Sono nati I Libri dell'Istrice - Cultura, Attualità & Molto Altro -
Preziosi volumi a tiratura limitata che saranno poi "ristampabili" soltanto in formato eBook oppure "on demand"
Primo titolo:
Franco Gàbici «Gadda - Il dolore della cognizione»
Una lettura scientifica dell'opera gaddiana - Isbn 88-86792-40-9

Chi ordina pere-mail il volume contrassegno non rischierà di trovarlo già esaurito e lo riceverà comodamente a casa al prezzo di copertina di 15,00 Euro. Le spese postali sono un cortese omaggio della casa editrice.
Non perdete il prezioso n. 1 de I Libri dell'Istrice

 

 

 



di memoria, cultura e molto altro...




Rubrica ad aggiornamento settimanale
 

18 novembre 2002

n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36
37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51  52  53 54

 

Non mi sono mai andati a genio i maghi e gli indovini, però questo Frate Indovino (fra Mariangelo), al secolo Mario Budelli, classe 1915, mi stava simpatico anche se non lo conoscevo e quando ho sappreso la notizia della sua morte, mi è dispiaciuto non poco. Sarà perché il suo lunario appartiene ai bei ricordi dell'infanzia, quando il calendario di Frate Indovino veniva appiccicato alle pareti delle case come se fosse un amico. La Romagna, terra dove abito, è notoria per essere sempre stata la terra dei mangiapreti, ma Frate Indovino faceva eccezione. Così come faceva eccezione un altro frate che poi divenne santo, Sant'Antonio da Padova, che per il fatto di essere stato eletto patrono degli animali aveva pieno diritto di cittadinanze non solo nelle case dei contadini, ma soprattutto nelle stalle, dove un Sant'Antonio appeso ad un chiodo state sicuri che non poteva mancare.
E si spalancava perfino la porta al prete quando andava a benedire le case prima di Pasqua, anche se il rapporto con l'acqua benedetta era tutto particolare. Mi raccontava don Francesco Fuschini, il prete scrittore che aveva la parocchia ad un tiro di sasso da casa mia, che una volta un vecchio contadino gli aveva aperto la stalla per la benedizione però gli aveva raccomandato di usare l'acqua con parsimonia: «Don Francesco - gli disse il contadino - non usi troppa acqua benedetta, perché l'anno scorso tutta quell'acqua mi ha fatto morire il maiale!
Ma torniamo a Frate Indovino e ai suoi allegri "almanacchi", che trovarono il plauso perfino del "laico" Indro Montanelli, che così si espresse: "Mi piace l'affettuosa e oscura perentorietà con la quale riesce a insinuarsi nelle abitazioni".
Gli almanacchi! Hanno sempre avuto un fascino e Leopardi, come ben aprete, dedicò a questo genere di pubblicazione una sua operetta morale, la penultima per l'esattezza, dal titolo "Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere". Il venditore spaccia almanacchi da "trenta soldi" da vent'anni e non ricorda nessun anno particolarmente felice, nonostante il "passeggere" gli ricordi che la vita è bella ("E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?") e dunque che la vita fosse bella lo sapeva anche Leopardi, ancor prima di Benigni. Ma la vita bella per il poeta di Recanati è quella che ancora non si conosce, "non la vita passata, ma la futura".
Frate Indovino, allora, proprio come il venditore di alamanacchi leopardiano, portava nelle case un calendario con le pagine bianche sulle quali ciascuno poteva scrivere tutto quello che gli pareva e soprattutto tutto quello che desiderava dal futuro. È bello, in fondo, scorrere i lunari nuovi, non solo andando alla ricerca dei giorni festivi per rallegrarsi se cadono di venerdì o di lunedì così il "ponte" diventa più interessante, ma anche per immaginare tutto quello che ci potrà accadere.
E ormai siamo alla vigilia di questo tempo di almanacchi, con l'anno che si chiude, come succede da sempre, e quando, dopo un anno, vai a sfogliare il lunario dell'anno appena trascrso, ti accorgi che le uniche previsioni azzeccate sono quelle legate alle lunazioni e al sorgere e al calare del Sole e se sono azzeccate è per il semplice motivo che Sole e Luna seguono rigorose leggi matematiche e che queste non tradiscono mai. Per questo motivo di lunari se ne possono costruire parecchi, come aveva fatto Frate Indovino, che ora non è più, ma che già aveva pronti nel cassetto il 2003 e il 2004, con la Luna che sorride e con il Sole che sorge, sempre ogni giorno, come accade da millenni, immancabilmente.

Franco Gàbici

 

Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002) .

 

 

 

 

© Copyright by Simonelli Editore
Vietato copiare o linkare senza autorizzazione
Any copy or link is forbidden without permission.