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A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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Ginevra,
7 Aprile 2006 -
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...ed eccoci
all'Accademia di Brera:
perché tanto degrado?
Chissà se qualche esponente o responsabile,
a qualsiasi livello, di quella importante istituzione che è
Brera a Milano prova mai vergogna quando attraversa i corridoi a
pianterreno dell’Accademia.
Se non la prova, o è un incivile o è un tonto.
Il degrado quasi istituzionale, la mancata manutenzione, la sporcizia
dovuta anche alla ineducazione di molti cittadini sono purtroppo
una costante in molti edifici pubblici italiani e ci abbiamo
fatto l’abitudine al punto che non suscita piu’ meraviglia il
degrado, quanto l’efficienza, la pulizia o l’ordine quando li si
trova. E dovremmo provare tutti un poco di vergogna pensando ai
visitatori di paesi stranieri dove simili barbarie sono
inesistenti.
Ma l’Accademia di Brera è qualcosa di piu’ di un edificio pubblico
qualsiasi e in sovrappiu’ è a Milano città ricca, non in una
città di provincia con pochi mezzi o problemi di sottosviluppo
economico. Sopra vi è la Pinacoteca, a sinistra la biblioteca
Braidense, l’Accademia stessa ha una storia illustre che fa
parte della storia della città che la ospita. Eppure l’impresentabilità
di quei corridoi dura da tempo.
Passi per la disordinata accozzaglia di foglietti, bandi e manifesti
appiccicati su porte, muri ed insufficienti bacheche che sono
accettabili in un ambiente studentesco specie se artistico.
Ma non sono ammissibili muri sporchi ed avariati, volte che non hanno
conosciuto pennello o scopino probabilmente da decenni e dalle
quali si scrostano scaglie di intonaco. Fa vergognare lo stato
di statue, alcune di valore, sbrecciate e con la sporcizia che
ha permeato pietre e marmi. Sono offensive del buon gusto, oltre
che del senso civico comune, lapidi, che ricordano momenti della
vita passata dell’ istituzione e della città, quasi illegibili
per la crosta di sozzura che le ricopre.
Di solito, quando si rinfaccia a responsabili e pubbliche autorità simile
stato di cose, la risposta è sempre la stessa, mancano i fondi,
cosa che, purtroppo, risponde spesso a verità. Ma i fondi non
sono tutto e si puo’ fare molto anche quando mancano, basta la
buona volontà.
L’Italia, secondo stime ufficiose, pare sia il primo paese europeo per il
numero di persone che pratica il volontariato e si troverebbero
certamente tanti milanesi che, se informati, esortati ed
organizzati, sarebbero pronti a dedicare qualche ora per dare un
aspetto piu’ civile ad una istituzione che loro appartiene.
Pronti ad accorrere con scopini, scale, pennellesse e quant’altro,
magari durante il fine settimana.
E la stessa cosa potrebbero farla gli studenti dell’Accademia che passano
in quelli squallidi ambienti tante ore. Sempre che qualcuno si
degni, e ne abbia la capacità e lo stimolo, di infondere loro un
poco di entusiasmo, un poco di senso civico. Oltre che
l’orgoglio di studiare in una istituzione famosa che merita un
piccolo sforzo per diventare piu’ vivibile. Oltretutto pulizia e
restauro di statue ed altro fanno in un certo senso parte della
loro vocazione artistica.
Ma c’è quel qualcuno?
C’è da dubitarne visto che nessuno pare preoccuparsi del degrado attuale.
E, se c’è, forse ha paura delle critiche, non vuole prendersi la
responsabilità, teme di mettere in moto permessi, licenze,
soprintendenze, magistrati che aprono un fascicolo per abuso di
ufficio, partiti politici e relative correnti locali che ne
approfittano per creare un caso, ispezioni dell’ispettorato del
lavoro, sindacati che esigono compensi per l’opera svolta…..
Che paese complicato!
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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