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A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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Ginevra,
5 Gennaio 2006 -
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La Chiesa di Roma e
il progresso...
Una
costante secolare della chiesa di Roma è l’accusare chi la studia e la critica
in termini storici di essere nemico della religione e di attentare al sacro
della sua tradizione. Così facendo, mescola, a ragion veduta, i valori
spirituali della fede, che evidentemente vanno rispettati anche dai critici
della chiesa, con l’ apparato della chiesa stessa che, come ogni altro organismo
terreno, è fatto da uomini. Plagiando molti credenti a fare altrettanto. Anche
per questo molti storici non sono sereni quando trattano della storia politica
della chiesa. Prima o dopo, qualcuno dovrà pur affrontare l’argomento con tutta
obiettività, soprattutto ora che archivi vaticani in precedenza inaccessibili
sono a disposizione degli studiosi. Magari approfondendo i sintetici spunti che
seguono.
La chiesa di Roma fa ascendere il suo potere terreno alla cosidetta
«Donazione di Costantino », donazione che è un falso, come ha definitivamente
dimostrato Lorenzo Valla già nel quattrocento, quando ci voleva un certo
coraggio per farlo. Come Stato importante ha condizionato per secoli la storia
europea ed essendo il suo capo anche principe dei credenti, ha avuto il potere
di mettere in moto vicende epocali, come indire crociate, incoronare imperatori,
condizionare nemici lanciando scomuniche. E la sua autorità geopolitica l‘ha
resa spesso arbitra di vertenze, come, qualche esempio a caso tra i tanti, la
sponsorizzazione del matrimonio dell’ultima regina di Cipro e di Gerusalemme con
Jean de Brienne nel 1209 o la divisione delle terre extra europee tra Spagnoli e
Portoghesi (trattato di Tordesillas del 1494) con ben due bolle di Alessandro VI
e Giulio II.
Poi venne Lutero, la controriforma, le guerre di religione, il papa
resto’ principe di meno credenti, gli stati sovrani, anche per una crescente
influenza dei cittadini, divennero meno inclini a sottomettersi ad esortazioni
romane. E il potere politico della chiesa diminui’. Cerco’di influire, per via
indiretta, sulla politica degli stati con i gesuiti, combattenti di Cristo, ma
da molti paesi vennero espulsi. Cosi’, agli albori dell’ottocento non le resto’
che uno stato terreno ed il condizionamento religioso dei cittadini cattolici
dei vari paesi.
Ma stavano prendendo corpo nuove idee che mettevano in discussione
il potere temporale e spirituale della chiesa che reagi’ con vemenza. Sentenzio’
che bisognava - detestare con ogni vigore i sacrileghi attentati commessi contro
il civile principato della Chiesa Romana – (Enciclica 19/1/1860 di Pio IX ). Ed
arrivo’ nel 1864 l’Enciclica - Quanta cura – con in appendice il terribile
Sillabo dove si affermava che l’uomo non è libero di abbracciare e professare
quella religione che avrà reputato essere vera(XV). E che la religione cattolica
deve essere l’unica dello Stato(LXXVII). Il 2 novembre 1870, il neo re d’Italia
- definito re di briganti alla testa di una banda di delinquenti– venne
scomunicato.
Ma la storia procedeva inesorabile, il progresso della società civile ebbe il
sopravvento e la chiesa, sulla difensiva, cerco’ di minare lo stato italiano ed
il suo processo democratico, prima con il - non expedit (non conviene) - del
10/9/1874 che proibi’ la partecipazione dei cattolici al voto ed alla vita
politica dello stato. Poi con l’Enciclica –Vehementer nos – di Pio X del
11/2/1906 dove si diceva : - Che si debba separare lo stato dalla chiesa è una
tesi assolutamente falsa, un errore pernicioso…..gravemente ingiurioso per Dio.
– In seguito, i vertici della chiesa si resero conto che l’unico modo per
continuare ad avere influenza sugli stati era quello di condizionarli con il
voto dei cattolici propensi a seguire le loro direttive ed il – non expedit- fu
abolito nel 1919. Il primo concreto risultato di questa nuova politica arrivo’
qualche anno dopo con i Patti Lateranensi, voluti da Mussolini per ingraziarsi i
cattolici, appunto, ma caricando una mina a scoppio ritardato che avrebbe
condizionato in negativo la vita dello stato italiano nei decenni successivi ed
ancora oggi.
Ma la nuova politica della chiesa non significo’ la rinuncia alla
guerra contro le idee che l’avevano ridimensionata, sintetizzate con la parola
modernismo. Nell’enciclica - Pascendi – di Pio X del 8/9/1907 si trova : - E’
parimenti officio dei vescovi impedire che gli scritti infetti di modernismo, o
ad essi favorevoli, si leggano se sono già pubblicati o, se non lo sono,
proibire che si pubblichino.– Modernismo che ancora negli anni Cinquanta del
secolo scorso si riteneva una minaccia se prima di laurearsi era obbligatorio
fare giuramento contro di esso all’Università Cattolica di Milano, fondata da
quel padre Agostino Gemelli che pochi anni prima aveva aderito alla politica
razziale del fascismo.
Della chiesa di oggi si puo’ dire, in sintesi, che si è rassegnata
ai valori di libertà e di democrazia della società civile, ma senza approvarli e
farli suoi come dimostra il fatto che non li applica al suo interno. Mentre con
il condizionamento del voto cattolico e la piaggeria, specie in Italia, di vari
politicanti, riesce ad avere ancora un potere, fatto salvo il rispetto per la
fede cattolica e per i suoi osservanti, che non le appartiene. E la sua
organizzazione capillare sul territorio in buona parte del mondo le dà prestigio
e valenza diplomatica.
La guerra che ha fatto al progresso della società civile non è
diversa da quella che fa ora l’Islam... (Continua
la prossima settimana)
Ettore Falconieri
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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