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A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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Ginevra,
11 Febbraio 2006 -
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Anche la
solitudine degli anziani è spesso un tabù...
Gentile signora Rosetta xxx,
mi permetto di scriverle perché ho trovato il suo nome e
indirizzo sul Corriere della Sera che qualche giorno fa ha
raccontato di un furfante che è riuscito a farsi aprire la porta
di casa sua ed ha tentato di derubarla, ma che urlando per fare
accorrere un vicino è riuscita a farlo scappare. Le scrivo
perché tanti anni fa ero sposato a una signora con il suo nome.
Forse é lei ? Io mi chiamo Carlo yyy sono molto vecchio e abito
in via …..a poche centinaia di metri da lei dall’altra parte di
corso Buenos Aires. Se mi vuole rispondere, saro’ contento, se
no, non importa e le auguro ogni bene. La saluto. Carlo yyy.
Caro signor Carlo,
mi scuso se rispondo con ritardo, ma io sono immobilizzata in
casa su una sedia a rotelle e comunico con l’esterno solo una
volta alla settimana quando sale una assistente sociale che si
occupa di me, mi fa la spesa e oggi ha spedito questa lettera.
Io sono stata sposata con un uomo con il suo nome, ma non so se
è lei. Adesso dovrebbe avere 87 anni perché aveva due anni piu’
di me. Ci siamo separati, forse è meglio dire persi, quando lui
ha voluto partire per il Brasile e io non ho voluto lasciare i
miei alunni. E’ lei, sei tu Carlo ? Cari saluti. Rosetta xxx
Cara Rosetta,
credo di essere tuo marito. Ho 87 anni e sono mal ridotto anche
io. Cammino ancora, ma con difficoltà e sono sempre stanco,
passo molte ore a letto. Scendo ogni tanto a comperare il
necessario, ma posso fare solo pochi passi, se non ho voglia, la
proprietaria della tabaccheria qui sotto lo fa per me. E’ molto
gentile. Avevo 51 anni quando sono partito. Ti ho scritto tante
lettere, per molti anni, ma dopo circa un anno non mi hai piu’
risposto. Ho pensato che avevi trovato una nuovo compagno ed
avevi ragione di farlo. Ma ho continuato a scrivere
raccontandoti la mia vita e i miei problemi, era un modo per non
dimenticarti. E’ bello sapere che non sei piu’ lontana.
A parte la sedia a rotelle come stai di salute e di soldi ? Ti
abbraccio . Carlo
Caro Carlo,
quasi mi vergogno di sentirmi commossa per averti ritrovato.
Dopo un anno dalla tua partenza sono andata a vivere con un
altro uomo, un impiegato del comune e ho lasciato il nostro
appartamento. Nel trasloco si persero due cartoni, in uno
c’erano le tue lettere con l’ indirizzo in Brasile, cosi’ non ho
potuto informarti e chissà che brutta fine avranno fatto le tue
lettere successive. Se le avessi ricevute ti avrei sempre
risposto, come dici tu, per non dimenticarti. Vivo
nell’appartamento che mi ha lasciato il mio compagno che è morto
tanti anni fa di un infarto ed ho la pensione che è sufficiente,
ma non ho soldi da parte, salvo 12.500 euro che tengo in casa. I
miei risparmi sono finiti male per i consigli sciagurati di un
impiegato della banca. E tu come te la cavi ? Anche se sono
diventata una brutta vecchia, ti bacio. Rosetta.
Cara Rosetta,
ti bacio anche io. So da tanto tempo che ho sbagliato a
lasciarti. In Brasile non ho fatto neanche una piccola fortuna
come speravo. All’inizio la mia esperienza di caporeparto
all’Alfa Romeo mi è stata utile per avere un buon posto alla
Fiat di Belo Horizonte, poi mi sono messo in proprio prima con
una officina, poi assieme ad un altro con una vendita di
automobili. Ma, evidentemente sono nato solo per fare
l’impiegato, perché un poco per problemi vari, un poco per il
socio piu’ furbo di me, a 70 anni mi sono ritrovato con pochi
soldi e ho deciso di morire in Italia. Prima sono stato per sei
anni a Baggio da mia sorella, poi quando è morta, mio nipote mi
ha aiutato a subentrare al suo contratto di affitto delle due
stanze dove vivo ora. Non ho pensione, ho discusso con l ‘Inps
per mesi quando sono tornato, mi hanno detto che a loro non
risulta niente anche se l’Alfa ha certamente pagato i
contributi. Forse dovevo pensarci venti anni prima quando sono
partito. Ho nella banca qui sotto 72.000 euro circa. Se vivo
troppo resto senza soldi !
Sono pelato e rimpicciolito, i denti sono ancora decenti e credo
di essere ancora abbastanza lucido.
Ciao Rosetta, ti penso tanto. Carlo
Caro Carlo,
ti ricordi cosa ci siamo detti quando siamo accorsi all’ospedale
a vedere morire nostro figlio ? Ci siamo detti - tutto è finito
-. Non ti rimproverare di essere partito, avrei dovuto seguirti,
ma si è rotto qualcosa dentro di noi. E poi tu avevi ancora
tanta energia mentre io ero chiusa nella mia routine di
insegnante. Ma i nostri 25 anni assieme sono stati belli. Scusa
la calligrafia, mi trema la mano per l’emozione e sto piangendo.
Se avessimo il telefono... Ciao. Rosetta.
Cara Rosetta,
io sono tanto contento di averti ritrovata, non voglio farti
piangere. Sorridi per favore. Ti ricordi ? Te lo dicevo sempre
dopo qualche piccola discussione o litigio. Si, sono stati belli
i nostri anni assieme. Sai, io ho avuto varie avventure, mi
capirai, ma tu eri diversa. Bella. Eri bella e mi capivi. Anche
se nelle nostre condizioni è difficile pensi che dobbiamo
tentare di incontrarci ?
Anche a me trema la mano ogni tanto e qualche volta mi cadono le
cose, anche la forchetta o il coltello. Ma ci ho fatto
l’abitudine come si deve fare alla nostra età per i guasti della
vecchiaia. Ogni tanto penso di uccidermi, ma ora che ti ho
ritrovato non lo penso piu’.
Ti bacio. Carlo.
1.Continua
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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