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A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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Ginevra,
18 Marzo 2006 -
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Manca una
cansapevolezza collettiva del problema energetico
Per
i paesi che non sono autosufficienti, il problema dell’energia
sarà, nei prossimi anni e decenni, piu’ che in passato,
preoccupazione prevalente dei governi
Perché aumenteranno le possibilità che alcuni paesi vengano
ricattati da chi ha in mano le fonti energetiche che, piu’ di
prima, potranno venire usate per condizionare la politica e
l’economia di altri paesi, come vicende di questo inizio d’anno
insegnano. E stati e regimi non democratici dalle abbondanti
risorse potranno infischiarsene, come in parte già fanno, delle
esortazioni ai diritti civili dei paesi democratici.
Ma anche perché, qualunque sia la stima delle riserve mondiali di
gas e petrolio, stima sulla quale vi sono pareri fortemente
contrastanti, vi è ora la certezza che i consumi nel mondo
aumenteranno in modo esponenziale a causa del progresso
economico di molti paesi, specie orientali tra i quali Cina ed
India. Che si stanno già muovendo per approvvigionarsi là dove
sino ad ora si approvvigionavano i paesi occidentali, creando
una concorrenza di domanda che renderà sempre piu’ forte chi ha
in mano l’offerta.
La ricerca, l’estrazione, il trasporto, la commercializzazione dei
prodotti energetici coinvolgono una pluralità di operatori di
paesi diversi, per cui ogni problema ad essi relativo non è
risolvibile da un singolo paese e, pertanto, è attraverso una
pluralità di rapporti che essi possono essere affrontati e
risolti. E, poiché un singolo paese puo’ non avere il peso
necessario per farsi rispettare, è attraverso l’unione di piu’
paesi, vedi Unione Europea per gli europei, che i paesi
occidentali, non autosufficienti, possono cercare soluzioni
tranquillizzanti. La solidarietà tra stati non autosufficienti
nell’affrontare il problema energetico è sempre piu’
necessaria., anche se non facile da attuarsi.
La soluzione a medio e lungo termine è quella delle energie
alternative di cui si parla molto, ma si fa ancora troppo poco.
Gli interessi in gioco sono colossali, le società petrolifere
con utili immensi remano contro, gli investimenti necessari sono
elevati, mettere d’accordo operatori, investitori e ricercatori
non è facile. L’unica energia alternativa che sta facendo i
primi passi costruttivi è quella dei combustibili vegetali che
vede all’avanguardia il Brasile che si è mosso da tempo, anche
con riconversioni agricole per produrre quanto necessario.
Il fatto è che, come anche alcuni autorevoli commentatori iniziano
ad affermare, manca una consapevolezza collettiva del problema
energetico che crei unità di intenti nel trovare soluzioni già
di per sé difficili. Mancanza di consapevolezza che non incita
al risparmio ed ad una gestione intelligente dei consumi da
parte di ogni singolo cittadino. Risparmio possibile anche con
le risorse energetiche attualmente disponibili, considerando che
la piccola economia del singolo, che puo’ essere insignificante
nel suo bilancio economico, diventa una macro risparmio se
moltiplicato per il numero di cittadini.
Il risparmio è una delle strade inevitabili per far fronte al
problema energetico.
Ma bisogna parlarne, bisogna informarne i cittadini, bisogna
convincerli.
Parlando dell’Italia, bisogna farlo diventare una moda, un
intelligente espediente per distinguersi, una competizione nella
quale misurarsi. Qualche personaggio che fa notizia dovrebbe,
gratuitamente, invitare i cittadini al risparmio. E un piccolo
comitato ( per favore non di politici) presso la presidenza del
consiglio dovrebbe prendere tutte le iniziative del caso.
Molto si potrebbe risparmiare senza sacrifici e cambiamenti se le
luci delle città venissero accese e spente qualche minuto dopo e
prima, se uffici e negozi che tengono luci accese di notte
spegnessero qualcuna delle tante lampadine, se le temperature
delle case venissero leggermente abbassate per decisione
spontanea e non per decreti che pochi rispettano, se nelle case
le luci non venissero tenute accese nelle stanze dove non si
sta. (Chi non è piu’ giovane ricorda che lo spegnere la luce
alle proprie spalle andando da una stanza all’altra in casa era,
anni fa, regola severa). Se non si tenesse acceso il televisore
anche quando non lo si guarda. Televisore che, ai suoi albori,
molte famiglie italiane guardavano al buio per non sprecare
luce.
E si potrebbe risparmiare anche guidando in modo piu’ rispettoso
dei consumi, a parita' di automobile, ed una popolare rivista
automobilistica potrebbe dedicare ogni mese una rubrica per
insegnarlo agli automobilisti, specie a quelli che partono da un
semaforo divenuto verde come se fossero in pista anche se a
cento metri vedono altro semaforo sul rosso, sprecando
combustibile e freni.
Se tanti elettrodomestici non venissero usati in modo da sprecare
energie e tanti computer non restassero accesi anche quando non
necessario. E tanti altri se.
Ci sono, inoltre, vari piccoli espedienti e dispositivi tecnologici
che non sono conosciuti a sufficienza e, se conosciuti, poco
applicati a livello del singolo. Si puo’ scaldare moderatamente
l’acqua con serbatoi sul tetto nelle zone e nelle stagioni
calde, si puo' scaldare acqua e parte della casa con il fuoco
del camino, si puo’ scaldare case unifamiliari o simili con
impianti che bruciano sfridi di legno che si caricano
automaticamente, impianti sempre piu’ popolari in alcuni paesi.
Piccoli impianti che sfruttino l’energia solare sono, in alcuni
casi, convenienti. Ed altro.
Ma molto potrebbero fare anche i comuni, alcuni l’hanno già fatto,
poiché nella dimensione locale è piu’ facile mettere d’accordo
tutti su soluzioni che a livello nazionale diventano un dramma.
Innazitutto informando i cittadini, ma anche ipotizzando, dove
possibile, impianti eolici per l’uso locale, la produzione di
elettricità bruciando spazzatura e quant’altro possibile. E
coloro che si stracciano le vesti strillando che gli uni
deturpano il paesaggio e gli altri inquinano dovrebbero mettersi
una mano sulla coscienza. Alcuni paesi ai quali la mandiamo,
usano la nostra spazzatura per creare energia, alla faccia
nostra. Quanto ai panorami deturpati… beh non resta che
distruggere ferrovie, autostrade, ponti, piloni elettrici…
Qualcuno potrà sorridere di questi piccoli, potenziali risparmi,
anche se moltiplicati per il numero dei cittadini. Agli scettici
si puo’ ricordare la leggenda dell’inventore del gioco degli
scacchi. Al re (persiano?) che gli chiese cosa avrebbe voluto
come ricompensa, – sire, rispose, datemi tanti chicchi di grano
quanti se ne ottengono mettendo un chicco di grano sulla prima
casella della scacchiera e raddoppiandone il numero ad ogni
casella successiva, percorrendo tutta la scacchiera . - Modesto
- penso’ il re. Si sbagliava, non bastarono tutti i granai del
regno.
Provare per credere.
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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