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Domenico Da Binasco!
di Ettore Falconieri                    


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Ginevra, 29 Settembre 2007 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21- 22- 23 - 24 - 25 - 26 -  27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 46 - 47 - 48 - 49 - 50 - 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63 - 64 - 65 - 66 - 67 - 68 - 69 - 70 - 71 - 72 - 73 - 74 - 75 - 76 - 77 - 78- 79

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"I Chierici siamo Noi" di Ettore Falconieri

Siamo una
Scioccocrazia?

  In uno studio riservato sulle democrazie europee, redatto per la Cancelleria Federale, il prof Heinrich Von Kugelnbrecher, direttore dell’Institut fuer Politikwissenshaft dell’Università di Neuekeinstadt, in Germania, definisce l’Italia “eine dummekratie”, una scioccocrazia.
  La cosa, naturalmente, dispiace. Ma bisogna ammettere che le argomentazioni dello studioso, che è considerato uno dei massimi esperti di politica democratica, si basano su realtà nostrane dalle quali trae conclusioni certo eccessive, ma che si possono, almeno parzialmente, comprendere se viste con l’occhio di altre mentalità.
  Ecco alcune delle tante realtà esaminate dal professore.
Un aumento non previsto delle entrate tributarie, dovuto ad un progresso dell’economia, viene tosto battezzato da qualche nostalgico di letteratura ottocentesca “tesoretto”. E sul tesoretto si scatena la bagarre.
  “A me il tesoretto” strillano da mesi ministri, sindacati, associazioni varie, amministratori locali, capi partito, peones della politica, mentre politologi, economisti, giornalisti disquisiscono sul suo impatto sociale, economico, politico se utilizzato in questo o quel modo. Anche se nessuno pare in grado di dare cifre precise su di esso.
  Ora, come tutti sanno, tra le democrazie occidentali, l’Italia, rispetto al Prodotto Interni Lordo, è tra i paesi più indebitati, il suo debito pubblico è enorme. E un normale buonsenso vorrebbe che ogni maggiore introito disponibile venisse utilizzato, senza chiaccherarci sopra, per la diminuzione del debito. Evitando al paese il tormentone del presunto tesoretto che, di fatto, non esiste ed agli osservatori esteri il trauma di tanta sciocchezza.
  
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  Ogni tanto, ministri del governo in carica sentono l’impellente necessità di partecipare a riunioni, a marce, a manifestazioni varie per protestare contro la politica o decisioni specifiche del governo del quale fanno parte e dal quale si guardano bene dal dimettersi. Siamo a vertici di delirio politico che svettano a livelli di metafisica inconsistenza mai raggiunti prima. C’è da meravigliarsi se un teutonico professore ne trae conclusioni non benevole?
  Da anni e anni, l’ipotetica riforma elettorale ha partorito un nuovo modello di sinfonia concertante per sole voci, che non smette più di assillare il povero popolo sovrano. In una sagra armonica di suoni cacofonici, dove sonorità contrastanti di cori e solisti si oppongono, si sovrappongono, biascicano sempre le stesse note, gli stessi accordi, gli stessi ritornelli. Note, accordi e ritornelli che, salvo una vergognosa leggina che ha negato ai cittadini la possibilità di candidarsi e che andrebbe subito annullata, nulla di concreto hanno prodotto e producono, se non inconsistenti rumori. L’esigenza di fare, in fretta, una riforma elettorale seria, così necessaria al paese, è divenuta un’araba fenice. L’importante è cantare, vociare, emettere suoni.
  Quando altrove, si approfondisce, ci si contrappone, si discute, anche aspramente, ma poi si trova un accordo sapendo che è dovere dei politici prendere decisioni nell’interesse del paese.
  Ma l’illustre accademico d’oltralpe è sì severo con noi, ma ci lascia una speranza.
  Con un ardito paragone, accomuna la quantità di sciocchezza utilizzabile nella politica italiana alle risorse minerarie disponibili di una qualsiasi materia prima, affermando che anche alla sciocchezza può essere applicata la nota teoria del picco di Hubbert elaborata dal geofisico americano nel 1956. Secondo tale teoria, l’estrazione di una data materia prima, per esempio il petrolio, in un dato giacimento o nel suo complesso, avviene secondo una evoluzione temporale limitata nel tempo seguendo una particolare curva a campana, il cui vertice è appunto detto picco di Hubbert, raggiunto il quale l’estrazione scende sino ad azzerarsi.
  Ora, afferma il Prof Kugelnbrecher, la stupidità politica è senza dubbio assimilabile ad una risorsa mineraria perché essa è la materia prima di molti politici del bel paese ed ha raggiunto in Italia un livello tale che, umanamente, non se ne può immaginare uno superiore. Non può che essere, quindi, al picco di Hubbert ed iniziare, ora, a scendere.
  L’Italia politica va, sicura e senza tentennamenti, verso un roseo futuro.

Ettore Falconieri
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  Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato «Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» (Archinto).
   «I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook
ed Ex Libris - Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole sulle religioni.

 

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