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di Ettore Falconieri                    


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Ginevra, 7 Aprile 2006 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21- 22- 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39
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   ...ed eccoci all'Accademia di Brera:
  perché tanto degrado?

 
  C
hissà se qualche esponente o responsabile, a qualsiasi livello, di quella importante istituzione che è Brera a Milano prova mai vergogna quando attraversa i corridoi a pianterreno dell’Accademia.
  Se non la prova, o è un incivile o è un tonto.
  Il degrado quasi istituzionale, la mancata manutenzione, la sporcizia dovuta anche alla ineducazione di molti cittadini sono purtroppo una costante in molti edifici pubblici italiani e ci abbiamo fatto l’abitudine al punto che non suscita piu’ meraviglia il degrado, quanto l’efficienza, la pulizia o l’ordine quando li si trova. E dovremmo provare tutti un poco di vergogna pensando ai visitatori di paesi stranieri dove simili barbarie sono inesistenti.
  Ma l’Accademia di Brera è qualcosa di piu’ di un edificio pubblico qualsiasi e in sovrappiu’ è a Milano città ricca, non in una città di provincia con pochi mezzi o problemi di sottosviluppo economico. Sopra vi è la Pinacoteca, a sinistra la biblioteca Braidense, l’Accademia stessa ha una storia illustre che fa parte della storia della città che la ospita. Eppure l’impresentabilità di quei corridoi dura da tempo.
  Passi per la disordinata accozzaglia di foglietti, bandi e manifesti appiccicati su porte, muri ed insufficienti bacheche che sono accettabili in un ambiente studentesco specie se artistico.
  Ma non sono ammissibili muri sporchi ed avariati, volte che non hanno conosciuto pennello o scopino probabilmente da decenni e dalle quali si scrostano scaglie di intonaco. Fa vergognare lo stato di statue, alcune di valore, sbrecciate e con la sporcizia che ha permeato pietre e marmi. Sono offensive del buon gusto, oltre che del senso civico comune, lapidi, che ricordano momenti della vita passata dell’ istituzione e della città, quasi illegibili per la crosta di sozzura che le ricopre.
  Di solito, quando si rinfaccia a responsabili e pubbliche autorità simile stato di cose, la risposta è sempre la stessa, mancano i fondi, cosa che, purtroppo, risponde spesso a verità. Ma i fondi non sono tutto e si puo’ fare molto anche quando mancano, basta la buona volontà.
  L’Italia, secondo stime ufficiose, pare sia il primo paese europeo per il numero di persone che pratica il volontariato e si troverebbero certamente tanti milanesi che, se informati, esortati ed organizzati, sarebbero pronti a dedicare qualche ora per dare un aspetto piu’ civile ad una istituzione che loro appartiene. Pronti ad accorrere con scopini, scale, pennellesse e quant’altro, magari durante il fine settimana.
  E la stessa cosa potrebbero farla gli studenti dell’Accademia che passano in quelli squallidi ambienti tante ore. Sempre che qualcuno si degni, e ne abbia la capacità e lo stimolo, di infondere loro un poco di entusiasmo, un poco di senso civico. Oltre che l’orgoglio di studiare in una istituzione famosa che merita un piccolo sforzo per diventare piu’ vivibile. Oltretutto pulizia e restauro di statue ed altro fanno in un certo senso parte della loro vocazione artistica.
  Ma c’è quel qualcuno?
  C’è da dubitarne visto che nessuno pare preoccuparsi del degrado attuale. E, se c’è, forse ha paura delle critiche, non vuole prendersi la responsabilità, teme di mettere in moto permessi, licenze, soprintendenze, magistrati che aprono un fascicolo per abuso di ufficio, partiti politici e relative correnti locali che ne approfittano per creare un caso, ispezioni dell’ispettorato del lavoro, sindacati che esigono compensi per l’opera svolta…..
  Che paese complicato!

Ettore Falconieri
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  Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato «Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» (Archinto).
   «I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook
ed Ex Libris - Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole sulle religioni.

 

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