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A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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Ginevra,
11 Gennaio 2006 -
n.
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Le società musulmane non hanno avuto l'illuminismo...
I l cristianesimo ebbe ai suoi albori un’espansione strepitosa, considerando lo
stato delle comunicazioni dell’epoca. Ma ancora piu’ strepitosa fu l’espansione
dell’islam che pochi decenni dopo la morte di
Maometto conquisto’ buona parte
dei paesi a sud ed est del Mediterraneo, piu’con la spada che con il Corano.
Perché l’islam era ed in parte è ancora una religione di conquista,
contrariamente al cristianesimo che si affermo’ con un messaggio di pace, di
rispetto dell’individuo, di amore. Il cristianesimo, eresie minori a parte, si
fraziono’ dopo alcuni secoli per motivi politici e disquisizioni dogmatiche, in
due tronconi, con la chiesa d’oriente che fu a lungo potente e rispettata quasi
come quella di Roma. Mentre l’islam si fraziono’ quasi subito per motivi
dinastici relativi alla successione di
Maometto in Sciti, Sunniti, Ismailiti ed
altri. Ed iniziarono ad uccidersi tra di loro molto prima dei cristiani e, come
si sa, continuano ancora a farlo.
Ma i paesi dell’islam a cavallo del millennio furono piu’ progrediti di quelli
cristiani e furono all’avanguardia in vari campi, come la matematica o la
filosofia. E nella medicina. Assieme a quella andalusa e di Montpellier anche la
famosa scuola medica di Salerno, cara a Federico II, fu fondata dagli arabi e vi
insegno’ il grande Ibn Zuhr che fu maestro di Averroè. Ma vi fu anche
comprensione e desiderio di conoscere il pensiero e la religione degli altri.
Alla famosa scuola dei traduttori di Toledo del tredicesimo secolo lavorarono
gomito a gomito, nel rispetto reciproco, saggi arabi, ebrei e cristiani per
tradurre, far conoscere e comparare le opere antiche e contemporanee delle
rispettive religioni e filosofe.
E vi fu piu’ tolleranza che in Europa nelle nazioni dell’islam perché, salvo
momenti storici particolari, gli infedeli dovevano andare vestiti in un certo
modo, pagavano piu’ tasse, ma non erano perseguitati. Quando nel 1492 i regnanti
cattolici, Ferdinando di Aragona ed Isabella di Castiglia, espulsero gli ebrei
dalla Spagna, pagina tra le piu’ vergognose della storia occidentale, la maggior
parte di essi trovo’ rifugio nei paesi dell’islam.
Poi inizio’ la decadenza. Crollato l’impero ottomano, quasi tutti i paesi
islamici furono conquistati o colonizzati, direttamente od indirettamente, dai
paesi europei e dalla Russia. E’ naturalmente impossibile sintetizzare in poche
parole le vicende complesse, la storia multiforme e gli sviluppi politici tutti
differenti uno dall’altro di quei paesi. Ma si puo’ affermare che l’unica
costante che li accomuno’ quasi tutti fino alla ritrovata indipendenza e li
accomuna tuttora è il perdurare del controllo della oligarchia religiosa sulla
società. Con qualche eccezione in paesi ex comunisti, Turchia e pochi altri dove
la politica ha avuto il sopravvento sulla religione. Pur divisa tra i vari rami
di quella religione, pur con differenti e talora contrastanti interpretazioni
del corano, pur senza una struttura gerachica come la chiesa di Roma, pur senza
l’attributo di stato sovrano, pur nei travagli di conquiste, dittature, sovrani
spesso incapaci o retrogradi, guerre, l’oligarchia religiosa mussulmana ha
ancora in suo potere la stragrande maggioranza dei cittadini di quegli stati. E
se ne serve affinchè le cose non cambino. Anche perché si ritiene, a torto,
depositaria di valori e leggi divine che dovrebbero regolare la società.
