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di Ettore Falconieri        


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Ginevra, 20 Maggio 2009 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 -  27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 46 - 47 - 48 - 49 - 50 - 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63 - 64 - 65 - 66 - 67 - 68 - 69 - 70 - 71 - 72 - 73 - 74 - 75 - 76 - 77 - 78 - 79 - 80 - 81 - 82 - 83 - 84 - 85 - 86 - 87 - 88 - 89 - 90 - 91 - 92 - 93 - 94 - 95 - 96 - 97 - 98 - 99 - 100 - 101 - 102 - 103 - 104 - 105 - 106 - 107 - 108 - 109 - 110 - 111 - 112 - 113 - 114 - 115 - 116 - 117 - 118




Troppe asinate
su argomenti
religiosi

  Il tre maggio scorso, un personaggio, peraltro da ammirare e rispettare per quanto ha realizzato nella sua professione, si è lanciato sul Corriere della Sera in una esortazione su come migliorare la convivenza tra laici e cattolici, come se i due termini fossero in contrapposizione tra di loro. Gli ha fatto seguito il giorno dopo un cattedratico filosofeggiante con citazioni ed argomenti certamente dotti, ma dai quali non si comprendeva cosa l’autore volesse dire o dimostrare. Il tormentone italico su religione, credenti, non credenti, cattolici, chiesa, stato, laici, eccetera, al quale partecipano in tanti, in buona e cattiva fede, nella stragrande maggioranza dei casi ha un unico comune denominatore: l’ignoranza dei fatti e la mancanza di una corretta terminologia, comunque la si pensi sull’argomento.
  E vi è la tendenza a filosofare, a imbrogliare un problema che, se correttamente affrontato, è molto semplice e lineare.
  In Italia vi sono atei, agnostici e credenti in quasi una dozzina di religioni, tra cui Testimoni di Geova, Protestanti, Pentecostali, Mussulmani, Avventisti, Buddisti, Ortodossi, Sick, Induisti, Ebrei e, naturalmente, Cattolici. Anche se non esistono statistiche precise e la situazione è in continuo movimento per l’arrivo di immigrati, si può stimare che i Cattolici siano circa il novanta percento, dei quali circa un terzo è indifferente e quasi areligioso, circa un terzo si limita agli aspetti cerimoniali e ad un rispettoso ossequio di fondo e circa un terzo è osservante. Ma di quest’ultimo terzo solo una piccola parte rispetta i dettami della chiesa su certi argomenti come per esempio i rapporti sessuali.
  I credenti sono coloro che credono in una religione, non sono quelli che credono solo in quella cattolica come lasciano intendere le argomentazioni di molti.
  La parola laico non è in antitesi con la parola credente. Laico è colui che, qualunque sia la sua convinzione in materia religiosa, ritiene la religione un fatto privato e ritiene che lo Stato debba rispettare tutte le religioni, ma non farle proprie o coinvolgerle nella politica, perché, privilegiandone una offende chi ne pratica un’altra. Alcide De Gasperi, fervente cattolico osservante, era un laico che difese la laicità dello stato anche scontrandosi con Pio XII.
  Cristianesimo e cattolicesimo non sono la stessa cosa come molti ritengono. Il cattolicesimo è una religione, il cristianesimo, nato come religione e dopo averne partorito alcune, è ormai una civiltà, un aggregato di valori laici che sono alla base delle nostre società libere e democratiche. E’ l’evoluzione finale di secoli e secoli di storia e pensiero in tutto il loro tragico e costruttivo divenire, con l’apporto di moltitudini e di singoli, laici e religiosi, e con il contributo di pensatori, filosofi ed uomini di stato anche di religioni non cristiane e non credenti.
  Sui rapporti tra religione e stato democratico laico, che in Italia partoriscono fiumane di parole, non c’è più nulla da inventare, non c’è nulla su cui disquisire. E’ tutto chiaro da circa due secoli quando lo stato laico è stato concepito come garanzia e rispetto per tutti i cittadini, qualunque sia il loro credo religioso. Anche ricordando che in Europa, durante le guerre di religione, ci siamo scannati con esuberanza non inferiore a quella attuale, per esempio, di Sciti e Sunniti.
  Al giorno d’oggi, tra le democrazie occidentali vi sono Stati perfettamente laici e Stati con vari gradi di laicità a seconda del condizionamento che le chiese sono riuscite a mantenere. E lo Stato italiano è certamente il meno laico per l’ingombrante presenza dello Stato Città del Vaticano e della sua chiesa, ma anche per la piaggeria di una classe politica, per lo più, priva di saldi principi sull’essenza e sui valori dello stato laico.
  La chiesa cattolica, come ogni altra potenza terrena, ha la sua realpolitik per continuare a contare ed occupa lo spazio che le si consente di occupare a seconda dei momenti storici. Nel 1864, in quella terribile appendice all’enciclica “Quanta Cura”, il Sillabo, si sentenziava che l’uomo non è libero di abbracciare e professare quella religione che avrà reputato essere vera e che la religione cattolica deve essere l’unica dello stato. Il “ Non Expedit” del 1874 proibiva la partecipazione dei cattolici alla vita dello Stato, cercando di sabotare la nascente democrazia.
  Nell’enciclica “Vehementer nos” del 1906 si diceva tra l’altro “Che si debba separare lo Stato dalla chiesa è una tesi assolutamente falsa, un errore pernicioso… gravemente ingiurioso di Dio…” E l’enciclica “Pascendi” del 1907 si scagliava contro il “modernismo” termine che includeva anche valori di libertà e democrazia.
  Se ora la chiesa si finge democratica, senza esserlo al suo interno, e pare parzialmente tollerante verso altre religioni è perché il progresso della società civile l’ha costretta a cambiare idea, non per convinzione, ma per opportunismo politico.
  Oggi la chiesa non oserebbe fare encicliche come quelle sopra citate, così come tra qualche decennio non oserà confermare molte delle posizioni che ha attualmente, per esempio, su anticoncezionali o cellule staminali. E’ sempre alla traina, ma in ritardo, sul progresso della società civile. Come lo è stata, ed in parte ancora è, sul progresso della scienza.
  Quindi, la società civile italiana può influire sui comportamenti della chiesa solo che voglia uno Stato veramento laico e quindi al servizio di tutti i cittadini comunque la pensino religiosamente e politicamente. Solo uno stato genuinamente laico può operare realizzando al meglio le aspirazioni dei cittadini, senza essere condizionato a priori da dogmi esterni ed imposizioni, dirette od indirette, di enti e stati al di fuori della repubblica.
  Anziché filosofeggiare, usare termini impropri ed inventare l’acqua calda, è su questo argomento che dovrebbero disquisire i tanti che si occupano del problema religioso in Italia, argomento che non ha nulla a che fare con le convinzioni dei credenti cattolici. Convinzioni che vanno evidentemente rispettate e che non verrebbero né offese, né diminuite. Ma se un cattolico disprezza altre religioni o vuole che la propria prevalga su altre non è un buon cristiano.

   Ettore Falconieri
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Ettore Falconieri, genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli.
Ha pubblicato Il RITORNO DEI LUPI (Lombardi), una novella filosofica e ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti (Archinto).
In I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro (SeBook ed Ex Libris - Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI». Nel 2009 Ettore Falconieri firma un nuovo eBook/ExLibris: «Non ci siamo annoiati» (Simonelli), la saga di una grande famiglia italiana nell'arco di quattro generazioni.

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