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di memoria, cultura e molto altro...

 

Rubrica ad aggiornamento settimanale

Ravenna, 28 giugno 2004

 

 

 

 

 

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"Scusa, ma sono in riunione"
Ragioniamo intorno a questa bugia nata per bloccare le chiamate al telefonino di chi non è gradito. E per dar forza alla menzogna ecco che ora...

Sarei proprio curioso di sapere cosa direbbero i telegiornali se non ci fossero il caldo, gli esodi, le percentuali di chi viaggia, di chi sta a casa, di chi va al mare, ai monti, all’estero… Vorrei proprio sapere cosa farebbero i dietisti se non ci fosse l’estate a metterli in bella mostra per ripeterci le solite cose dell’anno scorso e che cioè bisogna mangiare frutta e bere molta acqua e che il gelato fa bene e che non bisogna andare a fare il bagno dopo mangiato e che bisogna vestir leggero sennò si suda e poi si sta male… e poi ci sono i dermatologi che scomodano il buco dell’ozono e i raggi ultravioletti e allora via con i decaloghi studiati apposta per prendere il sole in maniera corretta, e cioè evitare le ore di punta e spalmare sulla pelle creme e spray d’ogni sorta…
E poi c’è il siparietto animalista con tanto di numeri e percentuali sul numero dei cani abbandonati da padroni incoscienti che vanno a fare la vacanza senza preoccuparsi dei loro amici a quattro zampe che se ne stanno a casa a guaire e a rompere i timpani di quanti invece sono rimasti a casa…
Insomma l’estate è anche questa e credo di non aver dimenticato proprio nulla, ma di avere inserito tutto il campionario delle banalità che di solito vengono elargite a piene mani in questo periodo, con la gente imbufalita per l’eliminazione dell’Italia dai campionati europei, una eliminazione che sa di “deja vu” perché anche due anni fa in Corea e Giappone accadde la stessa cosa, ma del resto era tutto prevedibile avendo alla guida degli azzurri (una bella squadra di tatuati, di pelati, di orecchinati, di treccinati da fare invidia a una troupe da circo equestre…) un commissario tecnico che pur non avendo mai letto Hegel (almeno così la penso io, a meno di clamorose smentite da parte del Trap che potrebbe sempre telefonarmi per dirmi che invece lo ha letto e che lo ha trovato interessante…) ne ha assimilato un famoso apoftegma, quello che dice “la storia insegna che dalla storia non impariamo nulla” e che tradotto in soldoni significa che se hai perso un mondiale con il solito modulo sparagnino non potevi pretendere di vincere l’europeo adottando il medesimo. Ma adesso la avventura è finita e possiamo sempre consolarci con il fatto che gli azzurri sono terminati nella spazzatura insieme a Francia, Germania, Inghilterra, insomma le regine del calcio che sono state invece detronizzate da squadre formate da atleti sicuramente meno strapagati dei nostri, che perdono tempo a dialogare con gli uccellini che saltellano sul loro desco, poverini questi azzurri che guadagnando poco sono costretti ad abbassarsi a fare della pubblicità per sbarcare il lunario.
Gli europei della pelota forniscono comunque ottimi spunti per discussioni anche se non bisogna dimenticare che il mondo non termina oltre il cuoio del pallone, perché accadono altri avvenimenti e poi l’estate è zeppa di notizie pazze, come quella che ho letto recentemente sui rumori di fondo dei telefonini, strumenti che hanno letteralmente invaso la nostra vita. Il telefonino è comodissimo perché può raggiungere il suo titolare ovunque si trovi, ma questa sua facoltà è un’arma a doppio taglio perché dà licenza di agire ai seccatori, che possono raggiungerti anche in capo al mondo. In genere ci si difendeva dagli assalti delle telefonate con la classica risposta: “scusa, ma sono in riunione”.
 “Riunione” è veramente un termine classico e dall’uso che se ne fa abitualmente verrebbe proprio da dire che l’Italia è un beato paese dove tutti si riuniscono, anche se non si capirà mai lo scopo di queste riunioni perché da un paese costantemente in riunione uno si aspetterebbe maturità e presa di coscienza di problemi e invece… comunque ai seccatori si risponde “sono in riunione” ma qualcuno ha capito che il pretesto non può sempre funzionare anche perché non è affatto credibile che uno sia in riunione più volte al dì e così ecco escogitata l’ultima diavoleria che consiste nell’inserire opportuni rumori di fondo per far capire a chi ci aspetta per un appuntamento del quale ci siamo dimenticati o al quale non avevamo nessuna voglia di partecipare che siamo proprio impossibilitati. Purtroppo non posso essere presente.
Credi sia la solita scusa? Ma non senti questo rumore di fondo? Ed ecco che il telefonino inserisce un suono lontano di sirene di ambulanze o polizie per simulare l’ambiente caotico di un incidente stradale (“Verrei, ma purtroppo sono bloccato da un incidente che ha causato un ingorgo”) oppure inserisce un rumore di acqua (“Purtroppo sono in barca e tre miglia dalla costa…”) e altri trucchi del genere che aiutano a credere che la persona raggiunta si trovi in campagna, al cinema, a un concerto, alla stazione, all’aeroporto. La ditta specializzata in questi rumori virtuali, leggo testualmente, “assicura il massimo livello di realismo e quindi nessuno, dall’altro lato della ‘cornetta’, sarà in grado di sospettare che si tratti soltanto di un’abile finzione”. Viviamo dunque in un mondo di finzioni. Il mondo che preferiamo, evidentemente. Poi magari succede che uno telefona all’amico per dirgli: “Ti aspettiamo alla riunione” e lui a rispondere: “Non posso, sono in aperta campagna a bearmi del suono delle cicale” e l’altro a rispondere: “Ma non dir fesserie, ti vedo fermo al semaforo mentre mi stai rispondendo…” e l’altro a concludere: “Sì, hai ragione, ma sto per l’appunto andando in campagna a bearmi del suono delle cicale…”. “Ah!”. Fine della conversazione. I telefonini e i loro rumori sono per davvero una bellissima invenzione.

Franco Gàbici


Simonelli Editore consiglia di leggere:
Gadda - Il dolore della cognizione  di Franco Gàbici
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Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002) .


 

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