Presidente Napolitano, non ha nulla da dire?
S
ignor Presidente,
ai tempi della cosiddetta prima repubblica si sapeva poco della corruttela specie agli alti livelli, delle colossali mazzette per partiti e politici che uscivano anche da società ed enti statali. Si mormorava, ma la maggioranza dei cittadini non sapeva o, se sapeva, non immaginava l’enormità della corruzione, di fatto, istituzionalizzata.
Ora, invece, i cittadini sanno o possono sapere tutto sulle tante cose che non vanno nel paese. Cronache quotidiane a parte, sono anche stati pubblicati numerosi libri che le documentano in modo imparziale ed approfondito. Mentre enti internazionali che, con criteri obiettivi, valutano i vari paesi, su questa o quella situazione, rendono note le loro conclusioni e classifiche.
Così sappiamo che la corruzione spicciola, diretta od indiretta, di politici e singoli cittadini, è la più alta tra le democrazie consolidate. La piccola e la grande truffa, la piccola e la grande evasione fiscale, le mazzette per appalti o quelle per i politici e tanto altro, sono cronaca quotidiana.
Sappiamo che la casta partitica, di qualunque colore politico essa sia, ha quasi istituzionalizzato comportamenti per spillare impropriamente pubblici quattrini, a livello nazionale, ma sopratutto locale. E dispensa favori impropri con leggi, leggine e delibere amministrative.
Sappiamo che abbiamo il peggiore sistema giudiziario non lontano, in classifica, da quello di paesi del terzo mondo. E sappiamo che abbiamo i sindacati meno democratici guidati da una oligarchia che si autocoopta al vertice ed amministra un patrimonio immenso, a trasparenza zero. A danno dei lavoratori in generale e degli iscritti in particolare.
Abbiamo la questione del sud che si dibatte da decenni ripetendo con noiosa monotonia sempre le stesse cose, senza mai affrontarla alla radice dicendo, chiaro e tondo, che alla base di tutto c’è un problema etico.
Più che in qualsiasi altra democrazia occidentale, abbiamo varie zone del paese in mano alla criminalità organizzata ed abbiamo una setta piovra che si espande gradualmente in enti ed istituzioni.
Siamo la sola democrazia nella quale la volontà espressa dagli elettori nei referendum non viene rispettata dalle oligarchie partitiche e nella quale, abolito il voto di preferenza, alcune decine di persone all’interno dei vari partiti decidono chi saranno gli eletti. Con la conseguenza che i parlamentari sanno di essere stati scelti dai partiti e non dai cittadini, comportandosi di conseguenza. Viene così violato un principio fondamentale della democrazia.
Trionfalismi ufficiali a parte, Signor Presidente, basta leggere la stampa internazionale e sentire quanto si dice di noi nelle cancellerie di paesi democratici per rendersi conto che siamo ormai considerati un paese diverso, di serie bi. E ne è una piccola, marginale dimostrazione anche il fatto che gli Italiani con posti di responsabilità in vari organismi internazionali, politici, economici, onusiani ed altri, si contano, quando ci sono, sulla punta delle dita.
E tutto questo nella totale indifferenza di parlamentari e governanti che hanno ridotto la vita politica ad uno squallido gallinaio politico mediatico in cui c’è di tutto salvo la voce dei cittadini.
Ci vuole una rivoluzione etica nel nostro paese, Signor Presidente, e la può scatenare solo Lei. Parlando senza giri di frase a tutti gli Italiani, inviando messaggi cannonate al parlamento, richiamando le oligarchie partitiche all’ordine, cioè al servizio dei cittadini. I sermoncini non bastano più.
Bisogna che Ella esca dalla routine politica e dai formalismi di tutti i giorni e sia indifferente agli strepiti ipocriti che certamente ci saranno, pensando solo alla gente.
Ha una occasione unica per passare alla storia d’Italia.
Ettore Falconieri
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