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di Ettore Falconieri                    


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Ginevra, 10 Febbraio 2007 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21- 22- 23 - 24 - 25 - 26 -  27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 46 - 47 - 48 - 49 - 50 - 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63 - 64 - 65 - 66


Evviva
la BUROCRAZIA

  P
remessa teorica per conclusioni pratiche.
   Si immagini di prendere due campioni, uguali tra di loro, di cento persone rappresentative di donne ed uomini in cerca del primo lavoro, con caratteristiche, vizi e virtu’ mediamente rappresentativi della comunita' italiana, quali intelligenza, mediocrità, ambizione, rassegnazione, voglia di lavorare, pigrizia, furbizia e così via. E si immagini che un campione trovi lavoro in un ente statale o parastatale, l’altro lo trovi in una società privata bene amministrata con rapporti di lavoro equilibrati.
   Ebbene, i due campioni uguali all’inizio dell’esperienza lavorativa, dopo un certo numero di anni avranno, mediamente, comportamenti umani e lavorativi molto differenti. I cento dell’ente statale o parastatale, seppure sempre uguali a quegli altri, avranno una produttività lavorativa inferiore, una maggiore indifferenza al buon funzionamento dell’ente che li impiega, una qual cinica rassegnazione sulla possibilità di avanzamento senza sponsor politici o meccanismi imposti da sindacati, un rispetto approssimativo dell’orario di lavoro e cosi’ via. E fin qui, nulla di nuovo visto che si sa da sempre che ogni essere umano è condizionato dall’ambiente, dalle regole, dai comportamenti collettivi, anche sul lavoro.

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   Ma, soprattutto, essi non avranno la consapevolezza che il loro modo di lavorare ha aspetti criticabili, ha produttività inferiore e che, a parità di impegno e fatica, potrebbe dare risultati di gran lunga maggiori. Pur sapendo che ogni umano agire è migliorabile, non avranno la piu’ pallida idea di quanto dovrebbero cambiare per avere comportamenti sul lavoro pari a quelli dell’altro campione.
   E poiché ogni cambiamento ad abitudini consolidate costa fatica, materiale e mentale, per quanto possibile, vi si opporranno. Per fare un esempio banale ed ormai frusto, ma di facile comprensibilità, riterranno loro diritto una pausa cappuccino di durata che sarebbe giudicata vergognosa in altri posti di lavoro.
   E ciò anche se, evidentemente, saranno sempre, umanamente parlando, persone per bene e rispettabili così come lo sono quelle dell’altro campione.
   Il problema delle pubbliche amministrazioni patrie sta tutto qui.
   La struttura burocratico – amministrativa – politica dello stato italiano e, in parte, anche delle amministrazioni locali, per tutta una serie di motivi storici, sociali, economici, politici, non ha saputo aggiornarsi ed adeguarsi alle nuove esigenze della società ed al progresso economico. E, per gli stessi motivi, la classe dirigente statale, fatta di persone simili al campione ipotizzato, e quella politica, nelle quale manager e imprenditori sono praticamente assenti, non se ne rendono ancora conto e ritengono di sovrintendere, se non il migliore dei mondi possibili, organizzazioni ed uffici che, sono sì perfettibili, ma non sono poi tanto male.
   Come il campione suddetto, non si rendono assolutamente conto che strutture burocratiche di stato ed amministrazioni locali sono di gran lunga le peggiori di tutte le altre democrazie occidentali (est Europa escluso) e, di conseguenza, poco o nulla fanno per migliorarle.
   Altrove si fanno per posta od in pochi minuti negli uffici competenti pratiche che da noi prendono settimane, mesi e defatiganti code a sportelli e se anche altrove alcune pratiche necessitano piu’ tempo per motivi oggettivi, il cittadino è informato sull’iter ed ha la tranquillità di essere trattato come un cittadino e non come un suddito.
   Per citare situazioni spicciole nelle quali quasi tutti i cittadini si sono imbattuti, altrove, si fa la voltura di un’automobile in pochi minuti, si ottiene il secondo originale di una patente smarrita in pochi giorni e per posta. Si dialoga con gli uffici, anche fiscali, via internet od al telefono al quale vi è sempre qualcuno che risponde, cosa non sempre certa da noi. Altrove la giustizia è più veloce, ambienti ed uffici giudiziari non hanno l’aspetto, che spesso hanno da noi, di corte dei miracoli.
   Né il cittadino bisognoso di cure è umiliato con vessazioni burocratiche ed attese indecorose. Abbiamo il più alto numero di leggi in assoluto, le più pletoriche e numerose assemblee legislative, il record di leggi con errori e spesso incomprensibili per i continui riferimenti a leggi e commi precedenti.
   Tra l’altro, una delle leggi piu’ disattese è la legge Bassanini secondo la quale i vari enti non possono chiedere al cittadino documentazioni che possono procurarsi direttamente e che invece continuano a pretendere violando la legge, facendogli perdere tempo ed addossandogli oneri impropri.
   Ci vorrebbero anni di buona volontà e di corale impegno da parte di tutti – dipendenti e dirigenti statali, sindacati, politici – per portarci al livello di altri paesi, per cambiare mentalità, leggi, procedure. Sarebbe un compito immane.
   Ma poiché chi dovrebbe far partire il grande balzo in avanti non si rende conto della gravità del problema, non si fa nulla di decisivo e si tira a campare con qualche pannicello caldo.
   Eppure basterebbe, con un poco di costruttiva umiltà, imparare dagli altri.

Ettore Falconieri
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  Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato «Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» (Archinto).
   «I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook
ed Ex Libris - Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole sulle religioni.

 

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