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"Scusa, ma sono in riunione"
Ragioniamo intorno a questa bugia nata per bloccare le
chiamate al telefonino di chi non è gradito. E per dar forza alla menzogna ecco
che ora...
Sarei proprio curioso
di sapere cosa direbbero i telegiornali se non ci fossero il caldo, gli
esodi, le percentuali di chi viaggia, di chi sta a casa, di chi va al
mare, ai monti, all’estero… Vorrei proprio sapere cosa farebbero i
dietisti se non ci fosse l’estate a metterli in bella mostra per
ripeterci le solite cose dell’anno scorso e che cioè bisogna mangiare
frutta e bere molta acqua e che il gelato fa bene e che non bisogna
andare a fare il bagno dopo mangiato e che bisogna vestir leggero sennò
si suda e poi si sta male… e poi ci sono i dermatologi che scomodano il
buco dell’ozono e i raggi ultravioletti e allora via con i decaloghi
studiati apposta per prendere il sole in maniera corretta, e cioè
evitare le ore di punta e spalmare sulla pelle creme e spray d’ogni
sorta…
E poi c’è il siparietto animalista con tanto di numeri e percentuali sul
numero dei cani abbandonati da padroni incoscienti che vanno a fare la
vacanza senza preoccuparsi dei loro amici a quattro zampe che se ne
stanno a casa a guaire e a rompere i timpani di quanti invece sono
rimasti a casa…
Insomma l’estate è anche questa e credo di non aver dimenticato proprio
nulla, ma di avere inserito tutto il campionario delle banalità che di
solito vengono elargite a piene mani in questo periodo, con la gente
imbufalita per l’eliminazione dell’Italia dai campionati europei, una
eliminazione che sa di “deja vu” perché anche due anni fa in Corea e
Giappone accadde la stessa cosa, ma del resto era tutto prevedibile
avendo alla guida degli azzurri (una bella squadra di tatuati, di
pelati, di orecchinati, di treccinati da fare invidia a una troupe da
circo equestre…) un commissario tecnico che pur non avendo mai letto
Hegel (almeno così la penso io, a meno di clamorose smentite da parte
del Trap che potrebbe sempre telefonarmi per dirmi che invece lo ha
letto e che lo ha trovato interessante…) ne ha assimilato un famoso
apoftegma, quello che dice “la storia insegna che dalla storia non
impariamo nulla” e che tradotto in soldoni significa che se hai perso un
mondiale con il solito modulo sparagnino non potevi pretendere di
vincere l’europeo adottando il medesimo. Ma adesso la avventura è finita
e possiamo sempre consolarci con il fatto che gli azzurri sono terminati
nella spazzatura insieme a Francia, Germania, Inghilterra, insomma le
regine del calcio che sono state invece detronizzate da squadre formate
da atleti sicuramente meno strapagati dei nostri, che perdono tempo a
dialogare con gli uccellini che saltellano sul loro desco, poverini
questi azzurri che guadagnando poco sono costretti ad abbassarsi a fare
della pubblicità per sbarcare il lunario.
Gli europei della pelota forniscono comunque ottimi spunti per
discussioni anche se non bisogna dimenticare che il mondo non termina
oltre il cuoio del pallone, perché accadono altri avvenimenti e poi
l’estate è zeppa di notizie pazze, come quella che ho letto recentemente
sui rumori di fondo dei telefonini, strumenti che hanno letteralmente
invaso la nostra vita. Il telefonino è comodissimo perché può
raggiungere il suo titolare ovunque si trovi, ma questa sua facoltà è
un’arma a doppio taglio perché dà licenza di agire ai seccatori, che
possono raggiungerti anche in capo al mondo. In genere ci si difendeva
dagli assalti delle telefonate con la classica risposta: “scusa, ma sono
in riunione”.
“Riunione” è veramente un termine classico e dall’uso che
se ne fa abitualmente verrebbe proprio da dire che l’Italia è un beato
paese dove tutti si riuniscono, anche se non si capirà mai lo scopo di
queste riunioni perché da un paese costantemente in riunione uno si
aspetterebbe maturità e presa di coscienza di problemi e invece…
comunque ai seccatori si risponde “sono in riunione” ma qualcuno ha
capito che il pretesto non può sempre funzionare anche perché non è
affatto credibile che uno sia in riunione più volte al dì e così ecco
escogitata l’ultima diavoleria che consiste nell’inserire opportuni
rumori di fondo per far capire a chi ci aspetta per un appuntamento del
quale ci siamo dimenticati o al quale non avevamo nessuna voglia di
partecipare che siamo proprio impossibilitati. Purtroppo non posso
essere presente.
Credi sia la solita scusa? Ma non senti questo rumore
di fondo? Ed ecco che il telefonino inserisce un suono lontano di sirene
di ambulanze o polizie per simulare l’ambiente caotico di un incidente
stradale (“Verrei, ma purtroppo sono bloccato da un incidente che ha
causato un ingorgo”) oppure inserisce un rumore di acqua (“Purtroppo
sono in barca e tre miglia dalla costa…”) e altri trucchi del genere che
aiutano a credere che la persona raggiunta si trovi in campagna, al
cinema, a un concerto, alla stazione, all’aeroporto. La ditta
specializzata in questi rumori virtuali, leggo testualmente, “assicura
il massimo livello di realismo e quindi nessuno, dall’altro lato della
‘cornetta’, sarà in grado di sospettare che si tratti soltanto di
un’abile finzione”. Viviamo dunque in un mondo di finzioni. Il mondo che
preferiamo, evidentemente. Poi magari succede che uno telefona all’amico
per dirgli: “Ti aspettiamo alla riunione” e lui a rispondere: “Non
posso, sono in aperta campagna a bearmi del suono delle cicale” e
l’altro a rispondere: “Ma non dir fesserie, ti vedo fermo al semaforo
mentre mi stai rispondendo…” e l’altro a concludere: “Sì, hai ragione,
ma sto per l’appunto andando in campagna a bearmi del suono delle
cicale…”. “Ah!”. Fine della conversazione. I telefonini e i loro rumori
sono per davvero una bellissima invenzione. Franco Gàbici
Simonelli Editore consiglia di leggere:
Gadda - Il dolore della
cognizione di
Franco Gàbici
Basta una e-mail a ed@simonel.com per
riceverlo comodamente a casa contrassegno
Franco Gàbici
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del
Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista
pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani
Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze"
de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante
Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di
cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col
Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di
don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano
("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli
Editore, 2002) .
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