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28/10/2006
"Guai, mescolare le religioni con il potere"
Ammonisce Ettore Falconieri in "I Chierici Siamo Noi", un saggio tutto da leggere d'un fiato per chi ama ancora discutere e dibattere. Ecco, in questa intervista, il pensiero del brillante polemista che mette il dito su di un tema particolarmente caldo nel mondo globalizzato.





Perché, Ettore Falconieri, questo titolo: I chierici siamo noi?


Perché nelle società libere sono i cittadini che decidono e decidono su argomenti che in passato erano monopolio di ristrette oligarchie, se non di tirannie.


Anche in materia religiosa ? Il sottotitolo - le religioni devono fare un passo indietro - pare alquanto provocatorio.


In passato, religioni e chiese erano connaturate con il potere, se non potere esse stesse. E lo sono tuttora in molti paesi. Le regole di comportamento imposte dalle religioni non potevano essere in contrasto con quelle imposte da oligarchie o monarchie. Ora in molti paesi, si spera in tanti altri in futuro, il potere diciamo laico se lo sono preso i cittadini che sono liberi di professare qualsiasi religione e, nell'ambito del rispetto reciproco, rispettano quelle degli altri. In questo contesto, le religioni non possono pretendere di esercitare poteri del passato e dovrebbero astenersi da tanti comportamenti, diretti ed indiretti, volti a condizionare, al di fuori della sfera religiosa, i cittadini anche di fede diversa. Esistono canoni religiosi che il credente ha la facoltà di rispettare, ma non esistono leggi divine da imporre.


Ma in alcuni paesi, per esempio quelli dell'Islam, si parla di reinstaurare le legge divina, la Sharia.


Sono paesi senza democrazia, senza diritti civili, senza rispetto e parità per la donna e, se i cittadini potessero esprimersi, non sarebbero certamente favorevoli. D'altronde, dogmi, canoni, riti e liturgie delle chiese sono stati definiti secoli fa, in contesti storici, sociali, economici, scientifici del tutto differenti e di minor progresso civile dei nostri. E sono stati definiti da ristrette cerchia di uomini (le donne quasi sempre erano escluse) che possono sbagliare come qualsiasi mortale. E infatti, tra l'altro, leggi presunte divine di religioni differenti sono tra loro in contrasto, cosa che esclude possano essere divine. Indicativo dell'obsolescenza di tanti dettami religiosi è il fatto che alcune religioni considerino tuttora offesa a dio il mancato rispetto di norme igieniche, quali non digiunare o mangiare questo o quello. Norme igieniche imposte in passato nell'interesse del gruppo ed attribuite alla divinità per farle meglio rispettare. Comprensibili e, in parte, anche condivisibili in un dato contesto storico e sociale, ma del tutto superflue ai nostri giorni.


Allora una società senza religione ?


I contenuti spirituali di tutte le religioni vanno rispettati. Nel momento in cui la donna e l'uomo si rivolgono a dio si innalzano dalla materialità quotidiana, si plasmano un'anima, si immaginano l'eterno, si sforzano di essere migliori. Alcuni ritengono di potersi sentire vicini alla divinità solo attraverso le regole di una religione, altri, direttamente, senza la mediazione e l'imposizione di intermediari auotoproclamatisi agenti esclusivi di dio sulla terra. Atteggiamento quest'ultimo che naturalmente non piace alle chiese che considerano malvagi, peccatori, nemici di dio e tanto altro quelli che non sentono la necessità di rivolgersi a loro E va rispettato, parimenti, chi si sente ateo.


Se chierici sono tutti, chi stabilisce le regole morali ?


Se si studiano con un poco di attenzione le vicende dell'umanità, si vede che ogni legge morale deriva, all'origine, dall'esigenza di proibire comportamenti che danneggino la comunità. Si potrebbero fare tanti esempi, il non uccidere è il più facile. Non si possono uccidere i membri della comunità perché verrebbe numericamente indebolita e perché si creerebbero faide, vendette, nocive al funzionamento del gruppo. Ma è permesso uccidere il nemico di altra comunità. La salvaguardia della vita, come dono divino, è venuta in seguito, quando, come detto prima, le norme della comunità assunsero valenza e dignità, entrando nelle religioni. Religioni , in passato cristianesimo incluso, che comunque ammettono la guerra santa contro chi la pensa in modo diverso su temi religiosi. Così, il valore vita si è sacralizzato, come tante altre regole pratiche divenute morali. Ma, evolvendo la società, gli usi, i costumi, molte regole della morale religiosa sono fuori dal tempo. Come la morale sessuale cattolica e islamica. E sono i cittadini, i nuovi chierici, che decidono con le leggi nuove regole di comportamento.


Se evolvono anche le regole morali, qual è il punto fermo, il piedistallo della società ?


La volontà dei cittadini di organizzare la convivenza nel rispetto, nella tolleranza, nell'uguaglianza dei diritti e tanto altro, come si sforzano di fare le democrazie, per rendere il mondo migliore, gli esseri umani meno infelici , rispettando il mondo circostante. In alcune democrazie c'è un rispetto per gli animali che in certi paesi non viene riconosciuto neppure ai cittadini. Democrazie che sono il miglior compromesso possibile nelle tante diversità, bontà e malvagità della natura umana. E, come peraltro è successo agli inizi del cristianesimo per i raduni dei credenti, non è escluso che le assemblee nelle quali si dibatterà di cose comuni possano in futuro assurgere alla sacralità.

Cosa c'è di più sacro dell'ansia di creare armonia tra gli esseri viventi?


Fonte: eBooksItalia

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