A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
di memoria, cultura e molto altro...
Ravenna, 23 agosto 2005
n.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
101
102
103
104
105
106
107
108
109
110
111
112
113
114
115
116
117
118
119
120
121
122
123
124
125
126
127
128
129
130
131
132
133
134
135
136
137
138
139
140
141
142
143
144
145
146
147
148
149
150
151
152
153
154
155
156
157
158
159
160
161
162
163
164
165
166
167
168
169
settimane
...e se il falso
"Piano Man" ci avesse fatto riscoprire il piacere del silenzio?
Gli avevo pure
dedicato una Bollicina e, sì, lo ammetto, la sua storia mi aveva pure
affascinato. E invece, come si dice, mai dire mai, perché leggo sui giornali che
la storia era solamente una bella invenzione. E il sogno del pianista smemorato
che aveva intenerito i cuori di mezzo mondo svanisce alla fine di questa estate
pazzerella che ha regalato poco sole. “Piano man”, insomma, non esiste, non è
mai esistito, ma in compenso è esistito un giovane psichiatra che si è preso
burla di tutto un sistema sanitario innescando la storia del pianista smemorato.
Peccato! Peccato davvero!
Purtroppo le burle fanno parte del nostro mondo. Penso ai falsi Modigliani di
alcuni anni fa, ad esempio. E potrebbe essere a burla anche il famoso teorema di
Fermat, la cui soluzione sembra essere stata avanzata proprio in questi giorni.
Non è la prima volta, però, che un matematico annunci urbi et orbi di aver
risolto il teorema di Fermat ma questa volta, come tutte le volte del resto,
sembra essere quella buona. Arriva dalla Russia.
La storia del teorema è curiosa e si legge in tutti i libri di divulgazione
matematica. Pierre de Fermat, che è vissuto nella prima metà del Seicento, sta
leggendo un testo di matematica quando si sofferma su una “identità” e conclude
affermando che non possono esistere soluzioni intere positive alla relazione
an+bn=cn con n maggiore di 2. E accanto a questa relazione si legge una nota
scritta di suo pugno che avrebbe fatto scervellare i matematici di tutto il
mondo. In sostanza Pierre dice di aver trovato la dimostrazione ma che questa è
troppo lunga per poter essere contenuta nello stretto margine del foglio del
libro che sta leggendo. Evidentemente Pierre non disponeva di carta e matita e
la cosa è quanto meno strana perché carta e matita dovrebbero essere le
inseparabili amiche di qualsiasi matematico. Però dobbiamo credergli sulla
lunghezza della dimostrazione. Andrew Willes, che annunciò una decina di anni fa
di essere arrivato a capo del teorema, presentò infatti una dimostrazione di ben
duecento pagine. Può darsi che anche questa sia una bufala, come quella di
“piano man” e come tutte le bufale del mondo. E magari sarà una bufala anche
questa bizzarra estate.
Sto scrivendo di fronte alla tela grigia del cielo in un clima desolatamente
autunnale. Nel vento di agosto Cardarelli annusava già l’autunno, ma non occorre
essere poeti per avere la certezza che l’estate sia ormai finita. Il vento
accarezza le cime degli ombrelloni, che sembrano tante sentinelle di fronte
all’ansimare del mare.
Quel mare che alcuni mesi fa partorì non una Venere fra le sue schiume, ma uno
smarrito “Piano man”, che poi smarrito non lo era affatto. E siccome questo
giovanotto non ha parlato per quattro mesi, la sua avventura potrebbe essere
considerata una bella lezione per questi nostri tempi dove si chiacchiera
troppo. Troppo bla bla. Siamo letteralmente sommersi da uno tsunami di parole
che ci travolge senza misericordia. Il silenzio non abita più fra noi.
L’imperativo è chiacchierare sempre e comunque. E allora “Piano man”, che è
riuscito a non parlare per quattro mesi, è da considerare quasi un eroe. Un eroe
del nostro tempo. Restano comunque sconosciuti i motivi di un gesto del genere.
Forse per farsi un po’ di pubblicità. Sta di fatto che “Piano man” ha fatto
nuovamente perdere le proprie tracce ed è sparito nel nulla. Verrebbe quasi da
pensare che sia un extraterrestre sceso in mezzo a noi per ricordarci la bella
dote del silenzio! Fiato sprecato, però.
Si chiedeva Giuseppe Ungaretti in “Poesie disperse”
Ho popolato di nomi il silenzio
Ho fatto a pezzi cuore e mente
Per cadere in schiavitù delle parole?
Pare di sì. Siamo proprio schiavi delle parole.
Franco Gàbici
Simonelli Editore consiglia di leggere:
Gadda - Il dolore della
cognizione di
Franco Gàbici
Basta una e-mail a
ed@simonel.com per
riceverlo comodamente a casa contrassegno
...e ora anche in
versione
SeBook, SimonellielectronicBook, l'Economica
On Line
Franco Gàbici
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del
Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista
pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani
Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze"
de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante
Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di
cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col
Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di
don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano
("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli
Editore, 2002) .
|