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A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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Ginevra,
29 Maggio 2006 -
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Come
si riconosce un genio?
Dalla massa d'imbecilli tutti alleati contro di lui
Lo
affermava Jonathan Swift, lo conferma ancora oggi la realtà
quotidiana
Fa
parte della variabilità biologica marginale della specie, che
non altera tuttavia la linearità del processo evolutivo
principale, il fatto che nell’umanità vi siano anche gli
imbecilli. Che si distribuiscono equamente tra le varie comunità
e popolazioni, talvolta apparendo, talvolta mimetizzandosi. E
quando si mimetizzano sono ancora piu’ pericolosi perché il non
imbecille ha piu’ difficoltà ad individuarli ed a prendere le
misure necessarie per neutralizzarli affinchè non nuociano.
Malgrado siano, fortunatamente, una minoranza, non si puo’ non
constatare che sono, comunque, tanti. Troppi.
Fattore, questo, che viene messo intelligentemente a fuoco da un
vecchio adagio veneto: - se tutti i mona portasse lampion, o
Gesu’, Maria, che illuminasion. - ( Ma è corretto precisare
che, secondo l’Accademia di Oderzo, la versione primitava
dell’adagio aveva la parola – cornuti - al posto di – mona.
C’è chi sostenne in passato che, se è capace di mimetizzarsi per
poter nuocere malignamente in incognito, l’imbecille non è poi
tanto cretino. Ma studi recenti hanno appurato che l’imbecille
non ha l’autocoscienza di essserlo e, pertanto, non puo’
prendere iniziative volte a non apparire quello che è.
Se non appare è per casualità di fatti e situazioni che
riguardano tutti gli esseri umani.
Come ci sono i geni nascosti che non hanno ancora avuto
occasione di rivelarsi tali, ci sono anche, appunto, gli
imbecilli nascosti. Che hanno l’inconscia occasione di
finalmente rivelarsi soprattutto nelle situazioni, detto nella
piu’ vasta accezione del termine, di crisi. Situazioni di crisi
attorno alle quali si addensano secondo la curva di Gauss a
profilo accentuato. Non solo perchè hanno contribuito a creare
quella situazione di crisi, ma anche perché accorrono garruli
per risolverla, ignoranti del fatto che, con il loro accorrere,
contribuiscono invece ad aggravarla.
Si rivelano, naturalmente, anche in tante altre occasioni,
quando, per esempio, ritenendo di dire cose assennate od
esprimere giudizi pertinenti, dicono colossali asinerie o,
proponendo soluzioni a problemi, inventano l’acqua calda quando
non suggeriscono vie d’uscita che trasformerebbe il problema in
catastrofe.
In sintesi, come peraltro si sa da millenni, sono di una
allarmante pericolosità sociale e, sempre da millenni, si studia
come eliminarli. Ma senza successo.
Il fatto è che, anche volendo usare mezzi drastici, si
eliminerebbero solo gli imbecilli palesi e non quelli
mimetizzati. Non essendo, evidentemente, disponibile una
statistica sugli uni e sugli altri, si rischierebbe uno sforzo
immane di eliminazione con l’incertezza sul numero dei
mimetizzati restanti.
Anche perché, per eliminare quelli palesi, bisognerebbe creare
un gruppo di lavoro ad hoc e ci sarebbe sempre il rischio che vi
entrassero a far parte imbecilli mimetizzati, vanificando ogni
sforzo. Non essendo escluso addirittura il rischio che un
imbecille venga eletto presidente di tale organo. E’ noto,
infatti, che riescono non di rado a ricoprire anche posti di
alta responsabilità.
In sintesi, sono una costante dell’umanità e bisogna rassegnarsi
ad averli tra noi.
Quindi, vogliamo loro bene come si deve voler bene a tutti i
nostri simili.
In fondo, alcuni, specie i piu’ tonti, sono anche simpatici e,
senza di loro, la nostra vita sarebbe troppo monotona e noiosa.
Ed hanno anche il merito di far scoprire all’umanità i geni. “Quando un genio appare in questo mondo lo si puo’ riconoscere
dal fatto che gli imbecilli sono tutti alleati contro di lui.” (
Jonathan Swift).
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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