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Chierici, Chierichetti e Tabù >

di Ettore Falconieri                    


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Ginevra, 12 Settembre 2007 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21- 22- 23 - 24 - 25 - 26 -  27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 46 - 47 - 48 - 49 - 50 - 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63 - 64 - 65 - 66 - 67 - 68 - 69 - 70 - 71 - 72 - 73 - 74 - 75 - 76 - 77- 78

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"I Chierici siamo Noi" di Ettore Falconieri

Abbiamo la forza
interiore ed esteriore
per fermare la barbarie
del terrorismo islamico?

  Nell'ultimo secolo, le maggiori democrazie si sono alleate per difendere i propri valori e combattere chi le minacciava in due occasioni. Quando si sono opposte con la guerra al nazismo e quando hanno fatto blocco, fortunatamente senza guerra, al comunismo. In ambedue i casi esse hanno prevalso, anche per la determinazione a difendere i loro principi e valori, che, a storia d'uomo conosciuta, hanno dato ad un crescente numero di uomini tolleranza, rispetto, giustizia, parità di diritti e tanto altro, a livelli in precedenza sconosciuti.

  La stessa determinazione, a livello ideale e operativo, sarebbe necessaria ora per la guerra al terrorismo. Ma si vedono in giro troppi se.

  Terrorismi ce ne sono sempre stati, ma non si è mai visto un terrorismo così attivo e di dimensioni sovranazionali che sia stato, come quello attuale, espressione di una religione. Cioè dell'Islam, seppure di una parte di esso. Terrorismo che, in quanto espressione di un credo religioso, terroristi e loro ispiratori affermano sia voluto dal proprio dio che premierebbe addirittura anche attentatori suicidi che uccidono innocenti inermi, a centinaia, anche in paesi lontani con i quali non hanno mai avuto nulla a che fare. Pura follia.

  Nazismo e comunismo, oltre che con l'uso o la minaccia delle armi, sono stati combattuti anche a livello ideologico ed è parimenti a livello ideologico che bisogna combattere la minaccia attuale al convivere civile. 

  Affermando che una religione che accetti e voglia tali crimini nega sestessa in quanto religione ed è la violazione dell'essenza stessa di ogni fede. Pertanto, quella parte dell'Islam che pratica il terrorismo non merita il rispetto che si deve alle convinzioni religiose e va combattuta con ogni mezzo.

  Affermando, chiaro e tondo, che gli ispiratori ed organizzatori di questo terrorismo sono pazzi criminali, altro che resistenti o simili, come purtroppo anche un magistrato italiano ha sostenuto, e vanno combattuti con tutti i mezzi che la tecnologia militare e spionistica consente. Nell'ultima guerra, oltre agli eserciti, si sono dati da fare, al di là delle linee nemiche, anche commando ed agenti segreti per mettere in condizioni di non nuocere chi di dovere. Come sanno gli addetti ai lavori, lo si può fare discretamente senza turbare certe anime, ipocritamente, belle.

  Affermando che ispiratori ed organizzatori del terrorismo spendono per esso cifre da capogiro quando i loro popoli vivono in economie per una buona parte sottosviluppate, dimostrando anche un irresponsabile indifferenza al benessere dei loro correligionari. Con tale denaro, si potrebbero creare scuole, università, fondare aziende, istituzioni culturali.

  Affermando che la guerra al terrorismo costa cifre da capogiro che vengono sottratte al benessere di cittadini che devono fare blocco, senza se e senza ma, con i propri governi. 

  Affermando che la lotta ad oltranza contro di esso è conditio sine qua non per salvaguardare le nostre democrazie. Che proprio a causa del terrorismo sono state costrette a prendere, recentemente, iniziative poliziesche e di controllo dei potenziali sospetti che sono una piccola, prima incrinatura dei valori di tutela del cittadino di fronte al potere dello stato.

  
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  Ma affermare è ancora poco.

  Bisogna proclamare, strillare. 

  Bisogna che queste sacrosante verità divengano il pane quotidiano di giornali, politici, letterati, ministri.

  Bisogna che siano in agenda di incontri tra capi di stato che le affermino con grande clamore mediatico. Senza che distinguo di politica estera od interessi commerciali le rendano ambigue. E non guasterebbe se al prossimo G 8 vi fosse una dichiarazione comune, drammaticamente esplicita in tal senso. Anche con l'esortazione a tanti capi di stato di paesi islamici, che fanno i pesci in barile sussurando, ma non affermando, di essere contro il terrorismo, di proclamarlo ad alta voce.

  Prima della seconda guerra mondiale vi sono stati molti però, dubbi, verso nazismo e fascismo trionfanti, anche da parte di politici non secondari di democrazie occidentali. Finchè la dura verità non è apparsa evidente a tutti e, una volta scoppiata la guerra, non vi è più stata alcuna debolezza ideologica. La guerra è stata totale, senza incertezze. Bisognava vincerla a qualsiasi costo. Il costo è stato drammaticamente elevato, anche di vittime innocenti, ma la guerra è stata vinta.

  Ora, la dura verità sul terrorismo è evidente a chi è in buona fede e la guerra deve essere, come allora, totale, inesorabile.

  E bisogna dare una mano concreta a moltissimi politici, intellettuali, giornalisti, cittadini qualsiasi del mondo islamico che sono democratici, che hanno capito che il terrorismo è la vergogna dell'Islam, che sono pronti a fiancheggiare le democrazie. E che, spesso, nei loro paesi rischiano la vita, loro e di congiunti, se parlano ad alta voce. Ed una mano concreta sarebbe anche quella di organizzare una grande conferenza internazionale, con tantissimi partecipanti, politici, giornalisti, uomini di cultura, cittadini volonterosi di varie nazioni, durante la quale potrebbero gridare al mondo le loro convinzioni.

  Né guasterebbe che i media dimostrassero meno masochistica stupidità quando annunciano a pagine intere o con servizi televisivi a tutto campo gli allucinanti comunicati di chi del terrorimo è ritenuto il massimo esponente.
  Non si rendono conto che servono da cassa di risonanza per fare arrivare messaggi di odio a tanti simpatizzanti o terroristi attivi che da tali messaggi ricevono incitamento per aderire al terrorismo o confermarsi partecipi attivi in esso? 
  Per non citare il dubbio, confermato da esperti, che tali comunicati potrebbero anche contenere messaggi in codice.
  E' mai possibile che non ci si renda conto di questa banalissima realtà ?
  Siamo in guerra con i terroristi? Vige la legge di guerra e, come è successo in passato, per le notizie che danneggiano la nostra causa deve esserci la censura, che le nostre convinzioni vorrebbero autoimposta.
  I terroristi islamici hanno dichiarato guerra alla nostra civiltà oltre che alla società civile dei loro paesi e delle democrazie.
  Ma abbiamo la forza interiore ed esteriore per fermare la barbarie?

Ettore Falconieri
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  Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato «Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» (Archinto).
   «I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook
ed Ex Libris - Simonelli Editore) Falconieri ritorna, sulle riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole sulle religioni.

 

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