Scuole e sacerdoti della chiesa di Roma hanno svolto a lungo un’opera meritoria
sostituendosi al principe od allo stato incapaci o indifferenti ai doveri della
pubblica istruzione ed, insegnando, evidentemente, indottrinavano. Succede lo
stesso nella stragrande maggioranza dei paesi islamici dove le madrasas, le
scuole islamiche gestite dal clero, svolgono un ruolo civico importante, ma, pur
escludendo quelle fanatizzate che incitano alle guerre sante, non insegnano
certo quei valori che sono alla base delle società occidentali. Diritti civici,
democrazia, maggiore giustizia, piu’ libertà, uguaglianza delle donne sono la
negazione di quanto hanno predicato per secoli e significherebbero la perdita
del loro potere. E, coerentemente, vedono come demonio, come male supremo i
paesi che tali valori applicano e vorrebbero esportare. Mentre le frange piu’
estremiste non esitano a comportarsi di conseguenza mettendo in moto il
terrorismo.
Le società mussulmane non hanno avuto l’illuminismo e tutto quello che ne è
seguito, né Erasmo da Rotterdam, Tocqueville, Beccaria e tanti altri. In Europa
il progresso della società civile ed il riscatto dai dogmi sono avvenuti
dall’interno per partenogenesi, dopo lungo ed immane travaglio, mentre in quei
paesi non possono realizzarsi, per ora, che con un contributo, almeno di idee,
esterno. Ed è anche questo che, con il complesso di inferiorità di non aver
saputo creare società progredite come quelle democratiche, crea sentimenti di
rivalsa, enfatizzati in alcuni paesi dal potere petrolifero.
Potere petrolifero che, proprio per quella arretratezza culturale di matrice
religiosa, preferisce investire fuori dei suoi paesi o in stravaganti progetti
architettonici di immagine piuttosto che in fabbriche, scuole, università,
centri culturali, biblioteche che arricchirebbero la formazione e la maturità
dei loro cittadini e creerebbero posti di lavoro. Secondo uno studio fatto nel
2003 da coraggiosi scienziati arabi per l’United Nations Development Program
risulta, tra l’altro, che dal 1980 al 1999, i paesi arabi hanno ottenuto 171
brevetti internazionali contro 16.328 della Corea del sud nello stesso periodo.
E secondo una stima dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, nel 2004,
degli 88 milioni di disoccupati maschi in tutto il mondo, tra i quindici e i
ventiquattroanni, circa il 26 percento era nel Medio Oriente e Nordafrica.
Nessun alto esponente religioso islamico ha mai espresso, ad alta voce,
preoccupazione per questa situazione che per loro non è un problema. Cosi’ come
non ha strillato condanne per le carneficine fratricide tra mussulmani che sono
sempre avvenute. Non ci si puo’ quindi aspettare che condanni stragi
terroristiche di infedeli portatori di idee , per loro, rivoluzionarie. Ma
perdono tempo a lanciare fatwa contro l’abbigliamento sportivo di una tennista
mussulmana. Niente di nuovo, tuttavia, sotto il sole. Quando in Italia si
sentivano ancora in chiesa le prediche contro il popolo deicida, gli ebrei,
c’era chi (poi diventato capo dello stato) strappazzava in pubblico una signora
scollata.
Ma la gente comune di fede islamica che sa quello che succede nei paesi liberi
si sta già, timidamente, muovendo e si agiterà sempre piu’, anche con l’aiuto di
intellettuali e politici consapevoli che la strada da prendere è una sola,
quella verso la democrazia. E, come è avvenuto per la chiesa di Roma, si spera
riesca a imporre al suo clero una società, comunque credente, ma nella quale è
il popolo l’unico sovrano e solo i suoi eletti hanno poteri decisionali che
riguardano la collettività.. La separazione tra stato e chiese è la premessa per
società migliori che rendano i cittadini meno infelici. E non -
gravemente ingiuriosa per dio - come affermo’ una enciclica papale.
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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