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Chierici, Chierichetti e Tabù
di Ettore Falconieri                    



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Ginevra, 9 Giugno 2008 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 -  27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 46 - 47 - 48 - 49 - 50 - 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63 - 64 - 65 - 66 - 67 - 68 - 69 - 70 - 71 - 72 - 73 - 74 - 75 - 76 - 77 - 78 - 79 - 80 - 81 - 82 - 83 - 84 - 85 - 86 - 87 - 88 - 89 - 90 - 91 - 92 - 93 - 94 - 95 - 96



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In treno,
una notte

  Molti anni fa, una notte, X sale su un treno, il vagone letto è pieno, si siede in uno scompartimento con solo un’altra persona e socchiude gli occhi sperando di dormire. Ma è irrequieto l’altro, tratti non europei, aspetto dimesso, nessun bagaglio salvo un sacchetto di tela e un Financial Times ben disteso sul posto affianco. E nel portafoglio si intravedono molti soldi quando lo apre per mostrare il biglietto al controllore.
  Personaggio inusuale. X, fingendo di sonnecchiare, decide di tenerlo d’occhio.
  Alla seconda fermata del treno in una stazione, X va in corridoio a curiosare e vede un uomo appena salito che scruta con attenzione dentro ogni scompartimento per poi entrare nel suo dove l’altro si affretta a gettare il Financial Times sul portabagli. Di certo non si conoscono, il giornale era l’espediente per riconoscersi. Un saluto formale, un gesto appena accennato per indicare il sacchetto di tela ed escono a parlare in fondo al corridoio. X guarda cosa c’è nel sacchetto, c’è un caricatore con proiettili stranamente mal nascosto, si alza avviandosi verso il gabinetto per sfiorare i due e cercare di capire qualche parola. Si parlano in una lingua che conosce, coglie al volo “.. la discesa della scaletta dura tra sette e undici secondi..”
  Alla stazione successiva il primo scende dopo aver dato il suo biglietto ed una chiave all’altro che si installa al suo posto.
Fine del viaggio. L’uomo ritira in stazione, da una cassetta deposito, un valigione, forse si accorge di essere seguito e fa subito perdere le sue tracce.
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"I Chierici siamo Noi" di Ettore Falconieri
  X riferisce tutto alla polizia che, lo stesso pomeriggio, nei paraggi dell’aeroporto uccide un uomo con fucile e caricatore di micidiali proiettili ad espansione. Un importante capo di stato sarebbe disceso poco dopo dalla scaletta di un aereo. Nè giornali nè telegiornali ne parlano nei giorni seguenti. Il tutto resta top secret.
  X viene ringraziato da esponenti dei servizi del paese ospite e di quello del capo di stato, ma gli viene imposto il silenzio assoluto con giri di frasi convincenti. E gli viene anche chiesto se vuole collaborare per identificare l’uomo sceso dal treno. Certo, è la risposta e, qualche giorno, dopo gli vengono mostrate foto di persone che non riconosce. Non resta che tracciare un idendikit, ma, si ricorda X, quel tizio aveva un tic, continuava a piegare il pollice della mano sinistra.
  La vicenda si sfuma nel ritmo di viaggi e lavoro quando, una sera, in un albergo di una città dove solo familiari e ufficio sapevano che pernottava, X viene contattato. Era sotto controllo, protesta vivamente, gli si dice che volevano essere certi di potersi fidare di lui, ora ne sono sicuri. Hanno forse individuato l’uomo dal pollice nervoso, informazione preziosissima la sua, ma, per non sbagliare, data l’importanza dell’operazione, vogliono che sia identificato sul posto da X stesso, in un paese in via di sviluppo. Dove la sua copertura è la gestione, con un socio, di un bar night club.
  Nella cittadina del ricercato vi sono concrete possibilità di sviluppo e si prendono in fretta contatti per dare ad X l’alibi di recarvisi ad esaminare ipotesi di investimento, per non destare sospetti.
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  Con l’atteggiamento di un uomo distrutto dalla fatica ed un poco brillo, X entra nel bar. Il suo uomo è dietro il bancone, gli serve quello che chiede, scambia qualche parola banale, poi, dicendo che è consuetudine del locale regalare ai clienti una loro foto nel bar, fa cenno ad una donna che scatta un flash. X capisce che quella foto dice troppo, fa un cenno con la testa a tre clienti entrati dopo di lui che scattano, immobilizzano il ricercato, lo trascinano fuori, lo caricano su un automobile che sgomma via. X li rincorre come per protestare, ma è impachettato su una seconda automobile, di amici.
  Un elicottero porterà tutti fuori dal paese.
  Aveva riconosciuto il terrorista, ma anche quello aveva riconosciuto lui e documentato il suo viso.
  Dopo quel flash in mano ad una temibile organizzazione terroristica che lo sapeva complice di quella cattura, X sarà allergico alle foto per tutta la vita.
  X è Domenico da Binasco che non racconta questa avventura nel suo libro – Operazioni Grandi Aristocratici - dove vi sono, peraltro, vicende altrettanto interessanti ed anche divertenti.

   Ettore Falconieri
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N. copie:

Ettore Falconieri, genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli.
Ha pubblicato Il RITORNO DEI LUPI (Lombardi), una novella filosofica e ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti (Archinto).
In I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro (SeBook ed Ex Libris - Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI».

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di
Luciano Simonelli

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