a bella neve! Scendete, scendete,leggiadri fiocchi
danzanti nei cieli;
come perlucce coprite, pingete
i tetti, i tronchi, la mota e gli steli…
...e invece la neve di questa mattina andava a baciare
l’immenso poema del mare, grigio come il piombo, ma bellissimo nella sua
maestosa malinconia e forte di questa sua immensità che ti coinvolge e ti prende
da ogni dove, la neve cadeva e cadeva e imbiancava una spiaggia pressoché
deserta sulla quale il mare intirizzito sembrava quasi volesse aggrapparsi con
le sue dita che il gelo aveva privato della spuma, il mare che riesce a
suscitare sempre dei grandi pensieri, ed è vero. Ma il mare non è il solo grande
spettacolo naturale a ingenerare emozioni indotte perché, se lo volete sapere,
c’è anche la Luna, che stasera con la sua falcetta bianca sembra voler farsi
largo in mezzo ad una nevosa nuvolaglia che tenta di soffocarla, ma la Luna è la
Luna, altro che storie, Aldous Huxley le ha anche dedicato dei profondi pensieri
che adesso vi passo, così potrete far bella figura nelle discussioni dotte
perché, d’accordo, Calvino sentenziò autorevolmente, e a ragione, che bisogna
lasciare tutta la Luna a Leopardi, ma non è detto che altri non possano
impossessarsene, come ha fatto Huxley che, di fronte alla Luna, ha scritto
queste considerazioni:<br>
"Fuori della mia finestra la notte tende spasmodica
verso il risveglio al chiaro di luna, il giardino accecato sogna con tale
vivezza i perduti colori che le rose nere paiono quasi cremisi, e gli alberi
stanno in ansiosa attesa del rigoglioso verde diurno. La ringhiera imbiancata a
calce del terrazzo brilla contro il cielo blu scuro…i muri candidi della casa
riflettono lo splendore lunare… la Luna è piena e non solo piena, ma anche
bella. E non solo bella, ma anche…"
Ah la Luna, che oggi si fa eclissare da Marte, dal grande
deserto rosso sul quale hanno trovato acqua: avete pensato a come cambino le
abitudini dei navigatori?
Un tempo si gridava con gioia "terra! terra!", adesso la
terra non fa più notizia e in questo impalpabile mare di etere (che non esiste)
si grida invece "acqua! acqua!", l’acqua che chiama la vita e i suoi misteri, ma
anche le "chiare, fresche et dolci acque" di Francesco Petrarca e chissà se
anche le acque di Marte saranno "chiare et fresche" e se dietro a quelle acque
ci sia la vita, la vita nata dall’acqua, dal mare, la "dolce madre grigia (…) il
mare verdemoccio. Il mare scrotocostrittore. Epi oinopa ponton. Ah, Dedalus, i
Greci (…) Li devi leggere nell’originale. Thalatta! Thalatta! È la nostra grande
dolce madre…". E noi siamo fatti di mare, dentro al nostro sangue ci sono tracce
di salinità, magari siamo proprio dei pesci fuor d’acqua condannati a camminare
sulla grande spiaggia del mondo e a cercar echi lontani dentro agli anfratti
delle conchiglie che la pazienza del tempo ha plasmato. Le conchiglie che hanno
il colore della Luna, che è una pietra, ma è una pietra nominosa, da numen,
essere soprannaturale, è sempre Huxley che parla e dice che "è una pietra verso
la quale e a causa della quale uomini e donne nutrono sentimenti numinosi" ed è
per questo motivo che "c’è un chiaro di luna che ispira una sorta di timore
reverenziale.
C’è un chiaro di luna freddo e austero che fa sentire
all’anima la sua solitudine e il suo disperato isolamento, la sua inutilità o
impurità. C’è un chiaro di luna sensuale che induce all’amore; l’amore non solo
per un individuo, ma a volte anche per l’intero universo. Però la luna illumina
sia il corpo sia, tramite le finestre degli occhi, l’interno della mente…". E
poi c’è il chiaro di luna di Beethoven e il Guarda che luna di Fred Buscaglione
e la luna di Swann: "Egli ricordò le sere di luna in cui, sdraiato nella sua
vittoria che lo portava in rue La Proust, coltivava voluttuosamente dentro di sé
le emozioni dell’uomo che ama, ignorando qual frutto avvelenato esse dovessero
necessariamente produrre".
Ecco tutto quello che mi ha suggerito la neve che oggi ha
schiaffeggiato il mio viso con le sue mani di gelo. Molto meglio, però, le calde
carezze del Sole.