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Ravenna, 15 Marzo 2007
14 marzo: il
Pi greco Day
Il
14 marzo è un giorno speciale per i matematici. Nella tradizione
anglosassone, infatti, che nello scrivere le date antepone il mese al
giorno, il 14 marzo si scrive 3.14 e la cosa intriga assai perché
richiama immediatamente uno dei numeri più famosi del mondo, il famoso
“Pi greco” scritto con le prime due cifre decimali, del quale ciascuno
di noi serba affascinanti incontri ravvicinati che risalgono al tempo
della scuola elementare quando la maestra con tanto di metro a cordella
e righello ci introduceva dentro all’affascinante mistero dei numeri
facendoci toccare con mano che il rapporto fra la lunghezza di una
circonferenza e il suo diametro valeva proprio 3.14 e ciò non dipendeva
dalla grandezza dell’oggetto rotondo preso come campione. La cosa
funzionava per davvero.
Fantastico!
E proprio per ricordare questo famosissimo numero, in quasi tutti
gli istituti di matematica si celebra in questa giornata il “Pi greco
Day” che ha il suo culmine alle ore 1.59 (del pomeriggio) per ricordare
le prime cinque cifre decimali: 3.14159. Se per caso qualcuno dimentica
di celebrare la ricorrenza non è il caso di fare drammi, perché il
calendario viene incontro con un’altra data che serve egregiamente alla
causa del “Pi greco”. La data è il 22 luglio che, messa in cifre,
diventa 22.7. Se, però, al posto del punto inseriamo la barra della
divisione, il numero diventa 22/7, una divisione che dà come quoziente
3.14.
Elementare Watson!
Il “Pi greco”! Se oggi gli fanno la festa lo dobbiamo a un’idea
dell’Exploratorium di San Francisco che lanciò la proposta alcuni anni
fa per onorare questo numero che, a detta del matematico Martn Gardner,
“correttamente interpretato, contiene l’intera storia dell’umanità”. Che
cosa intendesse dire Gardner con queste parole non è dato sapere,
probabilmente non lo sapeva nemmeno lui, ma resta pur sempre una grande
frase ad effetto.
Uno dei problemi che i matematici tentano di scoprire è la sequenza
dei suoi decimali, una sequenza infinita che sembra dipanarsi senza
seguire nessuna regola. Ma è mai possibile, si chiedono i matematici,
che un numero così affascinante abbia una sequenza di decimali casuale?
Senza nessuna regola? Ma al momento non sono arrivati a capo di niente.
Il fatto è che il numero delle cifre decimali è infinito e grazie ai
computer fino ad oggi ne sono state calcolate soltanto, si fa per dire,
1200 miliardi. Pigrecisti di tutto il mondo unitevi per cercare di
risolvere l’arcano!
E di “pigrecisti” ce ne sono per davvero, perché esiste una
associazione detta degli “Amici del Pi Greco” alla quale chiunque può
iscriversi a patto che reciti a memoria le prime cento cifre decimali.
Ma esiste anche un “club dei mille” che come tassa di iscrizione
richiede invece la declamazione a memoria di almeno mille cifre
decimali. Una cosa veramente fuori di testa, eppure c’è gente che riesce
a passare l’esame e in fondo memorizzare un migliaio di cifre è ben poca
cosa se la paragoniamo al record del giapponese Akira Haraguchi, un
sessantenne che il 3 ottobre scorso ha recitato 100 mila decimali
polverizzando il precedente record di Hirovuki Goto che ne aveva mandati
a memoria solamente 42 mila! Akira ha iniziato la sua performance alle 9
del mattino e ha terminato all’una e mezza dopo mezzanotte.
Una vera maratona.
Il “Pi greco” sembra essere una malattia contagiosa e Michael Keith,
una volta beccatosi il virus della “pigrecite”, si è messo a scrivere un
racconto che inizia così: “For a time I stood pondering on circle sizes…”.
Sembra un racconto qualsiasi e invece è costruito diabolicamente per
tenere a memoria le prime 402 cifre decimali di questo stramaledetto “Pi
greco”. Il numero di lettere di ogni parola corrisponde, infatti, a un
decimale: For (3) a (1) time (4) I (1) stood (5) pondering (9) on (2)
circle (6) sizes (5) e così via.
Anche questa frase, però, aiuta a tenere a memoria le prime cifre:
“Che n’ebbe d’utile Archimede da ustori vetri sua somma scoperta?”.
Provare per credere! Il rituale della festa prevede anche menù
particolari. In quel giorno, infatti, si devono mangiare solamente
pietanze che inizino con “pi”. Qui in Romagna andremmo a nozze, perché
siamo la terra della Pi(adina) e dunque potremmo anche noi festeggiare
il simpatico numero.
Ma le sorprese non sono terminate. Il numero 3.14 richiama la data
del 14 marzo e proprio di 14 marzo (del 1879) nacque il grande Albert
Einstein. Una coincidenza? Mah. E se fosse invece un ulteriore indizio
della straordinarietà di questo numero che moltiplicato per il diametro
fornisce la lunghezza della circonferenza? Questo “Pi greco” è veramente
magico.
Franco Gàbici
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Franco Gàbici
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del
Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista
pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani
Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze"
de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante
Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di
cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col
Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di
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