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Chierici, Chierichetti
e Tabù
di Ettore Falconieri
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Lettera a
Caro Il Sole 24 Ore,
Poniamo sia possibile fare una classifica di tutti i giornali italiani che tenesse conto della qualità dell’informazione e degli articoli, della scelta delle notizie, dell’impaginazione, della pragmatica sintesi di vicende politiche non ciarlatanate in logorroici commenti, della utilità e chiarezza di corrispondenze dall’estero e di tanto altro che riguarda il prodotto giornale. Ebbene, non vi è dubbio che tu saresti in testa a tale classifica.
Ciò premesso, sulle tue pagine pare esserci qualche solone di troppo che, in articolesse alquanto prolisse sui massimi sistemi, rumina a vita sempre gli stessi minestroni su cosa si dovrebbe o non si dovrebbe fare per questo o quel problema, anche per il mezzogiorno sul quale si leggono da decenni sempre le stesse cose. Sono brava gente, di sicuro preparata, ma non si è ancora accorta che ciò che serve per ridare manetta a questo paese è ormai arcinoto alla stragrande maggioranza degli Italiani: c’è bisogno di gente che prediliga il fare al ponzare.
Con una economia nera stimata attorno al trenta percento, la maggioranza delle statistiche e delle rilevazioni ufficiali su dati e comportamenti economici del nostro paese sono errate e, pertanto, ci vorrebbe una qual prudenza nell’usarle per giudicare povertà, ricchezza e comportamenti economici degli Italiani, nel commentarle, nel trarre conclusioni. Prudenza che non sempre guida alcuni tuoi giornalisti ed illustri collaboratori. Prudenza che, invece, viene usata da chi, all’estero, elabora studi e tabelle su dati economici di vari paesi e che, spesso, tralascia di menzionare i dati italiani perché inattendibili.
Un tuo bravo giornalista fa inchieste approfondite su vicende e personaggi di rilevanza economica che hanno fatto parlare, non sempre in bene, di sé. Come, per esempio, su finanzieri alquanto disinvolti e birichini, ma che non fanno paura.
Il lettore che conta sulla tua indipendenza, tuttavia, si aspetterebbe anche inchieste su personaggi che occupano prestigiose presidenze ( questi sì che possono far paura ), personaggi che, in altre democrazie occidentali, dove valori etici e deontologia professionale contano più che da noi, sarebbero stati invitati, se non costretti, da tempo, a sedersi in panchina se non su qualche più scomodo tavolaccio.
Ed a questo proposito, il lettore che, dopo la quotazione, ha preso atto di movimenti nella tua compagine azionaria e nel tuo consiglio di amministrazione si chiede: non sarà che succederà anche a Il Sole 24 Ore quello che da tempo avviene in tanti enti finanziari, presunti, prestigiosi e fertile aiuola (ingenua legge Draghi !) di partecipazioni incrociate ? Le compagini azionarie ed i consigli di amministrazione di tali enti sono stati definiti “ il più alto concentrato di potenziali ricattati- ricattatori “ da un pezzo da novanta, non italiano, della finanza internazionale.
Io non ti rompo le scatole a casa tua, tu non le rompi a casa mia. Tu mi dai un finanziamento se non vuoi che ti voti contro e così via.
Tu, caro giornale, paladino del libero mercato, della libera concorrenza, del liberalismo economico che si batte contro il dirigismo, oltretutto con utili soddisfacenti, ricevi, come altri giornali, un sostanzioso contributo che esce dalle tasche dei contribuenti. Non sarebbe un gesto costruttivo per il paese e coerente con i principi che sostieni di difendere rinunciarvi?
Egregio Dottor De Bortoli, immagino che questa mia sarà ignorata. Ma se i lettori che sono d’accordo su quanto precede, e sono molti, leggessero una sua risposta sul giornale sarebbero fieri anche del coraggio del loro quotidiano economico.
Ettore Falconieri
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