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Chierici, Chierichetti e Tabù >
<<<AGGIUNGI AL CARRELLO Acquista il libro in SeBook o in Ex Libris se ami pensare... Se clicchi sulla copertina leggi le prime pagine Guarda la VideoPresentazione dell'Editore >>> Ginevra, 19 Ott0bre 2007 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21- 22- 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 46 - 47 - 48 - 49 - 50 - 51 - 52 - 53 - 54 - 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63 - 64 - 65 - 66 - 67 - 68 - 69 - 70 - 71 - 72 - 73 - 74 - 75 - 76 - 77 - 78- 79- 80
Serve ancora
Il pensiero filosofico contemporaneo è stanco. Si diletta di scaramucce di retroguardia, disquisendo in continuazione di passato, solo balbettando, ogni tanto, di futuro. E troppo spesso vaneggia sul nulla con deliri dialettici che si sedimentano su se stessi e che la gente, anche acculturata, non capisce. Simili a certi ornamenti barocchi che, su altari e cappelle, si arricciano, imponenti, su forme che essi stessi creano. Non rappresentano nulla, non creano nulla se non sestessi. Può essere piacevole, per chi li ami, contemplarli, ma non evocano immagini, non additano percorsi, non ispirano visioni. Che la filosofia contemporanea guardi al passato piuttosto che al futuro lo dimostra anche il fatto che i filosofi contemporanei, qualunque tesi od affermazione esprimano, continuano a citare filosofi o scuole filosofiche del passato come alibi. Come puntello. Ma la filosofia dovrebbe occuparsi di futuro come ha fatto per secoli, quando ragionando ed ipotizzando su umanità e mondo circostatnte ha contribuito a far nascere, una a una, le scienze. Quando riflettendo sull’uomo è stata la levatrice di ideologie che gli hanno dato più dignità, libertà, giustizia.
I grandi del passato hanno contribuito a costruire una strada che ci ha portato sino a qua, non hanno contribuito a costruire i piani bassi di una casa ai cui piani superiori viviamo. Perché se così fosse la casa crollerebbe. Anche i grandi del passato erano figli del loro tempo, della loro società, dello stato della scienza, dell’economia e del convivere sociale di allora. Se vivessero ora, avrebbero convinzioni, esprimerebbero teorie del tutto diverse perché adeguate all’epoca in cui viviamo. Aristotele cattedratico ad Oxford o Kant ricercatore ad Harward ci direbbero cose molto diverse da quelle che, allora, li hanno resi famosi ed utili al nostro divenire. La filosofia di oggi deve essere la filosofia di tutti, comprensibile a tutti, anche a coloro che dei filosofi del passato conoscono, forse, i nomi, ma non il pensiero. La filosofia di oggi dovrebbe riprendere la leadership su religioni ed ideologie, rimettendo la donna e l’uomo con i loro problemi quotidiani, le loro aspirazioni e speranze, il loro desiderio di una società migliore al centro della scena. Alzandosi tuttavia sopra la quotidianità, volando alta per avere una visione globale di viventi e cose ed essere quindi in grado di valutare e giudicare il presente per proiettarlo verso un futuro migliore. Con l’uso della ragione, senza farsi condizionare da certezze, tradizioni, supestizioni, usanze inculcate dal tempo nella mente degli umani. Si azzeri tutto e con la ragione si cerchi di immaginare cosa sia possibile fare per creare un mondo migliore. Fuori un altro Cartesio: se esisto, ho cervello e se ho cervello è con esso che devo pilotare il mio futuro. Ettore Falconieri
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