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Chierici, Chierichetti e Tabù >

di Ettore Falconieri


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  Ginevra, 28 settembre 2005 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12
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  L'ipocrisia del petrolio e delle energie alternative...

   Il mondo petrolifero è affollato di chierici, chierichetti e tabù che condizionano la vita di ogni essere umano anche senza automobile, poiché l’utilizzo del petrolio è molteplice ed i suoi derivati sono in prodotti tutto attorno a noi. Chierici, chierichetti e tabù petroliferi ci mantengono in un limbo informativo di mezze verità e mezze bugie, alcune volute, altre inevitabili perché, per interesse economico o politico, managers, politici, esperti vari sono allergici ad una corretta e trasparente collaborazione nell’interesse di tutti. Inoltre, malgrado il tanto scrivere e cianciare, specie in momenti critici come l’attuale, l’informazione che si dà ai cittadini è troppo spesso superficiale, disinformata e, qui ci guazzano tutti, allarmistica. Ma alcune constatazioni sono possibili.
   Nessuno sa con ragionevole precisione quali siano le riserve petrolifere mondiali perché è difficile stimarle, perchè gli errori in buona fede sono possibili, ma anche perché alcuni sono propensi, per interessi vari, a sotto o sopra stimarle. Di conseguenza si leggono valutazioni, anche di enti seri, che differiscono di molto.
   Per gli stessi motivi non si sa con precisione quanto petrolio venga estratto quotidianamente. Alcuni paesi produttori, anche membri dell’Opec, non sempre dicono la verità, estrazioni di piccoli produttori indipendenti spesso sfuggono alle statistiche, il contrabbando non è quantificabile e le grandi multinazionali, se sono obbligate ad esporre cifre corrette nei loro bilanci, possono avere interesse a non dire la verità nel breve periodo. Tanto è vero che esistono enti privati, cui ricorrono anche grandi gruppi, esclusivamente dediti a stimare con la maggiore precisione possibile le estrazioni petrolifere. Stimare perché accertare è impossibile.
   Il prezzo del petrolio è influenzato da elementi variegati che provengono dal Barnum petrolifero, ma essenzialmente dal mercato (e quindi anche dalla speculazione specie con contratti a termine), da situazioni politiche (guerre, rivoluzioni, proclami di stati ) e da catastrofi naturali che possono influire sul processo estrattivo e produttivo. Ma, tasse a parte che non sono poche specie in Italia, il costo del prodotto petrolio non è sempre il prezzo di mercato, può essere solo il costo di estrazione, che è una frazione di quello di mercato, per le società petrolifere che posseggono pozzi propri non condizionati da situazioni politiche. Società che potrebbero calmierare il mercato vendendo, con un profitto ragionevole, a prezzi di gran lunga inferiori a quelli praticati. Cosa che si guardano bene dal fare ed infatti hanno profitti mostruosi e disponibilità liquide con montagne di zeri.
   Succede inoltre che, se il prezzo schizza in alto per un motivo qualsiasi, dopo qualche giorno aumenta la benzina. Nessuno informa il popolo bue che la benzina venduta oggi al distributore è uscita dal pozzo petrolifero, nella migliore delle ipotesi, qualche settimana prima, perché ci sono i tempi di trasporto, di magazzinaggio temporaneo, di raffinazione, di distribuzione. Per cui il prezzo della benzina dovrebbe aumentare qualche settimana dopo che il prezzo del petrolio è schizzato in alto, non poco dopo. E’ comprensibile che aumenti subito solo se c’è carenza di benzina, fatto raro ma che si è verificato per i recenti eventi meteorologici. Ma in Usa non in Europa.
   Altra grande ipocrisia è quella delle energie alternative delle quali si parla sempre più spesso, ma per le quali non si vede l’impegno corale che la situazione imporrebbe. Per vari motivi, ma anche perché le multinazionali petrolifere che hanno le disponibilità finanziarie per farlo, si guardano bene dall’impegnarsi in ricerche che renderebbero le energie alternative, più economiche, più competitive e quindi concorrenti del loro petrolio.
   Il colpo di stato che detronizzi il re petrolio è ancora lontano. I sudditi si rassegnino.

Ettore Falconieri

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  Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato «Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» (Archinto).
   «I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris
- Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole sulle religioni.

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