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di Ettore Falconieri                    


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Ginevra, 29 Maggio 2006 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21- 22- 23 - 24 - 25 - 26 -  27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45
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    Come si riconosce un genio?
    Dalla massa d'imbecilli tutti alleati contro di lui

       Lo affermava Jonathan Swift, lo conferma ancora oggi la realtà quotidiana

   Fa parte della variabilità biologica marginale della specie, che non altera tuttavia la linearità del processo evolutivo principale, il fatto che nell’umanità vi siano anche gli imbecilli. Che si distribuiscono equamente tra le varie comunità e popolazioni, talvolta apparendo, talvolta mimetizzandosi. E quando si mimetizzano sono ancora piu’ pericolosi perché il non imbecille ha piu’ difficoltà ad individuarli ed a prendere le misure necessarie per neutralizzarli affinchè non nuociano.
   Malgrado siano, fortunatamente, una minoranza, non si puo’ non constatare che sono, comunque, tanti. Troppi.
   Fattore, questo, che viene messo intelligentemente a fuoco da un vecchio adagio veneto: - se tutti i mona portasse lampion, o Gesu’, Maria, che illuminasion. - ( Ma è corretto precisare che, secondo l’Accademia di Oderzo, la versione primitava dell’adagio aveva la parola – cornuti - al posto di – mona.
   C’è chi sostenne in passato che, se è capace di mimetizzarsi per poter nuocere malignamente in incognito, l’imbecille non è poi tanto cretino. Ma studi recenti hanno appurato che l’imbecille non ha l’autocoscienza di essserlo e, pertanto, non puo’ prendere iniziative volte a non apparire quello che è.   Se non appare è per casualità di fatti e situazioni che riguardano tutti gli esseri umani.
   Come ci sono i geni nascosti che non hanno ancora avuto occasione di rivelarsi tali, ci sono anche, appunto, gli imbecilli nascosti. Che hanno l’inconscia occasione di finalmente rivelarsi soprattutto nelle situazioni, detto nella piu’ vasta accezione del termine, di crisi. Situazioni di crisi attorno alle quali si addensano secondo la curva di Gauss a profilo accentuato. Non solo perchè hanno contribuito a creare quella situazione di crisi, ma anche perché accorrono garruli per risolverla, ignoranti del fatto che, con il loro accorrere, contribuiscono invece ad aggravarla.
   Si rivelano, naturalmente, anche in tante altre occasioni, quando, per esempio, ritenendo di dire cose assennate od esprimere giudizi pertinenti, dicono colossali asinerie o, proponendo soluzioni a problemi, inventano l’acqua calda quando non suggeriscono vie d’uscita che trasformerebbe il problema in catastrofe.
   In sintesi, come peraltro si sa da millenni, sono di una allarmante pericolosità sociale e, sempre da millenni, si studia come eliminarli. Ma senza successo.
   Il fatto è che, anche volendo usare mezzi drastici, si eliminerebbero solo gli imbecilli palesi e non quelli mimetizzati. Non essendo, evidentemente, disponibile una statistica sugli uni e sugli altri, si rischierebbe uno sforzo immane di eliminazione con l’incertezza sul numero dei mimetizzati restanti.
   Anche perché, per eliminare quelli palesi, bisognerebbe creare un gruppo di lavoro ad hoc e ci sarebbe sempre il rischio che vi entrassero a far parte imbecilli mimetizzati, vanificando ogni sforzo. Non essendo escluso addirittura il rischio che un imbecille venga eletto presidente di tale organo. E’ noto, infatti, che riescono non di rado a ricoprire anche posti di alta responsabilità.
   In sintesi, sono una costante dell’umanità e bisogna rassegnarsi ad averli tra noi.
   Quindi, vogliamo loro bene come si deve voler bene a tutti i nostri simili.
In fondo, alcuni, specie i piu’ tonti, sono anche simpatici e, senza di loro, la nostra vita sarebbe troppo monotona e noiosa.
   Ed hanno anche il merito di far scoprire all’umanità i geni. “Quando un genio appare in questo mondo lo si puo’ riconoscere dal fatto che gli imbecilli sono tutti alleati contro di lui.” ( Jonathan Swift).

Ettore Falconieri
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  Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato «Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» (Archinto).
   «I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook
ed Ex Libris - Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole sulle religioni.

 

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