L'ISTRICE


Quando le notizie pungono


Le Rubriche


 

Sommario

Libri

SeBook

Ex Libris

Dialettando.com

Home Page Simonel

The Web Park Speaker's Corner

   

 
Chierici, Chierichetti e Tabù >

di Ettore Falconieri                    


<<<AGGIUNGI AL CARRELLO
Acquista il libro in SeBook o in Ex Libris se ami pensare...
 
Se clicchi sulla copertina leggi le prime pagine

Guarda la VideoPresentazione "in diretta" dell'Editore >>>
Ginevra, 7 Giugno 2007 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21- 22- 23 - 24 - 25 - 26 -  27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 46 - 47 - 48 - 49 - 50 - 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63 - 64 - 65 - 66 - 67 - 68 - 69 - 70 - 71 - 72 - 73 - 74


Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoConversazione sull'eBook
"I Chierici siamo Noi" di Ettore Falconieri

   Saremo tutti cannibali?

 Alla metà del cinquecento, un marinaio artigliere tedesco, al servizio dei Portoghesi, Hans Staden, dopo varie vicissitudini sulle coste del Brasile, viene catturato dai cannibali Tupinamba.
  Per una serie di fortunate circostanze, come racconta nel suo libro (Warhaftig Historia und beschreibung eyner Landshaft der Wilden Nacketen Grimmigen Menschfressen Leuthen ) non subisce la sorte che tocca di norma ai prigionieri, sorte che così descrive.
  Vengono colpiti dietro la testa con una clava, così forte che il cervello ne schizza fuori e, per non perdere una parte per loro appetitosa di quanto sta più in basso, viene tappato il fondo schiena. Sono le donne che tengono le interiora, e tutto quello che c’è dentro, con cui fanno una pappa, chiamata mingau, che bevono assieme ai bambini.
  Quando indispensabile per sopravvivere, l’uomo si è spesso cibato del suo simile. Oltre ai cannibali per i quali il mangiar nemici era, per così dire, istituzionale, istinto innato, è la fame che ha indotto naufraghi a mangiare carne umana, o abbruttiti evasi da lager siberiani a portarsi dietro giovani ingenui come scorta di cibo ( I racconti della Kolyma di V.Salamov), o sopravvisuti di aereo caduto tempo fa tra le nevi delle Ande che hanno poi ammesso di aver potuto cavarsela fino all’arrivo dei soccorsi solo mangiando i morti.
  La storia insegnata non ne parla, ma anche in Europa, durante le carestie, il mangiar carne umana è stato per secoli l’espediente per sopravvivere. Ed era evidentemente meglio mangiare bambini che hanno la carne più tenera e sono più facilmente catturabili.
  L’orco che mangia i bambini di fiabe e saghe varie, era un riflesso della realtà, diventato anche strumento educativo: se non fai questo arriva l’orco.
   Vuoi acquistare una o più copie Ex Libris di questo eBook stampata in volume per te? Scrivi nel box il numero di copie e clicca aggiungi al carrello

