Mamma Rai, quanto li paghi?
Chi ha qualche capello grigio si ricorda di quando la Rai era l’unica a trasmettere programmi e la si considerava quasi una benevola mamma da guardare con attenzione e rispetto. I suoi telegiornali erano per molti Italiani vangelo, i suoi programmi di intrattenimento erano i soli divertimenti che i più potevano permettersi, i suoi caroselli pubblicitari, piccoli capolavori di ironia ed intelligenza, erano la gioia serale anche di bambini. Ed i suoi programmi culturali davano agli Italiani una prima infarinatura su musica, scienza, teatro, letteratura, cultura varia, in orari per gente che lavora.
Ora, come si sa, tutto è cambiato e la benevola mamma potrebbe essere paragonata, per dire molto con una sola parola, ad una non più giovane madama, simpaticona, ma spregiudicata.
I suoi bilanci, che ufficialmente sono decorosi, sarebbero meno ilari se si fosse più severi nel valutare poste e rischi.
Dirigenti, impiegati e consulenti, sono di gran lunga in numero superiore al necessario ed alcuni sono a libro paga senza avere nulla da fare.
Telegiornali e programmi di informazione e dibattito su vicende politiche e di attualità sono piuttosto lottizzati.
La cultura ad uso di chi lavora è quasi completamente scomparsa, mentre sceneggiati relativi a vicende storiche o ad opere letterarie alterano grossolanamente la storia od i testi originali per piaggeria verso mode deteriori.
Ma la vecchia madama potrebbe tornare ad essere per un attimo una benevola mamma se raccontasse alcune semplici cose agli Italiani che della Rai, posseduta dallo Stato, sono i padroni di fatto e la foraggiano con il canone.
Ora che si sa tutto dei compensi anche dei potenti dell’industria e della finanza che devono renderne conto ad azionisti e talvolta a governanti, gli Italiani vorrebbero conoscere quanto sono pagati presidente, direttore generale e consiglieri di amministrazione.
Ma questo sarebbe solo un modesto aperitivo, perché gli Italiani vorrebbero prendere visione del gran banchetto plurimilionario costituito dai compensi a personaggi che vanno per la maggiore sui teleschermi, anche di alcuni provvisoriamente in panchina, ma sempre retribuiti.
Anche di giornalisti o presunti tali che con arroganza e la sicumera di ex primedonne inceronate ponzano e blaterano anche offendendo cittadini che pagano il loro immeritato stipendio.
Anche di presentatori e mezzibusti, alcuni bravi, altri meno, tutti lautamente pagati.
Anche di consulenti, più o meno competenti, di dubbia utilità.
Anche di belle donne, professionalmente ineccepibili, con uno stipendio, forse, eccessivo.
Anche di fanciulle, fresche e meno fresche, che, esibendosi oltre misura, danzeggiano con la leggerezza di un Tir ucraino carico di elefanti o sbraitano con un eloquio che avrebbe fatto arrossire antichi frequentatori di bordelli.
Anche di ospiti, presunti indispensabili per dare sapore a programmi sciapini, invitati a trasmissioni nelle quali c’è di tutto, salvo intelligenza e divertimento.
Anche di società, spesso di amici o parenti del giro, alle quali vengono commissionati servizi e programmi che, talvolta, potrebbero benissimo essere realizzati all’interno della corposa organizzazione Rai.
L’elenco sarebbe ancora lungo, ma si può sintetizzare con questo pressante invito.
Mamma Rai, i cittadini, tuoi padroni e finanziatori, ti chiedono di rendere noti e pubblicizzare dai tuoi schermi l’elenco di tutti coloro, persone e società di consulenza e servizi, che percepiscono annualmente da te più di diecimila euro.
Elenco troppo lungo?
Lo puoi pubblicare a puntate. Sarebbe una telenovela di grandissimo successo con un’audience superiore a quella del festival di San Remo.
Mamma Rai, fatti coraggio, fallo, devi farlo.
Ettore Falconieri
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