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Chierici, Chierichetti
e Tabù
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di
Ettore Falconieri
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Ginevra,
15 Gennaio 2007 -
n.
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C'era
una volta, la lentezza
La saggezza antica
vorrebbe che non ci si affrettasse troppo, ma viviamo nell’era
della velocità, dei tempi stretti, degli orari che incombono ed
un ritardo di treno, un aeroporto bloccato dalla nebbia o da
altro, un ingorgo stradale ci mettono in agitazione quando non
ci fanno andare fuori dai gangheri. Anche se siamo comodamente
seduti, se abbiamo radio ed altri marchingegni mediatici per
intrattenerci, cellulari per informare dei ritardi chi di
dovere, bar per ristorarci.
La pazienza non è tra le doti del viaggiatore contemporaneo. Per
il quale sarebbe inimmaginabile, per esempio, quanto succedeva,
nei primi anni della sua esistenza, nella ferrovia Transiberiana
tra Mosca e Vladivostok, (quel portento della tenacia
ferroviaria degli Zar tra Ottocento e Novecento, lunga 9288,2
chilometri ): l’arrivo di un treno alle stazioni era fissato in
certi giorni della settimana, non a certe ore e minuti. Così il
viaggiatore che doveva salire sul convoglio andava alla stazione
all’alba del giorno fissato e bivaccava in condizioni precarie
sino all’arrivo del treno, magari a sera tarda.
Le velocità non ci fanno più impressione ed i tempi di una volta
ci fanno sorridere.
Se ora i più veloci sono gli aerei, una volta lo erano i
corrieri. Quelli dell’organizzazione postale creata da Gabriele
de Tassis nel Cinquecento, una rivoluzione per l’epoca,
coprivano il percorso Alta Italia Bruxelles, via Tirolo, di
quasi 800 chilometri, in cinque giorni, circa 150 al giorno.
Prestazione lontana, tuttavia, da quella delle navi dell’epoca
che, salvo pirati o tempo particolarmente cattivo, coprivano
anche duecento chilometri al giorno. Nel 1572, Don Giovanni
D’Austria, il vincitore di Lepanto, ebbe urgenza di farsi
revocare da Filippo II re si Spagna l’ordine di restare inattivo
ed inviò la sua richiesta con una galera che da Messina
raggiunse Palamos sulla costa catalana in sei giorni. (F.
Braudel – Civiltà e imperi del Mediterraneo ai tempi di Filippo
II).
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I viaggiatori di altri tempi sarebbero stati forse incapaci di
resistere all’aria inquinata delle nostre città, ma avevano, al
nostro confronto. una eccezionale resistenza fisica ai disagi.
A metà dell’Ottocento, su pressante richiesta di coloro che
vivevano oltre le Montagne Rocciose, il governo federale
americano organizza un trasporto in diligenza da S.Louis
(Missouri) a San Francisco California), attraverso Texas, Nuovo
Messico ed Arizona, per un totale di 4450 chilometri, con
partenze bisettimanali. Durata prevista del viaggio venti
giorni, oltre duecento chilometri al giorno, ed il primo viaggio
del 15 ottobre 1858 ci mise solo qualche ora in più.
Ogni diligenza è trainata da quattro cavalli, cambiati ad
intervalli regolari, corre notte e giorno, trasporta pacchi,
posta e nove viaggiatori uno dei quali a fianco del cocchiere.
Si viaggia anche su piste appena praticabili, gli scossoni sono
terribili, i passeggeri, cotti dal sole o raggelati dal vento
delle montagne, hanno come nutrimento quasi solo quello che si
sono portati. Nessuna possibilità di lavarsi e tanto meno di
dormire in modo decente. E poi c’è il rischio degli Indiani, ma
cocchiere e viaggiatori sono armati.
I cocchieri di linea diventano personaggi leggendari, sia per la
loro esperienza e temerarietà che per le loro intemperanze
alcoliche. Tra essi spicca “Old Charlie” Pankhurst che lancia i
suoi cavalli a folle velocità e smette di bere e di masticare
tabacco solo per bestemmiare. Alla sua morte si scoprirà che era
una donna.(J.Chastenet – La conquista del West).
Impossibile che ora succeda lo stesso per un macchinista
ferroviario od un pilota !
Ettore Falconieri
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Ettore Falconieri,
genovese, operatore finanziario a
Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo
alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato
«Il RITORNO DEI LUPI» (Lombardi), una novella filosofica e
«ABBASSO I CHIERICI - Arringa di un incolto per una
filosofia di tutti» (Archinto).
«I CHIERICI SIAMO NOI - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro»
(SeBook ed Ex Libris -
Simonelli Editore)
Falconieri ritorna, sulle
riflessioni già sviluppate nel precedente «ABBASSO I CHIERICI -
Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» focalizzandole
sulle religioni.
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