Donne, è giunta l’ora della vendetta!
Vendetta contro gli uomini che vi negano parità di diritti e di trattamento, che vi umiliano e vi fanno del male. E per vendicarvi potete avere come guida ideale qualche gran donna del passato.
Come Santippe la grintosa moglie di Socrate che, come ci racconta Diogene Laerzio, una volta scagliò contro il marito, un vaso da notte.
Come Caterina Sforza, grande signora, guerriera ed amatrice, che nella sua vita mise in riga più di un uomo, anche se importante e famoso. Così tosta che, nel 1488, assediata nella rocca di Ravaldino, alla minaccia dei maschi assedianti di ucciderle i figli in mano loro se non si arrendeva, alta sulle mura, si tirò su la sottana urlando - ho qui lo stampo per farne degli altri -. E gli assedianti, intimoriti da tanto coraggio e sfrontatezza, rinunciarono alla loro minaccia.
Ma, per vendicarsi ci vuole anche un’arma. Escluso il mattarello, strumento obsoleto e fuori moda grazie anche alla brillante industria alimentare, si potrebbe pensare alla borsetta. Ma anche qui lo strumento vendicativo non è più adatto perché le borsette contemporanee sono per lo più poco consistenti, flosce, talvolta viscidamente repellenti. Non sono più quei rigidi e robusti cofanetti di una volta che, ben maneggiati, potevano, con una borsettaia alla testa, abbattere un maschio.
E’ passato alla storia il raid di zitelle nibelunghe che, a colpi di borsetta, hanno sparso il terrore in un teutonico luogo di perdizione chiamato night club che restava aperto addirittura fino alle undici di sera.
Poco male, perché il vecchio, tradizionale ombrello può fare benissimo al caso.
Non quello accorciabile che ha fatto la fortuna di una città cinese dove si fabbricano circa la metà degli ombrelli venduti nel mondo. Ma quello tradizionale con il manico ritorto da usare come segue.
Si avvicina il maschio reo di antifemminismo quanto necessario per agganciarlo al collo con l’ombrello, lo si tira verso di sé e, quando abbastanza vicino, si dà una robusta ginocchiata in zona tecnicamente utile alla riproduzione ed al godimento. Causando, oltre che insopportabile dolore, anche danni probabilmente definitivi all’orgoglio del maschio.
Ma ci vuole un poco di discernimento nell’usare questo espediente bellico che i massimi strateghi contemporanei, pur nell’era della guerra elettronica, dei satelliti e dei droni, hanno definito strumento di offesa ancora ineguagliato.
Un poco di discernimento, gentile signore, per cui è opportuno che voi agganciate con l’ombrello solo incalliti maschilisti e maschi veramente malvagi. Perché, essendo gli uomini antifemministi e malvagi, ahimè, piuttosto numerosi, se azzerate il meccanismo riproduttivo di troppi si rischia di estinguerci anzitempo per mancanza di nascite. E, forse, molte di voi si dispiacerebbero per non esserci più un numero sufficiente di compagni che vi facciano toccare il settimo cielo.
Per non correre questo rischio, non potendo calcolare il numero ideale di maschi da azzerare, c’è una sola soluzione, mettere in pratica il millenario detto cinese: se vuoi vedere il tuo nemico morto, siediti ed aspetta.
Ettore Falconieri
stakano@bluewin.ch
@ettorefalconier
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