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Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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Ginevra,
20 dicembre 2006 -
n.
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Salottocrazia
Come si sa, la
democrazia è il migliore compromesso per far convivere gli
esseri umani e le loro tante diversità.
Se nessuna democrazia è perfetta, perché tale non è l’umanità, è
pur vero che alcune democrazie sono più imperfette di altre.
Come quella italiana, che è la più imperfetta rispetto alle
altre democrazie occidentali (neodemocrazie dell’est Europa
escluse). Anche se non pare se ne rendano conto notabili della
politica e di altre professioni che fanno opinione, ma che
purtroppo può facilmente constatare chi abbia un minimo di
conoscenza di quanto è avvenuto nella storia recente ed avviene
quotidianamente in altri paesi. Dove il giudizio su di noi è
spesso poco lusinghiero.
Ma questo riguarda il passato, perché un’alba radiosa si sta
schiudendo per l’italica democrazia. Grazie alla genialità di un
commentatore di calibro, il Galli Della Loggia, che, pochi
giorni fa, sul Corriere della Sera, ha sentenziato che, per
migliorare il paese, la politica deve ascoltare i salotti.
Fantastico, da far impallidire tutti coloro che, sino ad ora,
hanno fatto testo su argomenti democratici e gli ingenui
ignoranti che ritenevano, di certo erroneamente, ora lo possiamo
dire, che la politica dovesse ascoltare gli elettori.
E’ evidente la costruttiva rivoluzione copernicana che la buona
novella del Galli Della Loggia apporta al mondo politico
nostrano ed i grandi vantaggi che essa recherà ai cittadini.
In effetti, le attuali procedure di espressione ed
organizzazione del consenso sono complicate, faraginose,
imperfette, con periodiche elezioni che sono defatiganti, e per
elettori che devono uscire di casa per recarsi alle urne anche
con il cattivo tempo, e per partiti politici e candidati che per
attirare l’attenzione dei votanti sono costretti, i meschinelli,
a dire cosa vorrebbero fare se eletti, a preparare corposi
progranni politici, a indicare le loro priorità. Cose delle
quali, come è comprensibile, farebbero volentieri a meno se
inique leggi ed obsolete usanze non scritte non li
costringessero a farlo.
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E’ evidente, invece, che la salottocrazia avrebbe procedure
snelle ed una veloce estrinsecazione della volontà dei
salottieri interpellati.
Il Galli Della Loggia non si è ancora espresso sulle modalità
esecutive della sua geniale intuizione ed è auspicabile che lo
faccia presto poiché, visto l’entusiasmo che ha suscitato, ne è
richiesto a furor di popolo.
Ma è ragionevole pensare che le linee guida del suo pensiero
potrebbero essere, più o meno, le seguenti.
I partiti, che come è noto si ritengono, a ragione, depositari
del bene politico assoluto, individuano, diciamo in ogni
capoluogo di provincia, alcuni salotti che ritengono capaci di
assumersi il gravoso onere ed onore.
Salotti nei quali i salottieri, non molti (troppi farebbero
confusione), verrebbero cooptati dall’alto tra categorie
intellettuali che in passato si sono sempre distinte per avere
idee alla moda e tutt’altro che immutabili, cosa che è sintomo
di costruttivo dinamismo. Categorie intellettuali che,
evidentemente, non includerebbero operai e lavoratori
dipendenti. Le classi lavoratrici, si sa, nei salotti non sanno
comportarsi bene, né sanno esprimersi in modo fumoso ed ambiguo,
cosa necessaria in ogni salotto che si rispetti ed in modo
particolare in quelli della salottocrazia dove, è evidente, chi
vi entra desidererà restarci a lungo e dovrà quindi galleggiare
come una piuma su idee vagamente espresse e quindi facilmente
modificabili se cambia il vento.
Periodicamente, diciamo una volta al mese, i salotti dovranno
riunirsi su convocazione del governo ed esprimersi a voce su
questo e su quello. Il loro parere sarà evidentemente solo
consultivo, poiché se venisse reso vincolante per partiti e
governo, si ricadrebbe nell’infausta situazione attuale che
tanti problemi ha creato e crea.
In un secondo tempo, collaudatone il funzionamento, i salotti
potranno occuparsi anche di problematiche locali venendo
interpellati direttamente da sindaci e presidenti di provincia e
regione che potranno gradatamente liberarsi dell’ormai inutile
fardello dei consiglieri comunali, provinciali e regionali.
Sindaci, presidenti di provincia e regioni che, con apposita
legge, resteranno in carica a vita, dando così una costruttiva
continuità alla loro gestione.
Sarà più difficile definire il ruolo dei salotti quanto ad
elezioni di senatori e deputati, ma non è prematuro affermare
che già si potrebbe intravedere una abolizione degli stessi.
Cosa che comporterebbe, tra l’altro, dopo il risparmio del costo
delle elezioni, un ulteriore risparmio per il bilancio statale,
considerato quanto intascano i parlamentari. Risparmio dal quale
andrebbe naturalmente dedotto il costo dei salotti, in spese
generali e di funzionamento e quello dei salottieri che,
considerato l’impegno ed il tempo che dedicano al paese,
meriteranno retribuzioni, gettoni di presenza, rimborsi spese e
quant’ altro necessario.
Resterebbe da definire la situazione di partiti e governo. Ma
non è escluso che un ulteriore approfondimento del nuovo status
politico del paese possa prevedere anche per i membri del
governo e le dirigenze partitiche un permanenza a vita. E il
capo dello stato ? Seppure ormai inutile, per rispetto nei suoi
confronti potrebbe essere nominato presidente ad honorem,
anch’esso a vita, della confederazione dei salotti.
Questo nuovo assetto costituzionale, di innegabile utilità per
il paese, meriterebbe, tuttavia, ulteriori approfondite
riflessioni, anche in tavole rotonde, incontri dibattito,
conferenze, festival partitici, giornate di studio, incontri
davanti al caminetto, ritiri per riflessioni programmatiche,
tutte manifestazioni altamente costruttive che, seppure, ahimè,
rarissime nel paese, sono espressione di concreta e soprattutto
intelligente democrazia.
Autorevoli costituzionalisti di altri paesi sono già in viaggio
verso l’Italia per imparare.
Il nostro prestigio democratico è salvo.
Ettore Falconieri
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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