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Politici
,
rispettate
il referendum del '93
Nel referendum del 18 aprile 1993 gli Italiani hanno votato a
grande maggioranza per un sistema elettorale maggioritario, ma
le leggi elettorali che sono state successivamente approvate dal
parlamento non ne hanno tenuto conto.
In nessun’altra democrazia compiuta sarebbe stato possibile un
tale disprezzo della volontà del popolo sovrano.
Ora, da qualche mese, è ricominciato il can can politico
mediatico per un'altra legge elettorale, ma tutte le ipotesi,
tutte le proposte sul tappeto, come le due leggi precedenti, non
rispettano ciò che gli Italiani vogliono. Ipotesi e proposte
sono solo espedienti per non cambiare sostanzialmente nulla e
consentire ad una oligarchia partitica di mantenere la presa sul
governo del Paese e sullo Stato.
Ipotesi e proposte rispondono solamente alla preoccupazione dei
vari partiti e partitini di mantenere potere, prebende e
poltrone e si differenziano tra di loro, non per una differente
visione del miglior sistema per governare il paese, ma per i
differenti e spesso contrastanti interessi politici delle varie
botteghe partitiche.
Come è possibile che una tale violazione dei principi essenziali
di una democrazia abbia ripetutamente luogo?
E’ possibile perché la politica rappresenta sempre meno il Paese
Reale e gli Italiani sono di conseguenza sempre più
indifferenti, se non disgustati dalla politica.
E molti che potrebbero alzare la voce fanno finta di niente per
non scontrarsi con il potere.
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Tra le ipotesi ora in campo c’è la lodevolissima iniziativa del
referendum per ridare la parola agli elettori. Ma se questo
referendum andrà in porto e se, come è certo, il responso degli
Italiani sarà, sostanzialmente, lo stesso del '93, vi sono
fondati motivi per ritenere che i professionisti della politica
si arrampicheranno sui vetri e faranno salti mortali tripli con
avvitamenti carpiati a destra ed a sinistra per non tenerne
conto. Come hanno fatto con il referendum precedente.
Allora, una via ipotizzabile per tentare di uscire da questa
situazione, umiliante per la democrazia italiana, è quella di
gridare a gran voce che i politici sono obbligati,
istituzionalmente e moralmente, a rispettare alla lettera i
risultati del referendum del '93, procedendo al più presto ad
approvare una legge elettorale in tal senso.
I promotori del referendum in fieri potrebbero dare un
costruttivo contributo, indirizzando per qualche settimana le
loro energie in questa direzione, invitando i cittadini a
travolgere di lettere, email, telefonate e quant’altro, i
personaggi della politica e le massime istituzioni dello stato
che hanno quasi tutte anche un indirizzo elettronico.
E lo stesso potrebbero fare tutte le organizzazioni, politiche e
non, che sono favorevoli al referendum.
Nonché coloro che sono letti con attenzione sui giornali ed
hanno la possibilità di esortare i cittadini a far sentire la
loro voce.
Se si creasse dal basso un’onda di consenso a subissare i
professionisti della politica di inviti a rispettare i desideri
del popolo sovrano, la presente proposta di un cittadino
qualsiasi avrebbe qualche possibilità di smuovere le acque.
Anche perché sempre di voti hanno bisogno i politici e di fronte
ad una significativa dimostrazione di volontà popolare alcuni
allergici al maggioritario potrebbero ripensarci.
Questa proposta ha buone probabilità di essere definita
velleitaria, demagogica e populista e sarà accolta da alcuni,
politici e non, con ironica commiserazione, cosa che, fatto
salvo ogni altro giudizio, confermerà la loro mediocre
consapevolezza di cosa è una democrazia o, peggio, confermerà
che antepongono il loro miserevole potere politico, o
l’altrettanto miserevole ruolo di reggi coda dello stesso, al
rispetto degli elettori considerati vacche dalle quali mungere
voti usabili a loro piacimento.
Ma accuse e sentenze da quei pulpiti sono irrilevanti.
Allora via con email, lettere agli abitanti del Palazzo: CHIEDO CHE IL PARLAMENTO RISPETTI LA VOLONTA’ DEL POPOLO SOVRANO
ESPRESSA CON IL REFERENDUM DEL 1993 ED APPROVI AL PIU’ PRESTO
UNA LEGGE ELETTORALE MAGGIORITARIA.
E via con una catena di S.Antonio per propagare la buona
novella, meglio, la buona email o lettera.
Se poi il Presidente della Repubblica, al quale trasmetterò la
presente, decidesse di inviare un chiaro messaggio in tal senso
al Parlamento…
Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto). «I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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