D'accordo,
il Papa č un personaggio pubblico, perō credo che anche i personaggi pubblici
abbiano il diritto di vivere nell’intimitā il loro dolore e invece abbiamo
assistito a una squallidissima esibizione di giornalismo sciacallo che non fa di
certo onore alla categoria.
Il Papa entra nel tunnel della fine e subito in tivų arrivano i talk show perché
non si puō perdere un’occasione cosė ghiotta. Anche il dolore diventa
spettacolo, in questa nostra stupidissima societā e soprattutto per questo modo
arcistupido di pensare e di intendere la vita.
Avete mai pensato a cosa sarebbe accaduto se l’agonia del Papa si fosse
prolungata per una settimana?
Bruno Vespa avrebbe dovuto tener aperta la sua “porta a porta” in edizioni
arcistraordinarie e il bla bla sarebbe stato di una noia mortale. E poi, cari
amici, ditemi a cosa serve mostrare l’immagine di una persona sofferente e
soprattutto se sia giusto mostrare grafici, disegnini, diagrammi per mostrare
coram populo i guai di salute del Papa. Il male di Giovanni Paolo II č diventato
proprio un male urbi et orbi. E’ stato in camera operatoria e gli hanno
praticato questo e quest’altro, lo hanno dotato di una sonda per poter mangiare
e parlare, la sonda era fatta cosė e cosā, entrava da qui ed usciva di lā.
Impietose e squallidissime queste notizie.
E tutto il blaterare sulla privacy dov’č andato a finire?
Quello che viene chiamato il “diritto all’informazione” ha dato prova, lo
ripeto, di una squallidissima esibizione e ha dimostrato urbi et orbi come non
debba essere interpretato il giornalismo, quello serio intendo dire. Ma da una
televisione che ha fondato il suo potere sul quizzume idiota, sui programmi di
intrattenimento che giorno dopo dopo giorno dimostrano che non esiste limite al
peggio (per fortuna mi sembra di aver letto da qualche parte che verranno
aboliti, anche se resta sempre da vedere con cosa verranno sostituiti), su
spettacoli comici beceri e volgari non ci si poteva aspettare di meglio.
Purtroppo la nostra societā si alimenta di queste cose. Il Papa stava morendo e
i giornalisti gli hanno imbandito una bella tavola rotonda per parlare del suo
male, violando cosė uno dei sacrosanti diritti dell’uomo, quello di vivere il
dolore.
Non c’era bisogno di nessun talk show. Il Papa stesso lo č stato, col suo
esempio e con quel suo sopportare la malattia e il decadimento fisico. Lo ha
fatto, forse, per insegnare alla sua gente che la malattia non č un aspetto
dell’uomo del quale ci si debba vergognare, ma č un aspetto che va indossato con
la stessa dignitā con cui si ostentano la salute e la prestanza. Ha voluto
insegnare che il dolore fa parte della vita e che la vita va vissuta fino in
fondo.
Ma nessuno ha capito la sua grandissima lezione.
Per questo ci sono i talk show, con le facce tristi di circostanza e i soliti
bla bla. Che tristezza!
Franco Gābici
|
|
|