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Ravenna, 29 Marzo 2007



  80 Anni fa c'erano
  le vere MILLE MIGLIA

   Le Mille Miglia compiono ottant’anni e si tratta di un compleanno un po’ così perché la corsa fu soppressa nel 1957 quando la velocità delle macchina non andava più d’accordo con la sicurezza delle nostre strade e siccome nel nostro beneamato paese ci vuole sempre il morto affinché si prendano decisioni, la decisione di farla finita con questa corsa fu presa il 12 maggio del 1957 quando la Ferrari del marchese De Portago (si chiamava Don Alfonso Antonio Cabeza de Vaca y Leighton Carvajal y Ayre), che fra parentesi era anche l’amante di Linda Christian (moglie di Tyrone Power), finì fra la folla facendo una strage. Oltre ai due piloti, al fianco di De Portago sedeva infatti il giornalista americano Edmundo Gurner, morirono nove spettatori e fra questi cinque erano bambini. A seguito dell’incidente Enzo Ferrari finì addirittura sotto processo essendo ritenuto colpevole della macchina che, a detta degli accusatori, non sarebbe stata dotata delle garanzie sufficienti. Nel nostro beneamato paese succedono anche di queste cose. Ma Ferrari fu assolto con formula piena.
   Le Mille Miglia! Prima di vederle in strada le ho immaginate attraverso gli epici racconti che mi faceva mio padre Guido, grande appassionato di sport.
   Ricordo certe sere quando, prima di addormentarmi, il babbo mi raccontava le gesta di Tazio Nuvolari del quale subito mi innamorai ritenendolo quasi un angelo del volante e del resto quel nome richiamava il cielo e le nubi, che sono i luoghi preposti per i nostri eroi. Fuori la notte respirava tranquilla attraverso il tremolare di migliaia di stelle e il buio della notte mi faceva capire cosa intendesse esprimere il verso di Giovanni Pascoli “Nella Torre il silenzio era già alto”. Avevo la fortuna che la corsa passava proprio sulla strada dove abitavo, un lungo rettifilo che attraversava tutta la città e le prime automobili, certe traballanti “Isotte”, cominciavano a passare intorno alla mezzanotte, che a quei tempi era ancora l’omphalos notturno carico di suggestioni. Omphalos, se non lo sapete, è un termine greco che significa “ombelico”. Nell’omphalos, secondo i Greci, stava proprio l’Oracolo di Delfi. Nell’”Ulisse” di Joyce, invece, l’omphalos coincideva con la Torre Martello, il mitico luogo di Dublino dove si svolge la vicenda del romanzo. Ma è da considerare un romanzo questo “Ulisse”? Il dibattito è aperto. Ma se ci sono dubbi sull’”Ulisse”, nessun dubbio invece potrà mai adombrare la leggenda delle Mille miglia che possono essere considerate veramente un romanzo. Un bellissimo romanzo. Anzi, a considerare il suo epilogo, una tragedia.
   Ho trascorso notti insonni, dopo aver lottato non poco per strappare ai genitori il consenso di restare alzato tutta la notte, per poter seguire queste Mille Miglia, con gli occhi pieni sonno e il naso zeppo dei fumi delle auto e di quel caratteristico odore di olio bruciato. Sono odori che ti restano dentro e che non dimenticherai mai, come l’odore del grasso della mitragliatrice che restò nel naso di Mario Rigoni Stern: “Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore arroventato…”, così inizia “Il sergente nella neve” di Rigoni Stern. Ma il mio odore di olio bruciato si mescolava coi glicini e i gelsomini della primavera ed era una mistura incredibile di sensazioni che difficilmente si potranno dimenticare. Avevo sotto mano il foglio che si acquistava all’edicola sul quale erano segnati i nomi dei partecipanti con accanto il numero che corrispondeva all’orario di partenza da Brescia. I numeri erano scritti sulle fiancate della auto, in caratteri neri su un disco bianco. Le auto sfrecciavano rumorose facendo tremare l’antico campanile di Sant’Apollinare Nuovo e di tanto in tanto dal pubblico assiepato lungo la strada saliva qualche applauso.
   Nel 1955, due anni prima che venisse soppressa la gara, il regista Henry Hathaway girò il film “Destino sull’asfalto” (The Racers) che raccontava una vicenda legata proprio alla nostra gara. Fra gli attori Kirk Douglas, Cesar Romero e Bella Darvi. Nel film alcune sequenze riprendono il passaggio della corsa attraverso Ravenna (la città dove abito), dove ancora sono evidenti i segni della recente seconda guerra mondiale. Immagini che appartengono ormai ad un passato lontanissimo, come lontane sono le Mille Miglia e il mitico Nuvolari, il cui nome stava scritto sulle nuvole, come gli indomiti cavalieri del cielo. Il fascino delle Mille Miglia è indubbiamente legato alle sue epifanie notturne. Se avessi visto sfrecciare i bolidi in pieno giorno sicuramente l’effetto non sarebbe stato lo stesso.
   Il buio della notte, invece, esaltava l’evento e lo trasformava in mito. Gli ultimi bolidi passavano verso le otto del mattino, quando da poco il Sole si era scrollato da addosso la fresca rugiada del mattino. L’ultima macchina svoltava a destra, in fondo al lunghissimo rettilineo, e scompariva.
   Come un sogno che moriva all’alba, ferito dai raggi del Sole della primavera.

Franco Gàbici

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Giornalista Professionista, pluriennale esperienza, anche di direzione, in quotidiani, periodici e case editrici di libri, profonda conoscenza del Web e di tutti i maggiori software (da QuarkxPress a Word, OpenOffice, Front Page, BBedit, Adobe PhotoShop, Adobe Acrobat, Scansoft Pdf Converter Professional, DNL, ReaderWorksPublisher, Transmit, Fetch, Eudora,  WinZip, WinRAR, StuffIt, ABBYY Fine Reader), in grado di operare professionalmente sia in ambiente Windows che Mac, utilizzando collegamenti FTP in ambedue le piattaforme,  mette a disposizione la sua competenza esperienza e professionalità come content webmaster,  come coordinatore in remoto di team operativi per l'ideazione, lo sviluppo e l'aggiornamento di portali, come docente in corsi o master per la preparazione di professionisti della comunicazione online. Se interessati a questa figura professionale inviare una e-mail ad ed@simonel.com specificando nel Soggetto: Inserzione 4247A. Sarete direttamente contattati dall'interessato.

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Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri". Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don"hibreria/gadda.htmarget="_blank" style="text-decoration: none; color:#ff0000">Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005).



 


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