|
A 150 Anni dalla Nascita, Giovanni Pascoli visto da molto vicino...>>
Chierici, Chierichetti
e Tabù
>
di
Ettore Falconieri
<<<AGGIUNGI
AL CARRELLOAcquista
il libro in
SeBook o in
Ex Libris se ami ancora pensare... Se clicchi sulla copertina leggi le prime pagine
Ginevra,
23 Giugno 2006 -
n.
1 -
2 -
3 -
4 -
5 -
6 -
7 -
8 -
9 -
10 -
11 -
12 -
13 -
14 -
15
-
16 -
17 -
18 -
19 -
20 -
21-
22-
23 -
24 -
25 -
26 -
27 -
28 -
29 -
30 -
31 -
32 -
33 -
34 -
35 -
36 -
37 -
38 -
39 -
40 -
41 -
42 -
43 -
44 -
45 -
46 -
47 -
48 Un
assaggio di qualche pagina di tutti i SeBook?
Clicca qui >>>
Lettera
aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Signor Presidente della
Repubblica,
nel nostro paese vengono
accettati con indifferente rassegnazione situazioni e
comportamenti che altrove parrebbero inconcepibili, se scoperti
sarebbero prontamente castigati e verrebbero prese misure
adeguate per far sì che non si debbano più ripetere. Mentre i
responsabili finirebbero alla gogna.
I nostri politici hanno
le più alte remunerazioni, dirette ed indirette, tra quelle dei
paesi occidentali, sono i più numerosi, i meno assidui ai loro
doveri di eletti del popolo. E, in un momento di bilanci statali
in precario equilibrio, sono totalmente indifferenti a gesti di
riduzione di stipendi e di rinuncia a benefici accessori.
Alcuni politici, grazie
a leggi sciagurate che garantiscono finanziamenti statali,
creano partitini che gestiscono come aziende per sé e famigli,
utilizzando giardinetti di voti come contropartite per barattare
una vasta gamma di possibili poltrone, politiche e di
sottogoverno.
L’interesse del paese e
dei loro stessi elettori diventano dettagli secondari, perché
simili personaggi intendono la politica esclusivamente come
ricerca del potere e come fonte di introiti. A spese del
contribuente.
Ne sono, tra l’altro,
conseguenze, compagini governative ridicolmente, oltre che
inutilmente, numerose.
Il nostro paese ha una
economia in nero a livelli inaccettabili, alla quale
contribuiscono anche comportamenti criminali, ma che, per la
maggior parte, è costituita da tanti piccoli comportamenti di
ogni cittadino. Alzi la mano chi non ha fatto od accettato un
lavoro in nero od una prestazione, una fornitura senza pagare l’iva.
Ne sono causa una atavica furbizia, ma anche complicazioni
burocratiche e leggi stolte che complicano la vita di chi
vorrebbe essere onesto. Slogan a parte, non si fa niente per
rimediare.
Abbiamo sindacati con
organizzazioni interne che, democraticamente parlando, sono le
più arretrate dei paesi occidentali. Oligarchie di non eletti
si autocooptano ai vertici, prendono decisioni che spetterebbero
agli iscritti e ponzano a voce alta di tutto e su tutto senza
averne alcun titolo.
Alcuni intoccabili
esponenti del mondo industriale e finanziario si muovono nel
più totale disprezzo dei diritti dei piccoli azionisti, con i
giornalisti del giro, maestri di autocensura, che fanno da
sponda e si scagliano invece contro piccoli pesci i cui
comportamenti non sono in molti casi dissimili da quelli dei
loro padrini e padroni. E vi sono autostrade (che, fino a prova
contraria, pubbliche o private che siano, sono un servizio
pubblico) con una manutenzione precaria, palesemente
insufficiente, indegna di un paese civile, perché i relativi
azionisti di riferimento le considerano vacche da mungere ed
usano l’abbondante liquidità creata dai pedaggi, per pagare i
loro debiti e fare altri investimenti. Mentre restano
imperterriti ai vertici di banche personaggi che, se venissero
applicate l’etica e la deontologia professionale vigenti nelle
altre democrazie ed avessero un minimo di dignità, avrebbero
dovuto essere cacciati od andarsene da tempo.
