Caro
Babbo Natale...
Sei vecchio, certo affaticato, forse con qualche acciacco, con le spalle ricurve per il sacco pesante che portavi, quindi è giunta anche per te l’ora di non stancarti più, di riposarti.
Dimentica i doni che portavi a grandi e piccini. Erano, nella stragrande maggioranza dei casi, supeflui, perché chi li riceveva aveva già molto se non tutto. Erano doni che troppi consideravano, ormai, una necessità, quando non erano che frivolezze e la tua generosità veniva interpretata spesso quasi come obbligo a dare.
Puoi continuare ad esserer generoso, senza portare doni, senza stancarti, solo con un sorriso o con qualche parola di conforto.
Per esempio a quella donna che sta per essere lapidata per leggi ed abitudini infami. Non puoi salvarla, ma il tuo sguardo sereno di vecchio nonno che tanto ha vissuto darà ai suoi ultimi istanti di vita la sensazione di non essere sola, di avere qualcuno che la rispetta e le vuol bene, tra il tanto odio che la circonda.
E se aggiungerai qualche parola di conforto e solidarietà, non solo in lei, ma anche in qualche altra donna che potrà sentirti, nascerà la speranza che la barbarie, prima o dopo, dovrà finire e saranno in futuro trattate come esseri umani e, non più, peggio delle bestie.
E non ti stancherai neanche se scendi in lande spesso aride e calde dove non sei mai stato e dove migliaia di esseri umani muoiono ogni giorno di stenti o malattia.
Porta un pezzo di pane raffermo o una scodella di zuppa od un intruglio di cibi scartati dai cittadini dei paesi ricchi, che coloro cui portavi regali non mangerebbero mai. Salveranno, almeno per un giorno, una vita umana. Un giorno di vità è già qualcosa, anche perché la vita è speranza e può far sperare che quel pezzo di pane, quella scodella di zuppa, quell’intruglio ci saranno anche domani.
Passeggia un poco in uno di quei campi profughi dove migliaia di disperati, che hanno sofferto inaudite violenze e privazioni, sperano, forse invano, di tornare alle loro case. Con il tuo abbigliamento che non conoscono e che prenderanno per una mascherata potrai forse far sorridere qualcuno. Ed un sorriso, anche passeggero, può far dimenticare per un istante le sofferenze quotidiane.
Farebbe piacere vederti anche a qualche prigioniero politico che, nell’indifferenza quasi generale, marcisce, senza diritti e talvolta torturato, nelle carceri di troppi paesi. Spesso totalmente isolato e senza contatti con l’esterno, vedrà nella tua visita un segno che il mondo dei giusti e dei buoni non lo ha dimenticato. Togliti dinnanzi a lui il tuo buffo cappello ed inchinati in segno di rispetto. Tra tante umiliazioni, riproverà la dignità di essere uomo.
Caro Babbo Natale, tanto altro bene potresti fare con una tua visita. Fallo. Lo puoi. Perché sei un personaggio di fiaba e nelle fiabe tutto e possibile. Anche far sognare oppressi, derelitti e miserabili. Ed il loro sogno di un futuro migliore illuminerà la notte di Natale di una luminosità che non si era mai vista.
Ettore Falconieri
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