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Cina ed
altri
verso
la democrazia?
A
cavallo tra ottocento e novecento
la Cina passò i momenti più bassi e tristi della
sua storia. Ne furono corresponsabili anche
alcuni i paesi occidentali che, politicamente e
militarmente forti, al culmine della loro
potenza coloniale, pretendevano di imporle come
comportarsi.
Nel dicembre del 1900 il grande Luigi Barzini
senior (che centanni fa, con Borghese e
Guizzardi vinse la Pechino - Parigi in
automobile con la leggendaria Itala che rifarà
il percorso quest’anno), in una corrispondenza
da Pechino per il Corriere della Sera, accennava
a questa presunzione occidentale anche in campo
religioso e scriveva, tra l’altro, che erano
arrivati predicatori “… Lazzaristi, Trappisti, Francescani,
Domenicani, Gesuiti, e poi Cattolici Inglesi,
Protestanti, Greco-Russi, Battisti- Metodisti,
Presbiteriani, Episcopaliani, Congregazionalisti,
della Chiesa Scozzese e di quella Americana, e
di quella Canadese, Liberi Cristiani, e tutti,
naturalmente, pretendenti di avere l’unica e
vera chiave del Regno dei Cieli. Come potrebbe
un cinese di buona volontà diventare cristiano
senza diventare…. matto ? “
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Anche oggi molti esponenti politici ed
intellettuali del mondo occidentale, di svariate
tendenze politiche e convinzioni, come i
predicatori suaccennati, tendono a salire in
cattedra sentenziando su cosa dovrebbe fare la
Cina in questa o quella situazione. L’argomento
diritti umani è sempre in prima linea e questo è
comprensibile, ma si dimentica di considerare
cosa era la Cina di Mao Tse Tung e cosa è la
Cina di oggi. Si tende a sottovalutare, progresso economico a parte, i timidi ma
concreti passi avanti fatti in tema di maggiore
libertà e di società civile e le difficoltà di
pilotare un paese da una dittatura ideologizzata
ed assoluta verso una organizzazione sociale
meno lontana da quella delle democrazie.
La Cina non è una piccola nazione esteuropea
appena arrivata all’indipendenza.
E’ un paese con una popolazione di circa un
miliardo e trecento milioni di abitanti, in
parte etnicamente non omogenea, con tradizioni
del tutto diverse da quelle del mondo
occidentale, paese nel quale il recente e spesso
disordinato progresso economico ha creato enormi
scompensi tra le città e le campagne, con una
storia di trenta secoli, di cui va fiero, nella
quale non ha mai soffiato, come in Europa,
neppure un timido venticello ideologico che
accennasse a valori democratici.
Compito immane quello di condurre la Cina sulla
strada della democrazia.
Non si sa se l’oligarchia al potere vorrà o sarà
capace di farlo, ma non si può che ammirare
quello che ha fatto sino ad ora e le si deve dar
credito che forse è intenzionata a fare di più.
Gestire tale compito immane vuole pazienza,
vuole prudenza, vuole bastone e carota per non
far sì che l’enorme edificio, sotto le tensioni
strutturali del cambiamento, non ceda e si
frantumi in rivoluzioni, secessioni, disordini,
crisi economiche, ricadute in dittature e così
via.
E’ lo stesso arduo compito che ha l’attuale
dirigenza sovietica. Putin punta al potere
personale? Ad una nuova Unione Sovietica?
Oppure gli si puo’ dare credito che il restare
saldamente al timone è l’unico mezzo per
condurre in porto una nave con molte avarie e
con una ciurma disorganizzata? La storia lo
dirà. Ma è certo che, se vorrà riuscire in tale
compito, le democrazie consolidate potranno
aiutarlo con discreti consigli, solidarietà,
offrendo contropartite, più che con petulanti
rimbrotti che potrebbero indisporre ed ottenere
il risultato opposto.
C’è un esempio, nella storia recente, di un
passaggio senza traumi dalla dittatura alla
democrazia. Quello della Spagna. Anche se non è
di moda parlarne bene, il Generale Franco, nella
seconda parte della sua vita, ha smantellato
quello che aveva creato anni prima e, pur in un
contesto molto difficile in cui le ferite della
guerra civile non si erano ancora rimarginate, è
riuscito in un atterraggio morbido verso la
democrazia per il quale la storia futura gli
renderà merito. Ma la Spagna è un paese di
quell’ Europa che ha concepito la democrazia e
questo fa la differenza.
Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto). «I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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