n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36
37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66
67 68 69 70 71 72
73
74
75
76 77
Andrebbero a pennello
i versi di Giovanni Pascoli dell’Aquilone, “C’è qualcosa di nuovo oggi
nel sole anzi d’antico,” per ricordare il fenomeno astronomico del 7 maggio.
La mattina del 7, infatti, il Sole
si alzerà con un piccolo neo sulla sua faccia (che si chiama “fotosfera”) per
via che il piccolo Mercurio gli passerà proprio davanti. Insomma è come se nel
grande occhio del Sole si fosse infilato un bruscolino, che lo tormenterà per
tutta la mattinata. Il fenomeno si chiama “transito” e non è visibile ad
occhio nudo, ma solamente attraverso una osservazione strumentale. Basterà
anche un buon binocolo o comunque uno strumento in grado di offrire almeno una
cinquantina di ingrandimenti. Naturalmente occorrerà prendere tutte le
necessarie precauzioni perché il Sole non è che si possa guardare come si
guarda un oggetto qualsiasi e del resto noi comuni mortali non abbiamo gli
occhi di Beatrice che invece poteva osservarlo tranquillamente come racconta
il sommo Dante:
quando Beatrice in sul sinistro fianco
vidi rivolta e riguardar nel sole:
aguglia sì non li s’affisse unquanco.
Di questa credenza delle aquile che potevano guardare
tranquillamente il Sole ne parla anche Lucano, il quale ricorda come mamma
aquila passi in rassegna la sua covata sottoponendola ad un test per decidere
chi sia degno o meno di accedere al cielo: “l’uccello di Giove (così chiama
l’aquila), appena vede schiudersi dalle calde uova i piccoli implumi, li volta
verso oriente: quelli che possono affrontare il sole e sopportare la luce senza
torcere lo sguardo, vengono conservati per la vita in cielo, quelli che cedono
davanti a Febo, sono abbandonati a terra”.
In un bestiario medioevale, invece, si ricorda, a commento del
verso del Salmo: “Si rinnoverà come quella dell’aquila la tua giovinezza”, che
l’aquila non invecchia mai, ma rinnova continuamente la sua giovinezza. Quando,
infatti, l’aquila comincia ad avvertire i primi acciacchi, se ne va alla ricerca
di una sorgente di acqua, quindi vola in alto fino al Sole e lì incendia le sue
ali quindi si immerge tre volte nella sorgente e si rinnova tutta ridiventando
ancor più rigorosa di prima. Provare per credere.
Ma torniamo al nostro Mercurio che potrà essere osservato sulla
fotosfera e sarà anche abbastanza facile perché sul disco del Sole sarà visibile
un puntolino molto nero e soprattutto bello rotondo, mentre invece le “macchie”
che potrebbero essere confuse con Mercurio, non sono mai nerissime e poi non
hanno contorni perfettamente circolari.
Il fenomeno interesserà tutta la prima parte della mattina,
terminerà intorno alle 12 e 30 e sarà visibile praticamente da tutte le regioni
italiane. Questi “transiti”, insegna l’astronomia, possono avvenire solamente in
maggio o in novembre e gli ultimi erano avvenuti solamente in novembre. Questo,
inoltre, è il primo “transito” del secolo. Il prossimo sarà osservabile nel
2006.
Non tutti i pianeti possono “transitare” davanti al Sole, ma il
fenomeno coinvolge solamente i cosiddetti pianeti “interni”, vale a dire
Mercurio e Venere, e anche la Luna. Quando, però, la nostra Luna passa davanti
al Sole non si parla di “transito” ma di eclissi. Mercurio, dunque, è troppo
piccolo, per poter eclissare il Sole e pertanto deve accontentarsi di
transitare. Più rari invece sono i “transiti” di Venere, ma siamo fortunati
perché il prossimo anno potremo osservarne uno e se consideriamo che l’ultimo fu
osservato nel 1882, l’avvenimento non sarà da perdere.
Fu Giovanni Keplero a predire per primo questi “transiti” e sulla
base delle sue previsioni Pierre Gassendi lo osservò il 7 novembre del 1631. In
quell’anno usciva in Francia, sotto Luigi XIII e il cardinale Richelieu la
“Gazzette de France”, che aveva trasformato un “foglio” contenente solamente
notizie pubblicitarie in un vero giornale. Tiratura limitata (solamente 200
copie) ma vita lunga (arrivò fino al 1914). Mentre “transitava” Mercurio sul
Sole, a Roma veniva aperto il primo teatro, il “Barberini” (con 3 mila posti),
che provocò una solenne arrabbiatura del Papa il quale gridò: “Via dalla
capitale gli osceni teatranti!”. Non solo “transita” Mercurio, ma transit –
anche - gloria mundi.
Franco Gàbici
L’Aquilone di Pascoli si trova nella raccolta “Primi poemetti”.
I versi di Dante sono tratti dal “Paradiso” (canto I, 46-48).
Lucano parla dell’aquila in “Farsalia”, IX dal verso 902.
Il “bestiario” cui si fa riferimento nel testo è il “Fisiologo”,
capitolo VIII.
Franco Gàbici
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del
Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista
pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani
Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze"
de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante
Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di
cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col
Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di
don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano
("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli
Editore, 2002) .
© Copyright by
Simonelli Editore
Vietato copiare o linkare senza autorizzazione
Any copy or link is forbidden without permission. |