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                 Rovenna, 1 agosto 2005



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SERENO FERRAGOSTO - Arrivederci alla fine di agosto.


Di chi sarà l'ombelico più sexy?
E' il concorso tormentone dell'estate sulla Riviera Romagnola
con conclusione a Marina di Ravenna alla fine d'agosto.

In estate si vede veramente di tutto e chi gestisce night e ritrovi sembra fare a gara per trovare idee sfiziose in grado di insaporire il clima della vacanza.
Abito a pochi passi dalla riviera romagnola, reclamizzata come la riviera festaiola e allegra per antonomasia, dove si balla liscio, si mangia piadina e si beve sangiovese (sangiovese, da Sanguis Iovis, uno dei pochi “santi” venerati in Romagna!) e proprio qui leggo di una selezione per partecipare al concorso dell’ombelico più sexy, una manifestazione che si concluderà a Marina di Ravenna alla fine d’agosto. Una selezione è stata pure filmata da Lucignolo e sarà trasmessa domenica prossima su Italia Uno.
L’ombelico! Questa parte del corpo che una volta le ragazze tenevano rigorosamente nascosta ora viene sventolata ai quattro venti, e non solo d’estate, perché non è infrequente vedere anche durante la stagione fredda belle ragazze che se ne vanno in giro con magliette corte per mostrarlo.
L’ombelico! Dubito che le ragazze che sfilano in passerella e il pubblico avido che le osserva pensino che l’ombelico sia una cosa seria, che in greco si definisce omphalos e che James Joyce usa questo termine per definire la Torre Martello, luogo mitico di Dublino dove ha inizio l’Ulisse
“Piuttosto desolata d’inverno, direi. Martello la chiamate?”
“Le ha fatte costruire Billy Pitt, disse Buck Mulligan, quando i francesi correvano al mare. Ma la nostra è l’omphalos”.
Omphalos, sacro ombelico della terra. Omero invece definisce omphalos l’isola di Ogigia, dove Ulisse trova la dea Calipso che lo rigenera e gli fa un regalo mica da poco, perché finché Ulisse resterà sull’isola sarà immortale e allora non si capisce come mai Odisseo abbia rinunciato all'immortalità per tornare a Itaca, mah, ecco tutto questo mi viene in mente pensando agli ombelichi (femminili, ma questo è sottinteso) che sfilano in bella mostra per insaporire i serali ozi dell’estate che si fa sempre più chiassosa ma l’altra sera ho trovato un luogo buio da dove si poteva finalmente osservare un po’ di cielo, sul quale troneggia il triangolo estivo formato da Deneb (Cigno), Altair (Aquila) e Vega (Lira). Ma in mezzo a quel tremore di stelle si notano due punti che non brillano, Giove (il più alto) e Venere (il più basso), spettacoli bellissimi in un cielo che sta per regalarci il consueto spettacolo delle “stelle cadenti” dette anche Perseidi perché per un effetto di prospettiva sembrano tutte quante provenire da un punto (chiamato “radiante”) che si trova in Perseo, una costellazione che richiama la forma della “lambda” greca e che si diparte da sotto Cassiopea, la cui doppia W è sempre ben visibile (alle nostre latitudini Cassiopea non tramonta mai).
Quest’anno, però, lo spettacolo delle Perseidi non avrà il carattere della eccezionalità ma la gente terrà comunque il naso all’insù per andare alla caccia di almeno una stella. E ricordatevi che quest’anno il “massimo” del fenomeno si registrerà nella notte fra il 12 e il 13 con tre momenti clou, uno poco prima delle 6 del 12 (ma il cielo sarà già chiaro), un altro fra le 20 e le 22.30 del 12 e l’ultimo intorno alle 5 del 13. Ma la gente ormai si è fissata con la notte del 10 agosto e non c’è verso di farle capire che le cose oggi sono cambiate. E pensando alle Perseidi credo che Pascoli sia stato fortunato perché “dieci agosto” è sicuramente più musicale di “dodici agosto” o di “tredici agosto”…
Occhio al cielo, dunque, e buona caccia di stelle.
Ah, dimenticavo una cosa importante. Augurarvi buone vacanze.
Ci ritroveremo a fine agosto, in occasione del centenario di Leo Longanesi. Le poste italiane gli hanno dedicato un francobollo, da 40 centesimi mi pare. Chissà cosa avrebbe pensato il vecchio Leo al vedere la sua immagine fatta oggetto di leccate quotidiane!

  Franco Gàbici

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Gadda - Il dolore della cognizione  di Franco Gàbici
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Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002) .

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Franco Gàbici  

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