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A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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Ginevra,
29 Aprile 2006 -
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... esportare
democrazia
Si chiacchera, si scrive e si strilla
molto, anche a vanvera, sul fatto se si debba o no esportare la
democrazia in paesi che non l’hanno. E se sì, come. Ma si
dimentica spesso di sottolineare che, come per un prodotto
qualsiasi che si vuole vendere, è importante far capire non solo
come funziona la democrazia, ma anche le conseguenze che
comporta ed i vantaggi che dà.
Nei paesi nei quali vi sono state recentemente le prime elezioni
della loro storia, come in Iraq, e dove una società multietnica
con religioni affini, ma in contrapposizione tra di loro, è
stata sino ad ora tenuta assieme solo da tiranni o da monarchi
alleati con caste sacerdotali, bisogna far capire che la stessa
società può essere tenuta assieme anche dalla democrazia se
tolleranza e rispetto reciproco prevalgono.
Un piccolo esempio, tra i tanti che si possono fare, che ciò è
possibile viene dato agli Iracheni dagli equipaggi di alcune
navi della marina americana che pattugliano le coste del Golfo
Persico.
Come ha raccontato recentemente in un articolo apparso sul New York
Times, Thomas L. Friedman che è tra i piu’ quotati giornalisti
americani contemporanei, premio Pulitzer ed autore dell’attuale
bestseller “Tha world is flat “ (Il mondo è piatto), nel
quale illustra tante situazioni della globalizzazione, che molti
politici, giornalisti e intellettuali nostrani che
sull’argomento discettano molto con poca conoscenza di causa,
dovrebbero avere l’umiltà di leggere.
Scrive Friedman che, mentre nella rinata marina irachena gli
equipaggi sono tutti uomini e sciti, quella americana è composta
da bianchi, neri, latinoamericani, ebrei, cristiani, mussulmani,
atei, etc, uomini e donne.
Un marinaio americano di origine marocchina, che fa l’interprete
quando viene fermato un battello qualsiasi per controllare la
legalità di carico ed equipaggio, racconta che quando scende nel
natante da controllare con il suo drappello multietnico e
multireligioso di uomini e donne, viene accolto quasi come un
marziano. Non credono ai loro occhi. Non pensano che ciò sia
possibile. Se poi a capo del drappello vi è un ufficiale o
sottufficiale donna, lo chock è totale. Ma spesso la curiosità
prevale, chiedono, si informano e la timida semina del valore
della tolleranza e del rispetto reciproco può dare qualche
frutto.
Un ufficiale donna di origine iraniana, che parla il Farsi, entra
spesso in contatto radio con navi iraniane per ragioni operative
nello stretto di Hormutz. Quando sentono la voce femminile
chiedono subito di parlare con un uomo. È’ per loro
inconcepibile che ci sia una donna a bordo e sia per di piu’
ufficiale. Ma siccome è quella donna che, militarmente parlando,
ha l’incarico di contattarli, sono costretti ad accettare il
fatto ed a trattare con lei. Anche qui, forse, un piccolo dubbio
viene seminato.
L’inconcepibile può divenire concepibile se ne vengono illustrate
le fondamenta, le motivazioni, i vantaggi a chi è disposto a
prendere in considerazione il fatto che vi può essere un modo
migliore di organizzare la propria società. E ogni essere umano
è disposto a farlo, per istinto, da che mondo e mondo ed a
cercare di migliorarsi l’esistenza.
Con un solo drammatico se. Se non entra in campo la religione che
bolla come violazione di leggi sacre, come offesa a dio, taluni
cambiamenti nella società. Allora chi vuole la democrazia deve
cominciare a parlare di laicità che non intacca le fedi, ma le
garantisce tutte. Di laicità che fa sì che gli umani non si
scannino per motivi religiosi. Di caste sacerdotali che
nascondono dietro guerre sacre la difesa del loro potere e
talvolta dei loro interessi (alcuni potenti chierici, specie in
Iran, hanno notevoli patrimoni investiti anche in occidente). E
la democrazia non può, allora, che avanzare dal basso, se la
gente si convince che i suoi valori, anche nel proprio egoistico
interesse, sono superiori agli interessi di una oligarchia
sacerdotale e che le religioni perdono di contenuto e prestigio
se si oppongono a maggiore rispetto e tolleranza verso e tra le
creature di dio.
Per questo la spiegazione dei vantaggi della democrazia deve essere
anche una semina spicciola che si irradi tra tutta la
popolazione.
(Chi è interessato all’argomento religioni -
democrazia può anche andare alle pagine
26 e
27, cliccando sui rispettivi
numeri indicati qui o all'inizio della pagina).
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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