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Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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Ginevra,
16 Ottobre 2006 -
n.
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Acqua calda
Alitalia
Hanno scoperto l’acqua calda,
bravi !
Sono ormai decenni che l’Alitalia perde cifre incredibili Che i
costi di gestione sono superiori a quelli dei concorrenti. Che
sindacati e sindacatini fanno il bello ed il cattivo tempo oltre
ogni logica economica anche del peggior carrozzone. Che partiti
politici, ed uno di destra piu’ di altri, la ritengono una
propria riserva e difendono a spada tratta lo status quo,
barattando un pugno di voti contro decenza ed interesse del
paese. Che dipendenti scioperano a ripetizione per difendere
abusi, scarsa produttività sul lavoro ed anche comportamenti
illeciti, piu’ che per legittime rivendicazioni, totalmente
indifferenti al danno economico e di immagine alla compagnia di
bandiera. Che medici compiacenti stendono falsi referti per
malati immaginari ansiosi di non lavorare per non perdersi
eventi sportivi o mediatici. Che viaggiatori, sulle rotte dove
non c’è il monopolio Alitalia, fuggono verso altre compagnie.
Che passeggeri si lamentano di disservizi, di inefficienze, di
ritardi, di voli annullati all’ultimo momento, di overbooking e,
talvolta, anche di villanie a bordo. Che annunci sul prossimo e
certo risanamento inondano etere e carta stampata e nulla
succede. Che politici di varia responsabilità e caratura
ricordano, senza far seguire le parole ai fatti, l’importanza
per il paese di una compagnia di bandiera. Che il peggior
cialtronume partitico e sindacale prende in giro l’opinione
pubblica ed i cittadini che pagano il conto, molto salato,
migliaia e migliaia di miliardi di lire, miliardi e miliardi di
Euro.
Ed ecco che, come se nulla fosse sino ad ora accaduto, l’ineffabile
corresponsabile della catastrofe, anche per essere stato per due
volte presidente dell’Iri, scopre l’acqua calda annunciando,
urbi et orbi, che la situazione è insostenibile. Ma no! Ma come
ha potuto essere così bravo da accorgersene. Che acume, che
competenza economica, che statura da vero statista. Ed attorno
al pentolone dell’acqua calda, testè scoperta, assentono seriosi
comprimari, anch’essi corresponsabili. Che si guardano bene,
tuttavia, dal proporre o richiedere a chi di dovere i
provvedimenti che potrebbero porre un freno alle perdite, un
limite all’indecenza.
Provvedimenti che, piu’ passa il tempo, piu’ prevale, per mancanza
di coraggio e serietà, l’inerzia, piu’ costano in termini
economici ed umani.
A guidare l’Alitalia vi sono state anche persone serie e
competenti, ma anche un gigante del management non avrebbe
potuto fare granché, frenato da politici, da arroganze
sindacali, da irresponsabilità e disonestà di dipendenti
coccolati e protetti dall’ establishment al potere, da muri di
gomma di ministri che dicevano si’ tra quattro mura e
proclamavano il contrario davanti a microfoni.
E, se il coraggio di prendere il toro, seriamente, per le corna
continuerà a mancare, a traumi umani ed economici si
aggiungeranno, probabilmente, dopo i recenti umilianti dinieghi
di accordi da parte di compagnie estere, umilianti trattative
con altre compagnie che avranno facile gioco a fare la parte del
leone.
L’Alitalia così ridotta è il tragico risultato della politica
intesa come esercizio del potere da gestire e tenere costi quel
che costi e di un sindacalismo che semina diritti a piene mani e
nega doveri.
Oltre che di inettitudine ed ignoranza.
Ettore Falconieri
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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