|
A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
Chierici, Chierichetti
e Tabù
>
di
Ettore Falconieri
<<<Acquista
il libro in SeBook o in Ex Libris se ami ancora pensare...
Se clicchi sulla copertina leggi le prime pagine
Ginevra,
11 settembre 2005 - n.
1 -
2 -
3 -
4 -
5 -
6 -
7 -
8 -
9 -
10
Un
assaggio di qualche pagina di tutti i SeBook?
Clicca qui >>>
"Vendete tutto quello che avete e distribuitelo ai
poveri..."
Le democrazie hanno imposto la trasparenza in vicende
e comportamenti economici affinché vengano rispettate le
leggi che li regolano ed affinché chi detiene un potere
economico non ne abusi a scapito di singoli e
collettività... Così sono pubbliche le dichiarazioni dei
redditi, pubblici sono i bilanci di società, enti, stato. Ed
anche ciò che pubblico non è, è sottoposto a controlli. E’
anche principio universalmente accettato e, talvolta,
imposto che chi raccoglie denaro dai cittadini, a fine di
lucro o altro, debba rendere conto su come lo ha utilizzato.
Non così si comporta la chiesa di Roma che raccoglie somme ingenti con il
due per mille e non rende conto a nessuno su come li ha
spesi. Sarebbe corretto ed anche rispondente a valori fatti
propri dalla fede cattolica che periodicamente venisse reso
noto un bilancio delle somme percepite e del loro utilizzo.
Magari certificato da una società di revisione contabile.
Tanto più che la chiesa fa anche pubblicità televisiva per
invitare a sottoscrivere il due per mille, vantando le sue
opere di bene ed ha di conseguenza il dovere morale di
dimostrarlo nei fatti.
E se la chiesa non sente questo dovere morale, una legge dello stato
dovrebbe imporlo. Ma, si sa, su certi argomenti lo stato
italiano si comporta come un sangiaccato del Vaticano.
D’altronde i beni della chiesa sono un tabù consolidato nel tempo e chi
vuol saperne di più viene accusato di attentare al sacro,
alla fede, che con i soldi non dovrebbero avere niente a che
fare. Chiese ed enti religiosi direttamente od
indirettamente collegati hanno in Italia patrimoni immensi,
forse percentualmente superiori a quelli dell’Italia appena
riunificata che volle la confisca di una parte di essi,
ritenendo che tale potenza economica avrebbe condizionato,
senza averne titolo, lo stato e l’economia. (In cittadine
italiane meta di pellegrinaggi religiosi, oggi, santuari,
chiese e conventi con vaste proprietà nel comune comandano
spesso più degli amministratori locali). Molti di questi
patrimoni vengono da lasciti, contributi, elemosine di
cittadini e sarebbe quanto meno corretto mostrare maggiore
trasparenza.
Qualcuno maligna che la chiesa fa del bene solo con i soldi degli altri.
Calunnia ? Basterebbe rendere pubblici i bilanci per
smentirla. Se non c’è nulla da nascondere, naturalmente...
La curia di Milano, tra i tanti esempi che si possono fare, ha un
patrimonio immobiliare che, se conosciuto, farebbe
sobbalzare sull’inginocchiatoio qualche pio credente. Perché
non vendere qualcosa e dare il ricavato, ipotesi tra le
tante, ad un paese in via di sviluppo per azzerare il debito
estero?
Che colpo pubblicitario sarebbe, se succedesse. Ma non succederà, anche
se duemila anni fa qualcuno, noto alla chiesa, disse:
vendete tutto quello che avete e distribuitelo ai poveri…
Ettore Falconieri
Hai Qualche Commento da Fare? Inseriscilo tu stesso in
The Web Park Speaker's Corner
>>
Ettore Falconieri, genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro» (SeBook ed Ex Libris - Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole sulle religioni.
|
|
|
|