Molti anni fa ci fu in Italia un gran putiferio a proposito di una loggia della massoneria definita deviata, la P2, che con molti autorevoli iscritti, di varie professioni e credenze, avrebbe tentato di influenzare a vantaggio di pochi la gestione del potere politico e l’assetto istituzionale del paese, anche pensando ad un colpo di stato. Venne creata una apposita commissione parlamentare di inchiesta, la commissione Anselmi, e si andò avanti a lungo con accuse incrociate, messe alla gogna di iscritti, sfruttamento dell’appartenenza alla P2 di questo o quello con ricatti e vendette da parte di rivali in politica od in affari, in un caravanserraglio politico mediatico che sfociò in un nulla o poco di fatto.
  I fatti appurati si rivelarono più fumo che arrosto.
  Ma se putiferio vi fu per la P2, fatte le debite proporzioni, per l’Opus Dei dovrebbe scoppiare un baccano da milioni di decibel.
  In altri paesi se ne parla e ci si preoccupa.
  Negli Usa, per informare e mettere in guardia i cittadini, è stato creato l’ “Opus Dei awareness network” (Rete di informazione sull’Opus Dei) che, con enti simili di altri paesi, ha fondato l’Ictod - International collaboration for truth about Opus Dei – (Collaborazione internazionale per la verità su l’Opus Dei).
  In Inghilterra il Cardinale Hume ha preso provvedimenti per limitare e regolare l’attività della setta.
  Mentre in Italia la sudditanza anche psicologica verso tutto quanto attiene alla chiesa di Roma e la presenza di uomini della setta in posizioni importanti fa sì che si preferisca non parlarne. Si tace per paura od opportunismo.
  Anche se molto è noto.
  Basta scorrere internet o leggere il libro di Ferruccio Pinotti “Opus Dei segreta” che avrebbe meritato maggior clamore.
  Innanzitutto c’è il potere occulto esercitato da coloro che contano, laici o religiosi, i “sopranumerari”, che devono anteporre gli interessi della setta, economici, politici, religiosi, a quelli di istituzioni od uffici in cui operano, anche a danno della collettività.
  Secondo i bene informati, vi è stato l’esempio clamoroso di un ex governatore della Banca d’Italia sbeffeggiato da tutto il mondo finanziario internazionle, con gran danno all’immagine dell’Italia, per non essersi dimesso che con molto ritardo dopo che erano stati rivelati suoi comportamenti inaccettabili.
  Ritardo motivato da esigenze interne all’Opus Dei.
  Ma sono noti e documentati anche comportamenti all’interno della setta, in palese violazione di leggi, nei confronti dei “numerari” che sono la truppa che tira il carretto. Truppa in cui le donne sono considerate inferiori all’uomo.
  Devono versare alla setta, con formalità fiscalmente discutibili, tutto o parte dello stipendio che guadagnano se hanno un impiego od una professione.
  Ma se vivono ed operano all’interno delle numerosissime entità, religiose, economiche, ricreative, educative (si fa per dire) non ricevono stipendio,solo qualche spicciolo per le spese minute e, soprattutto, non vengono versati per loro i contributi. In pratica è del lavoro in nero, per migliaia di persone.
  A questo si aggiunge il fatto che devono donare ogni loro bene all’organizzazione, anche qui con formalità fiscalmente discutibili, con il risultato che molti che desidererebbero liberarsi dalle sue grinfie non lo fanno perché si ritroverebbero, non più giovani, senza un euro, senza contributi versati e, spesso, con gravi turbamenti psichici per la pressione, il condizionamento della loro personalità cui sono stati sottoposti. La parola d’ordine per loro è “sottomissione”.
  Il fondatore Escrivà de Balaguer ha anche scritto: “Non dimenticare che sei…. il bidone della spazzatura….Umiliati: non sai che sei il secchio dei rifiuti?”
  Ed altrettanto grave è il plagio dei giovani, anche di ragazze e ragazzi lontani dalla maggiore età che vengono adescati nelle numerose entità educative, ricreative, religiose della setta. Plagio che rovina la vita di alcuni o può fortemente turbare anche quelli che riescono a disincagliarsi. Plagio che è reato.
  Girano anche tante voci su come la setta si liberi di coloro che la danneggiano.
  Saranno forse interpretazioni romanzesche, ma è pur vero che alcune vicende criminali non sono mai state chiarite ed Escrivà de Blaguer ha anche scritto: "Il membro anarchico che rompe l’unità del resto dell’organismo, muore".
  Quanto precede è una piccolissima sintesi di una tristissima e drammatica realtà che dovrebbe preoccupare.
  Le democrazie sono diventate tali anche perché hanno imposto la trasparenza ai comportamenti anche economici di tutti i cittadini.
  Se un’entità si nasconde dietro il segreto viola la legge che proibisce le società segrete. Di conseguenza coloro che nell’Opus Dei contano e non si rivelano violano la legge. E se non rendono pubbliche attività, organizzazione, gestione economica e patrimonio della setta dimostrano anche che hanno molto da nascondere.
  C’è qualche giornalista, qualche giornale che ha il coraggio di fare un campagna di stampa per affermare questi principi?
  E segnalando nomi ed indirizzi degli enti della setta per mettere in guardia i cittadini specie se genitori?
  C’è qualche comando dei Carabinieri o della Guardia di Finanza o di Polizia che ha il coraggio di muoversi?
  C’è qualche ispettorato dell’Inps che ha voglia di andare a controllare il lavoro nero ed i mancati contributi?
  C’è qualche procura delle repubblica pronta ad indagare?
  C’è qualche curioso che voglia sapere di più sulle immense ricchezze e sui beni immobiliari della setta?
  C’è qualche politico, diamogli pure del coraggioso, disponibile a fare una clamorosa interpellanza sull’argomento?
  E se mai ciò avvenisse anche solo in parte, sarebbe auspicabile che i soliti baciapile non si stracciassero le vesti cianciando di attentato al sacro.
  Qui di attentato c’è solo quello alle leggi del popolo italiano ed al rispetto ed all’uguaglianza degli esseri umani.

   Ettore Falconieri
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