldando i loro globi di vetro alla ricerca di quelle previsioni che poi la fine del 2004 smentirà punto per punto perché, sia chiaro, se ci azzeccano, state pur certi, è solamente per una mera questione di calcolo delle probabilità e non certo perché siano riusciti a leggere il destino fra le stelle, che Guido Piovene definì "fredde" e che invece sono calde, anzi caldissime, dentro alla pancia del Sole ci sono almeno 20 milioni di gradi, quanto basta per innescare quella fusione che trasforma nuclei di idrogeno in elio con conseguente emissione di una quantità incredibile di energia, pensate che il tepore del Sole è dovuto al fatto che dentro alla nostra stella in un secondo (sì, avete letto bene, in un secondo) ben 600 milioni di tonnellate di idrogeno si trasformano in elio, ma allora quanto è grande il mondo nel quale siamo immersi!, e dopo tutto il Sole è una stella fra le tante e nemmeno fra le più grandi. Ecco, io vi invito a pensare a tutte queste cose anziché perder tempo a pensare se il 2004 sarà felice o pessimo, tanto non è che dipenda da noi e poi se il 2004 è "bisesto" non deve importarci nulla specie se consideriamo che è tutta questione di calendario e che anche per i calendari esiste una specie di peccato originale, risalente non certo ai tempi di Adamo ed Eva, che sarebbe davvero troppo, ma a tempi relativamente recenti perché un certo Dionigi il Piccolo si sbagliò nel determinare la data di nascita di Gesù e, se è vero che nessuno è perfetto e che gli errori lastricano purtroppo le nostre strade, è anche vero che ci sono degli errori che hanno effetti straordinari e che durano nel tempo, come l’errore di questo monaco che si trasmette di calendario in calendario.
Insomma, a farla corta, se avesse azzeccato la data di nascita di Gesù, oggi noi ci troveremmo più o meno intorno al 2010 (ma anche qui ci sarebbe da introdurre la questione dell’anno zero, ma è meglio lasciar perdere) e allora vedete come tutto sia relativo e come siano inconsistenti le chiacchiere che si vanno tessendo attorno a questi argomenti che non dovrebbero avere cittadinanza in una società moderna e scafata che è riuscita ad andare sulla Luna, che ha inventato il computer, la carta igienica che non si strappa nel senso della punteggiatura, l’"Isola dei famosi", "C’è posta per te" fino a momenti di altissima erogazione lacrimale come "Carramba che sorpresa" e invece, nonostante tutte queste mirabili invenzioni, ti accorgi che dentro alle zucche si è andato accumulando nel tempo pochissimo fosforo se ancora crediamo che i nostri destini siano legati alle stelle senza pensare che l’unico oroscopo valido dipende dalla nostra volontà di vivere bene, anche se la condizione è necessaria ma non certo sufficiente, non basta cioè volere, bisogna anche essere fortunati perché se uno è nato per il verso sbagliato ha voglia di volere, però non abbassiamo la guardia e cerchiamo di vivere la vita con tutte le nostre forze e con gran volontà, quella volontà che ci è sempre stata sbandierata con l’esempio di Vittorio Alfieri (ne parlai, una volta, mi sembra), quel volli sempre volli e fortissimamente volli era veramente uno slogan da sventolare, ma poi leggi Arthur Schopenhauer, di professione filosofo (lo studiai sul Lamanna in quinta liceo scientifico), e resti secco quando vieni a contatto con la sua opinione della volontà perché uno che ha scritto "Il mondo come volontà e rappresentazione" ti dice anche che "volere il meno possibile e conoscere il più possibile è la massima che ha guidato la mia vita. La Volontà è infatti l’elemento assolutamente infimo e spregevole in noi bisogna nasconderlo come si nascondano i genitali, benché siano entrambi le radici del nostro essere". E pensare ad una volontà relegata proprio là non è per niente dignitoso, soprattutto per la volontà intendo dire, e allora vai tu a capire i filosofi!
Oggi, però, non mi va di fare della filosofia, ma vorrei farvi semplicemente gli auguri di un buon 2004.

Franco Gàbici

La citazione di Schopenhauer è tratta da "L’arte di conoscere se stessi", Milano, Adelphi, 2003, p.29.


Simonelli Editore consiglia di leggere:
Gadda - Il dolore della cognizione  di Franco Gàbici
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Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002) .

 


 

 

 

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