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di Ettore Falconieri                    


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BUON NATALE A TUTTI  Ginevra, 23 dicembre 2005 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24                                    
 
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  Autostrade ed automobilisti della gleba...

Voglio restare vivo!

  Ci sono anche i chierici autostradali che sfruttano gli automobilisti della gleba.
  Molti chilometri di autostrade italiane appartengono ad un gruppo che in passato ha dato un brillante esempio di capacità ed intelligenza imprenditoriali, ha creato posti di lavoro, ha reso famoso nel mondo il suo nome. Poi, entrato a far parte del gotha economico e finanziario, si è lasciato tentare, come troppi suoi pari, dal far finanza con i soldi degli altri senza nulla creare.
  Acquistata dallo stato la quota azionaria per divenire azionista di riferimento della Società Autostrade, indebitandosi, ha messo assieme una serie di operazioni finanziarie che gli hanno consentito di scaricare sulla società autostradale parte del debito contratto. Non solo. Come si è letto sulla stampa economica anche recentemente quasi fosse una cosa normale ed eticamente accettabile, ma non lo è, usa la copiosa liquidità creata dai pedaggi per fare ulteriori investimenti. Sottraendo cosi’ soldi alla gestione dell’autostrada a scapito degli automobilisti e degli altri azionisti.
  Ed i risultati si vedono.
  Anche senza fare paragoni umilianti con autostrade di paesi vicini, basta il buon senso per constatare che lo stato della manutenzione generale è mediocre. Che il fondo stradale è in alcuni tratti dissestato e pericoloso. Che i blocchi guardrail di cemento che separano i sensi di marcia non sono sempre allineati e taluni creano uno spigolo sino alla striscia che delimita la carreggiata con potenziali drammatiche conseguenze. Che i lavori durano troppo perché non si lavora a piu’ turni. Che spesso si marcia a corsie ridotte per chilometri e chilometri senza vedere lavori in corso. Che la segnalazione di ingorghi, di blocchi del traffico, di neve è approssimativa e non tempestiva. Che le deviazioni per lavori non sempre sono segnalate correttamente e sono talvolta impostate senza tenere conto della sicurezza. Che, se vi sono lavori in corso, vengono messi cartelli limitativi della velocità, contradditori, ridicoli ed impossibili da osservare. Che ai caselli dove confluiscono piu’ correnti di traffico, per accedere alle corsie preferenziali, tipo telepass, bisogna spesso tagliare pericolosamente la strada ad altri, cosa, che se ci sono code è anche defatigante, quando possibile. Che per lungo tempo non si poteva avere il telepass con carta di credito ed ora ne è accettata solo una, ma solo se domiciliata in Italia, cosa altamente risibile da paese in via di sviluppo. Che alcune aree di servizio sono sporche e palesemente inadeguate specie per i camionisti che devono sostarvi a lungo per riposare o per blocco del traffico pesante. E tanto altro.
  Data la situazione delle sue finanze, lo stato ha fatto bene a vendere ed è evidente che il privato che acquista non puo’ che muoversi secondo i criteri economici che riterrà piu’ opportuni. Ma nel caso specifico deve tenere conto che si tratta di un servizio pubblico che ne delimita la sfera di azione, essendo primari gli interessi degli automobilisti e la loro sicurezza. Potrà pagarsi ragionevoli dividendi per remunerare il capitale investito anche dai piccoli azionisti, ma non puo’ usare i pedaggi come vacca da mungere.
  Per dirigere un’ autostrada non occorre essere un Pico della Mirandola del management. Perché non occorre andare a cercare clienti che ci sono già in abbondanza, non bisogna produrre nulla, non ci sono problemi finanziari dato che si incassa dagli automobilisti contestualmente all’erogazione del servizio o a brevissimo termine. Bisogna solo saper fare manutenzione, miglioramenti, potenziamenti.  Ed i soldi per farli, se non vengono sottratti, ci sono.

Ettore Falconieri

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  Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato «Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» (Archinto).
   «I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook
ed Ex Libris - Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole sulle religioni.

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