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di memoria, cultura e molto altro...
Ravenna 11 maggio 2005
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E' in arrivo l'energia pulita
Anche se probabilmente la potranno godere i nostri
figli o nipoti è importante che si sia ormai individuata la strada per
arrivare a produrla.
L'unione fa la forza. La saggezza
popolare, anche senza sapere di fisica atomica, lo ha sempre sostenuto e adesso
sembra che l'antico adagio stia per dare i frutti desiderati. Sta per partire,
infatti, un programma che porterà in tempi relativamente brevi la realizzazione
di un reattore nucleare che produca finalmente energia pulita, così la gente
starà più tranquilla e il nucleare cesserà di essere demonizzato.
Il trucco sta nel fondere assieme nuclei di Idrogeno e trasformarli in Elio, una
faccenda che detta così sembrerebbe essere una roba da ridere e invece è una
cosa complicata perché mica puoi prendere due nuclei di Idrogeno e attaccarli
insieme come se fossero due pezzetti di Lego, eh no, sarebbe troppo facile, in
natura ci sono leggi ben precise e sembra che due cose simili avvertano
reciproche fastidiose simpatie nel nome delle quali le cariche elettriche uguali
si respingono e due nuclei di idrogeno pure. Ma il termine "impossibile" non
esiste nel vocabolario della fisica e così da tempo gli scienziati hanno
studiato la questione e sono venuti alla conclusione che per far avvicinare due
nuclei di idrogeno per farli "fondere" occorre metterli in ammollo in un bagno
di calore dell'ordine di qualche decina di milioni di gradi, perché solo così i
due nuclei possono abbracciarsi appassionatamente e generare quantità
incredibili di energia.
Elementare, Watson, ma queste decine di milioni di gradi dove li andiamo a
pescare?
Semplicissimo, da una bomba atomica.
Questi aggeggi, infatti, sono in grado di produrre elevatissime temperature e
solamente a quelle condizioni è possibile realizzare la fusione dei nuclei
leggeri. E in effetti il miracolo fu realizzato, facendo esplodere la prima
bomba H. Il problema, però è quello di creare la fusione senza far scoppiare
nulla e pertanto occorrerebbe realizzare una fusione controllata che consenta il
rilascio graduale di energia, energia poreziosa perché quella creata dalla
fusione dei nuclei è energia pulita, senza scorie, ed è proprio quella che
andiamo cercando.
Se ai nuclei leggeri...piace caldo, non è detto che bisogna accontentarli e così
qualche anno fa fece assai scalpore la cosiddetta "fusione fredda", che poi si
rivelò una bufala, ma adesso sembra che stiamo sulla buona strada perché stanno
costruendo un reattore che realizzerà in Terra il sogno di Prometeo. Un reattore
nucleare che funziona a fusione, infatti, non fa altro che riprodurre in piccolo
il procedimento che avviene nel nucleo del Sole (e ovviamente nell'interno di
tutte le stelle) e così gli uomini avranno la sensazione di aver veramente
rubato il segreto del fuoco agli dei.
Il reattore si chiama Iter e il nome è tutto un programma. Facciamo gli
scongiuri, ma al termine "iter" è in genere associato l'aggettivo "burocratico",
e i due termini, fusi assieme, danno origine a tempi straordinariamente lunghi.
E tanto per far onore al proprio nome, i primi effetti di Iter si vedranno
almeno fra trent'anni. Ma l'importante è cominciare, e se l'energia pulita se la
godranno i nostri figli e nipoti, pazienza.
Poi ci sarà la questione dei costi.
L'idrogeno è l'elemento più abbondante in natura e si trova praticamente
dappertutto, però quando c'è di mezzo l'energia non si sa mai come andrà a
finire e vale per tutti la risposta che Ampére dette a Napoleone quando gli
chiese a cosa servissero tutti quegli esperimenti sull'elettricità che gli
andava mostrando. Ampére la sapeva lunga e fornì una di quelle risposte che poi
è finita dritta come un fuso in tutti i testi di aneddotica delle scienze: "Non
so bene a cosa servirà tutto questo" fu la risposta "ma una cosa è certa: fra
cent'anni il governo sicuramente la tasserà".
Accidenti se aveva ragione!
Franco Gàbici
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Franco Gàbici
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del
Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista
pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani
Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze"
de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante
Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di
cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col
Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di
don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano
("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli
Editore, 2002) .
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