Solo Scienza
e Democrazia
ci salveranno
Per spiegare situazioni e fatti dolorosi e sgradevoli, come morte, sofferenze, ingiustizie ed il loro contrario, benessere, felicità, serenità, le religioni hanno inventato le categorie contrapposte di bene e male. Dando ad esse motivazioni, rappresentazioni, personificazioni, contenuti, compatibili con i rispettivi sistemi teologici e dottrinari. Mali causati da demoni, da peccati, da ire divine e beni conseguenza di ubbidienza a dio, rispetto di canoni religiosi, premio di buon comportamento, intercessione di santi e così via.
Concetti che appaiono oggi alla ragione, non offuscata dal sacro, piuttosto obsoleti, perché la scienza ha smentito quegli scenari illusori che non aiutano ad alleviare i mali, anzi.
Il male deriva dai modi di manifestarsi, di esistere, anche a scapito di tutto quanto o di chi sta attorno, di tutto ciò che è o che vive. Dal virus al meteorite che può piombarci addosso. Il male è il risultato di quel condizionamento e sfruttamento reciproco del mondo fisico, vegetale, animale, che coinvolge tutto e tutti. Bisogna rassegnarsi a convivere con esso, sforzandosi di attenuarlo, deviarlo, annullarlo con le armi della conoscenza, senza illudersi che esistano scorciatoie mistiche capaci di esorcizzarlo.
In particolare, gli accadimenti che fanno male all’uomo sono dovuti o a malattia o al mondo fisico o ad altri uomini. Dei primi due conosciamo, meglio di prima, le cause, i modi di prevenirli, di curarli, di evitarli. Sappiamo, certo, che tanto ci è ancora ignoto, ma sappiamo anche che possiamo e siamo avviati a sapere di più.
Abbiamo debellato malattie, siamo tuttora consapevoli che altre sono in agguato e che virus ancora ignoti potranno farci del male. Ma ci sono le premesse per debellare, prima o dopo, anche quelli.
Le sofferenze del malato o del ferito sono di gran lunga minori di quelle di una volta e la vita si è allungata. La medicina dà una mano a stare meglio, più di qualsiasi altro toccasana sacro o spirituale.
Siamo capaci di prevedere, ora, buona parte degli eventi meteorologici e fisici pericolosi o distruttivi e, talvolta, anche se non sempre, siamo in grado di proteggerci da essi. E sappiamo che sono dovuti a certe cause che prescindono dall’ira di un dio. Cause che, più conosceremo, più saremo capaci di difenderci, per una minore infelicità della donna e dell’uomo.
Abbiamo la certezza che fatti, dei quali conosciamo le cause, non possono derivare da altre cause strampalate con le quali non hanno nessun nesso logico. Scivolare e rompersi una gamba non ha nulla a che fare con il fatto, per esempio, di essersi seduti a tavola in tredici. Ed aver ottenuto qualcosa che ci stava a cuore non dipende da ceri accesi davanti a questa o quella immagine.
Come è certo che il futuro non può essere previsto e non può essere collegato a fatti, situazioni, comportamenti che non hanno nessun nesso razionale con esso. Se mai immaginato o sperato. E qualsiasi comportamento, rito, scongiuro volto a conoscerlo ha la stessa utilità di comportamenti, riti, scongiuri del tutto diversi o contrari. Cioè nessuna.
Il male causato da altri uomini, invece, è quello più difficile da attenuare. E può essere alleviato solo con società migliori, meno imperfette, di quelle precedenti, quali quelle che si sono formate dopo lunghi travagli e si chiamano democrazie.
Compromessi mobili alla continua ricerca del modo migliore per organizzare la convivenza nel rispetto e nella tolleranza reciproci. Compromessi nei quali la libertà di ognuno trova un limite nella libertà, nella dignità, nella giustizia per tutti gli altri.
In un quadro di costituzioni, leggi, regole, non statiche, ma dinamiche perché tali sono le società umane.
Siamo diversissimi per una infinita gamma di caratteristiche contrastanti dei nostri corpi, di vizi, virtù, aspirazioni, gusti, passioni, costumi, tradizioni, credenze, convinzioni, livello di civiltà. Di educazione, di intelligenza, di senso pratico o artistico e di tanto altro. Ma la ragione ci dice che abbiamo tutti pari titolo di essere
da queste parti, tanto vale, allora, organizzarci per farci meno male possibile.
Dando a ciascuno il diritto, insegnandogli a rispettare quello degli altri, di avere voce in capitolo con il voto e di pensare quello che vuole.
Cercando di superare egoismi e diversità. Nonché tare di odi e contrapposizioni, retaggi di storie e religioni di altri tempi, che tanto male hanno fatto e continuano a fare all’umanità.
Se le cifre colossali che vanno ad oroscopi, maghi e santoni fossero investite nella scienza ed impiegate per promuovere democrazia e tolleranza, vi sarebbe meno mali e più bene.
|
|