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A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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BUON
NATALE A TUTTI
Ginevra,
23 dicembre 2005 - n.
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Autostrade ed
automobilisti della gleba...
Voglio restare
vivo!
Ci
sono anche i chierici autostradali che sfruttano gli
automobilisti della gleba.
Molti chilometri di autostrade italiane appartengono ad un gruppo che in
passato ha dato un brillante esempio di capacità ed
intelligenza imprenditoriali, ha creato posti di lavoro, ha
reso famoso nel mondo il suo nome. Poi, entrato a far parte
del gotha economico e finanziario, si è lasciato tentare,
come troppi suoi pari, dal far finanza con i soldi degli
altri senza nulla creare.
Acquistata dallo stato la quota azionaria per divenire azionista di
riferimento della Società Autostrade, indebitandosi, ha
messo assieme una serie di operazioni finanziarie che gli
hanno consentito di scaricare sulla società autostradale
parte del debito contratto. Non solo. Come si è letto sulla
stampa economica anche recentemente quasi fosse una cosa
normale ed eticamente accettabile, ma non lo è, usa la
copiosa liquidità creata dai pedaggi per fare ulteriori
investimenti. Sottraendo cosi’ soldi alla gestione
dell’autostrada a scapito degli automobilisti e degli altri
azionisti.
Ed i risultati si vedono.
Anche senza fare paragoni umilianti con autostrade di paesi vicini, basta
il buon senso per constatare che lo stato della manutenzione
generale è mediocre. Che il fondo stradale è in alcuni
tratti dissestato e pericoloso. Che i blocchi guardrail di
cemento che separano i sensi di marcia non sono sempre
allineati e taluni creano uno spigolo sino alla striscia che
delimita la carreggiata con potenziali drammatiche
conseguenze. Che i lavori durano troppo perché non si lavora
a piu’ turni. Che spesso si marcia a corsie ridotte per
chilometri e chilometri senza vedere lavori in corso. Che la
segnalazione di ingorghi, di blocchi del traffico, di neve è
approssimativa e non tempestiva. Che le deviazioni per
lavori non sempre sono segnalate correttamente e sono
talvolta impostate senza tenere conto della sicurezza. Che,
se vi sono lavori in corso, vengono messi cartelli
limitativi della velocità, contradditori, ridicoli ed
impossibili da osservare. Che ai caselli dove confluiscono
piu’ correnti di traffico, per accedere alle corsie
preferenziali, tipo telepass, bisogna spesso tagliare
pericolosamente la strada ad altri, cosa, che se ci sono
code è anche defatigante, quando possibile. Che per lungo
tempo non si poteva avere il telepass con carta di credito
ed ora ne è accettata solo una, ma solo se domiciliata in
Italia, cosa altamente risibile da paese in via di sviluppo.
Che alcune aree di servizio sono sporche e palesemente
inadeguate specie per i camionisti che devono sostarvi a
lungo per riposare o per blocco del traffico pesante. E
tanto altro.
Data la situazione delle sue finanze, lo stato ha fatto bene a vendere ed
è evidente che il privato che acquista non puo’ che muoversi
secondo i criteri economici che riterrà piu’ opportuni. Ma
nel caso specifico deve tenere conto che si tratta di un
servizio pubblico che ne delimita la sfera di azione,
essendo primari gli interessi degli automobilisti e la loro
sicurezza. Potrà pagarsi ragionevoli dividendi per
remunerare il capitale investito anche dai piccoli
azionisti, ma non puo’ usare i pedaggi come vacca da
mungere.
Per dirigere un’ autostrada non occorre essere un Pico della Mirandola
del management. Perché non occorre andare a cercare clienti
che ci sono già in abbondanza, non bisogna produrre nulla,
non ci sono problemi finanziari dato che si incassa dagli
automobilisti contestualmente all’erogazione del servizio o
a brevissimo termine. Bisogna solo saper fare manutenzione,
miglioramenti, potenziamenti. Ed i soldi per farli, se
non vengono sottratti, ci sono.
Ettore Falconieri
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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