Abbiamo assassini,
riconosciuti tali, che sono a spasso e migliaia di cittadini in
attesa di giudizio che sono in carcere. Uffici giudiziari
caotici e lenti che, leggi e fondi disponibili a parte,
potrebbero essere migliori se solo vi fosse un poco più di
impegno ed umiltà da parte di tutti coloro che vi operano. E
paiono inamovibili taluni magistrati che, altrove, sarebbero già
stati espulsi da tempo, con ignominia.
Vi sono giornali, che
pur si proclamano liberali, cui basta la complicità di
parlamentari per utilizzare una leggina che succhia a loro
favore soldi allo stato.
È in vigore una legge
elettorale con aspetti da repubblica delle banane perché
l’elettore conta sempre meno. E si parla e strilla più delle,
pur rispettabili, unioni omosessuali che della criminalità che
controlla varie zone del paese.
Sono solo alcuni esempi
dei tanti che si potrebbero fare, con la desolante constatazione
che l’etica della società italiana è di una buona spanna al di
sotto di quella di altre democrazie.
Gli Italiani devono
essere fieri della loro storia recente perché gli aspetti
positivi sovrastano di gran lunga quelli negativi come quelli
sopra esposti. Per porre rimedio a questi ultimi ci vorrà tempo
e volontà politica. Ma soprattutto una costante opera di
convincimento. Per convincere i cittadini dell’importanza di
certi valori, dei doveri verso la comunità, dell’interesse
individuale che non deve prevalere sull’interesse collettivo,
della dignità di chi, eletto o funzionario, serve lo stato. Per
mettere nella testa di politicanti e politici che essi sono
stati eletti per servire il popolo. Per far maturare una
coscienza collettiva che ora è carente.
Nel mondo della politica
e del potere vigono in Italia equilibri che galleggiano su
fasulli fairplay, leggi non scritte, silenzi. E se qualcuno non
li rispetta, si alza subito un coro di recriminanti che
arringano al linciaggio politico e morale del reo, che si
stracciano le vesti sulla democrazia violata, sull’offesa alle
istituzioni, sull’attacco ai partiti pilastri di democrazia e
cosi via. Ma è solo una indegna ipocrisia per difendere lo
status quo che invece va infranto.
Ma generici richiami
all’etica e sermoncini sono ormai merce avariata.
Ci vuole di più.
E chi, se non il
Presidente della Repubblica può e, se mi permette di dirlo con
molto rispetto, deve farlo ?
Usi i messaggi alle
Camere come spade sguainate, Signor Presidente, parli agli
Italiani entrando nei dettagli, senza giri di frase. Esorti
tutti a comportamenti più consoni a fare della nostra una
democrazia piu’ matura e responsabile. La Sua personale statura
politica Le consente di infrangere usanze, di violare
consolidate ipocrisie, di essere indifferente a chierici e
chierichetti del potere pronti a starnazzare.
Sotto l’aspetto che ho
esposto la situazione dell’Italia è grave, molto grave. Siamo il
fanalino di coda tra le democrazie occidentali ed il nostro
prestigio internazionale ne soffre.
Gli Italiani, comunque
la pensino politicamente, sono stanchi del gallinaio politico
mediatico, delle sguaiate polemiche, di slogan e proclami cui
non seguono i fatti, di tante inefficienze e scorrettezze e si
sentono sempre piu’ indifferenti allo Stato, alle Istituzioni,
alla Politica (con la lettera maiuscola) che perdono
continuamente prestigio ai loro occhi.
Parli e sia chiaro,
Signor Presidente, gli Italiani capiranno, Le saranno molto
riconoscenti e Lei passerà alla storia.
Con deferenti saluti.
Ettore Falconieri Hai Qualche Commento da Fare? Inseriscilo tu stesso in
The Web Park Speaker's Corner
>>
Vuoi contattare Ettore Falconieri?
Clicca qui>>
Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
|
|
|
Di questa rubrica settimanale è assolutamente vietata la riproduzione senza una autorizzazione scritta della casa editrice. Ogni violazione sarà perseguita legalmente
|