L'Istrice | Internet&CoNewsDigest | eBookNewsDigest | Il Catalogo
Dialetti d'Italia | Diario del '900 | The Web Park Speaker's Corner
Simonelli Editore Bookstore | i SeBook | BibliotecaOnLine | Home Page
 



di memoria, cultura e molto altro...




Rubrica ad aggiornamento settimanale


 

5 ottobre 2003

 

 

 

 

 

Sono usciti i SeBook,
SimonellielectronicBook,
l'Economica On Line
già 30 titoli pubblicati. Metti un SeBook nel tuo computer fisso o portatile per riempire di contenuti le tue giornate.

n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51  52  53  54  55  56  57  58  59  60  61  62  63  64  65  66 67 68 69 70 
71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 9
6

Dalla terra squarciata dall'aratro escono i fumi dorati dell'autunno e mentre vedo salire queste nebbioline mi tornano alla mente le parole di una canzone che cantava Luigi Tenco: "adesso che il fumo cancella l'estate, e il grigio ritorna scendendo su noi, la lunga vacanza finisce per sempre, pure qualcosa di noi resterà…".
La canzone era intitolata "Quello che conta" e faceva parte della colonna sonora del film "La cuccagna" di Luciano Salce, che aveva firmato anche il testo della canzone, mentre la musica era stata scritta dal mitico Ennio Morricone, alla sua seconda esperienza cinematografica (per la cronaca, Morricone aveva esordito nel 1961 componendo la colonna sonora del film "Il federale" di Salce e interpretato da Ugo Tognazzi).
Correva l'anno 1962, l'anno della mia maturità (scolastica, intendo dire) e dei mondiali di calcio in Cile. Luciano Bianciardi pubblicava "La vita agra" e da qualche anno era stato licenziato dalla Feltrinelli "per scarso rendimento".

Scrive Bianciardi: "Mi licenziarono soltanto per via di questo fatto che strascico i piedi, mi muovo piano, mi guardo intorno anche quando non è indispensabile".  E ancora: "La verità è che le case editrici sono piene di fannulloni frenetici: gente che non combina una madonna dalla mattina alla sera, e riesce, non so come, a dare l'impressione, fallace, di star lavorando. Si prendono persino l'esaurimento nervoso".
Nel romanzo di Bianciardi è pure scritto un giudizio negativo su un famoso giocatore di calcio, con tanto di nome e cognome… se i giornalisti sportivi, anziché andare al "Processo" di Biscardi, se ne stessero a casa loro a leggere e ad acculturarsi, imparerebbero tante belle cosine e potrebbero impreziosire i loro articoli con qualche curiosità interessante.
In quell'anno 1962 Paolo Volponi usciva con "Memoriale". Era anche l'anno della "Eclisse" di Michelangelo Antonioni e del "Sorpasso" di Dino Risi. Gassman, nel "Sorpasso", ricorda proprio il film di Antonioni:
"Hai visto l'Eclisse?"
"Sì, è un film…"
"Io l'ho dormito, una bella pennichella. Bel regista Antonioni! Ha un Flaminia Zagato, una volta sulla fettuccia di Terracina m'ha fatto allungà il collo!".
E in effetti quelle lunghissime sequenze iniziali senza nemmeno una parola erano un po' così. Ricordo che vidi il film in un localetto di seconda o terza visione quando ancora era costume andare al cinema di pomeriggio e il pubblico dopo cinque minuti cominciò a rumoreggiare, a fischiare e a urlare all'operatore: "Voce!". Evidentemente non era quello il pubblico più adatto per l'Eclisse.
Accompagnandomi alla chitarra cantavo in riva al mare "Quello che conta", circondato dagli amici di sempre, mentre il mare bagnava i nostri sogni di liceali, tutti proiettati verso il futuro che per noi voleva dire università, distacco da casa (abitando a Ravenna le università più vicine erano a Bologna e a Ferrara)… si diventava uomini e si fiutava quell'inebriante senso della libertà che mai più avremmo sperimentato. La stazione ferroviaria era a un tiro di sasso da casa mia, in fondo a un lungo viale ombreggiato dai platani che già stavano perdendo le foglie. "Intorno i platani si spogliano col vento…", così cantava Tony Dallara (la canzone era intitolata "Non passa più") e io abbandonavo per la prima volta la mia famiglia, con dentro alle scarpe la voglia matta di camminare…
Ecco tutto quello che mi viene in mente quando vedo il fumo dell'autunno salire dalla terra per mescolarsi al cielo grigio di questa stagione che introduce dentro al buio dell'inverno, quel buio del quale abbiamo avuto un acconto pochi giorni fa con quel terrificante "black out" che ha messo in ginocchio il paese.
Su questo "black out" se ne sono sentite di tutti i colori, "tutti i colori del buio" per l'appunto. Ma io ho un'idea peregrina in testa e mi piace pensare che sia stato un "black out" programmato.

Ai primi di ottobre si è sempre celebrata la giornata dell'inquinamento luminoso, per ricordare che ormai la troppa luce nasconde le stelle e ci impedisce di contemplare la magnificenza del cielo stellato.
Stai a vedere, allora, che qualche appassionato astrofilo ha fatto in modo di mettere tutti al buio per indurre la gente a guardare il cielo! Ma la gente non è più abituata all'oscurità e quando le togli la luce le fai sì vedere le stelle, ma non q uelle del cielo bensì quelle che le danzano attorno dopo aver sbattuto la testa contro il muro a causa del buio. E così addio poesia.
Sono proprio tempi bui.

Franco Gàbici


Simonelli Editore consiglia di leggere:
Gadda - Il dolore della cognizione  di Franco Gàbici
Basta una e-mail a ed@simonel.com per riceverlo comodamente a casa contrassegno

Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002) .

 

 

 

 

© Copyright by Simonelli Editore
Vietato copiare o linkare senza autorizzazione
Any copy or link is forbidden without permission.