N. copie:

  I primi coloni inglesi arrivati in America, a Jamestown in Virginia il 14 maggio 1607, ebbero molte difficoltà ad organizzarsi in modo tale da avere cibo a sufficienza, anche perché gli indiani Powhatan ( come la bella Pocahontas resa famosa da un recente film), che erano bravi agricoltori, pensavano, comprensibilmente, solo a sestessi. Così nell’inverno 1610 i coloni sopravvissuti, dopo avere mangiato cani, gatti, topi e simili, disseppellirono i cadaveri per cibarsene ed uno di loro uccise la moglie e la salò a pezzi per far durare la sua personalissima scorta di cibo.
  E’ successo in passato, potrebbe succedere anche in futuro.
  Dicono i pessimisti che la popolazione del mondo aumenta più delle risorse agricole disponibili, anche perché parte di esse dovranno essere indirizzate ai biocarburanti. Che la fauna ittica diminuisce in modo drammatico perché si pesca troppo e spesso senza raziocinio. Che ogni altra fauna commestibile potrà essere decimata da virus mortali, in parte conosciuti, in parte no.
  La situazione potrebbe divenire indubbiamente drammatica per la razza umana e sarà allora ragionevole prendere in considerazione l’ufficializzazione del cannibalismo, come espediente intelligente per sopravvivere.
  La materia prima non manca.
  Pur escludendo di potersi nutrire dei propri morti, soprattutto se vecchi perché di difficile digestione e meno ricchi di sostanze nutritive, dato che gli umani anche in futuro continueranno a scannarsi con esuberanza, vi sarà cibo di guerra per tutti.
  Il problema sarà stabilire chi mangia chi e dare alla nuova esigenza alimentare una civile regolamentazione.
  Non potrà che occuparsene l’Onu, in seno alla quale potrà essere creato l’Alto Commissariato per l’Alimentazione Alternativa ( non sarebbe politicamente corretto usare il termine cannibalismo) che, come primo atto, potrà indire una conferenza internazionale per aggiungere alla Convenzione di Ginevra una postilla che si occupi dell’utilizzo culinario dei morti in guerra. Argomento indubbiamente ostico che sarà campo di battaglia per tutti, dai politici ai filosofi, dai teologi ai sociologi, dai cuochi agli scienziati. Non escludendo naturalmente i sindacalisti che vorranno mettere becco anche lì.
  Premessa ad ogni decisione essendo evidentemente: si mangiano i propri caduti o quelli del nemico? E qualunque fosse l’accordo raggiunto, essendo i caduti in guerra dei due belligeranti un po’ da una parte del fronte, un po’ dall’altra, si dovrà affidare alla Croce Rossa Internazionale, adeguatamente attrezzata di mezzi frigoriferi, il compito di smistarli alle parti alle quali la postilla della Convenzione di Ginevra li avrà assegnati. In caso di contestazione sull’assegnazione, deciderà un apposita commissione istituita presso la Fao ( Food and Agricultural Organisation ).
  Che provvederà anche a promuovere una nuova letteratura culinaria sui vari modi di trattare, cucinare e condire un alimento sino ad allora non molto conosciuto.
  Tenendo, tuttavia, presente che l’umanità ha da secoli una qual esperienza nel maneggiare cadaveri.
  Dalla introduzione di Pietro Camporesi alla - Storia sociale degli odori - di A.Corbin. “ La tavola barocca, profumata di odori escrementali, pensava segretamente alla morte…. Impressionanti le ricette per imbalsamare i cadaveri proprio per la lugubre analogia con parallele operazioni di pratica culinaria.
  Si prescriveva in questi casi si estrarre il – cervello per le nari con un ferro empiendo il luogo con odori - . Poi inciso (- sparato – è il corrispondente termine culinario) il ventre, - trattone le interiora – l’empivano di – pistati odori -, lo guarnivano e lo farcivano con un ripieno aromatico così come i cuochi sono soliti trattare un roulé o un pollo.. . Spezzata la calvaria (la teca cranica), si trae il cervello e, gettate le pupille, la spinal midolla e gl’ intestini, si tiene per lo spazio di quattr’ore appeso per i piedi… disseccato poi che sia… si sospende sopra il fumo del mirto, del lauro, del rosmarino, del cipresso… Se si legge sbadatamente, qualcuno potrebbe confondere questo odoroso cadavere fumé con la lardatura di un fagiano. “
  Così, grazie alle guerre, ci sarò cibo per tutti. Come è avvenuto, da che mondo è mondo, tra le tribù di cannibali.
  Il problema di nutrire l’umanità, tuttavia, potrebbe non trovare soluzione definitiva se, per la costante, convincente, instancabile opera di pacifisti, soprassalti irenici di intere collettività porteranno all’abolizione delle guerre. E parola d’ordine, slogan universale diverrà, parafrasando Von Clausewitz : la pace è la continuazione della politica con altri mezzi.
  Ma, passato l’entusiasmo iniziale per la pace, la fame riprenderà il sopravvento e, in mancanza di altro, agli umani non resterà che cibarsi con i facilmente catturabili, perché miti e indifesi, pacifisti.
  Digeriti i quali, ricominceranno le guerre e l’umanità, felice e contenta, continuerà a scannarsi ed a nutrirsi in abbondanza.

  

Ettore Falconieri
Hai Qualche Commento da Fare? Inseriscilo tu stesso in The Web Park Speaker's Corner >>
Vuoi contattare Ettore Falconieri? Clicca qui>>

 

  Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato «Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» (Archinto).
   «I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook
ed Ex Libris - Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole sulle religioni.

 

Google
Web www.simonel.com
Catalogo - Simonelli Editore - Da 10 Anni Libri sempre Originali, Particolari, Esclusivi  - Simonelli Editore - Catalogo

GUARDA le VideoConversazioni
di
Luciano Simonelli

Sei una Banca
o un imprenditore e vorresti fare
un'intelligente sponsorizzazione
culturale?
Scrivici:
ed@simonel.com
Noi qualche idea interessante ce l'abbiamo.
Per esempio...
CLICCA QUI


 

© Copyright Simonelli Editore - All the rights are worldwide reserved