San Francesco
tradito da sempre
I valori prevalenti che San Francesco ha fatto suoi durante tutta la vita e nobilitato nelle sofferenze, nei messaggi, nei gesti, nei comportamenti quotidiani erano umiltà e povertà. E l’umiltà la esercitò anche sottomettendosi alla Chiesa di Roma che da quei valori era molto lontana e che approvò a parole, ma rinnegò nei fatti sin da quando Francesco era ancora in vita. Sottomissione che gli evitò di essere dichiarato eretico come avvenne per altri motivati da un sincero desiderio di riforma della Chiesa.
Il Francescanesimo ebbe un’ esplosione di adesioni impressionante e l’ordine francescano fu subito ingabbiato dalla Chiesa al punto che Francesco non si ritenne più responsabile di esso, dimettendosi da guida dei suoi frati, con la scusa della malattia, due anni prima di morire. Anche perchè non riconobbe appieno i suoi valori nella Regola che si era data l’Ordine Francescano.
La prima biografia di Tommaso da Celano che metteva in evidenza il vero Francesco e le sue convinzioni fu subito censurata dalla Chiesa e Bonaventura da Bagnoregio, ministro Generale dell’Ordine Francescano dal 1257, autore della biografia ufficiale purgata secondo l’imposizione della Chiesa, ordinò la distruzione di quella biografia del Celano e di ogni altro scritto anteriore su Francesco (ma alcune copie si sono salvate).
Ma il tradimento di Francesco continua anche oggi. In Assisi che, in suo nome, attira milioni di visitatori, lo sfruttamento economico di Francesco ha raggiunto livelli indecenti.
Se è comprensibile, ed in un certo senso connaturato ai luoghi meta del turismo di massa, il piccolo commercio di oggetti, ricordini e simboli, più o meno sacri, è meno comprensibile, anzi disdicevole, la mercificazione di San Francesco che fanno chiese e conventi, primi tra tutti quelli dei vari ordini francescani, e cioè minori, cappuccini e conventuali.
Assisi attira da tutto il mondo ordini religiosi che vi hanno il loro piccolo o grande convento, ve ne sono più di trenta. Ma sono conventi o conventini che in numerosi casi operano come posti di accoglienza per turisti. Fanno cioè gli albergatori in sleale concorrenza con alberghi, agriturismi ed affittacamere perchè nella maggioranza dei casi lo fanno in nero senza pagare tasse. Cosa che non pare preoccupare la Guardia di Finanza di Assisi davanti ai cui uffici non si vedono parcheggiate utilitarie.
Ma fanno di peggio buona parte dei frati francescani che hanno elevato la mercificazione di San Francesco a livelli sublimi. Di fronte a loro i mercanti che Cristo ha cacciato dal tempio fanno la figura di ridicoli dilettanti imbranati.
Gli incassi per messe, elemosine, matrimoni e vendita di oggetti sacri raggiungono cifre da capogiro, sempre segrete naturalmente. Un matrimonio nella basilica di San Francesco costa 350 Euro senza ricevuta. Essendo il numero di messe richieste ben superiore al tempo disponibile dei pochi officianti presenti, queste vengono subcontrattate ad officianti di paesi lontani devolvendo loro una parte dell’incasso relativo.
Un florido business, insomma.
Ma il piatto forte sono le proprietà immobiliari che non sono lontane dal cinquanta percento delle aree e degli immobili del centro storico. Proprietà immobiliari che continuano ad espandersi anche grazie a costruzioni ed ampliamenti che spesso offendono lo stile e lo spirito della città. Oltre che il buon gusto. Costruzioni ed ampliamenti che il cittadino qualunque contempla con malcelata invidia. Perchè,
se al popolo bue le pubbliche autorità fanno storie per l’apertura di una finestra, ai frati tutto è permesso.
San Francesco d’Assisi è scappato da tempo dalla sua città. E andato tra i milioni di infelici che soffrono e muoiono per mancanza di cibo, di medicinali ed anche per la malvagità e l’egoismo dei loro simili.
Forse, in questo momento, San Francesco ha in braccio un bambino nero ischeletrito e gli porge un pezzo di pane raffermo che aveva con sè per il suo pasto quotidiano. Digiunerà anche oggi, ma sorride contento.
Ettore Falconieri
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