Il passato è cominciato
Così intitolava un suo articolo di trentanni fa Massimo Griffo.
Tale Firgof affermava in un samizdat (in russo autoedizione, erano scritti anonimi che circolavano in barba alla censura) che in Bielorussia alcuni biologi erano riusciti a far retrocedere geneticamente alcuni cavalli nei loro progenitori selvatici, i tarpani contemporanei dei mammuth. E che tali cavalli, retrocessi geneticamente, preferivano nutrirsi di piante che risalivano all’epoca glaciale, vecchie, cioè, come la loro specie.
Massimo Griffo, in un affascinante articolo, ne deduceva che l’universo si stava fermando per tornare indietro: “ nel battito cardiocosmico, contrazione e dilatazione, fuga e ritorno, tutto si ripete infinite volte in avanti e all’indietro “.
Aveva ragione, ci sono indizi che questo sta per succedere, anzi, è già cominciato.
Come l’oscillare del pendolo che si muove sempre nello stesso modo, percorrendo sempre la tessa traiettoria, anche l’universo, nel contrarsi, deve ripercorrere nel ritorno tutte le fasi, i comportamenti, i divenire dell’espandersi. E con l’universo, evidentemente, anche tutti i suoi componenti, galassie, mondi, materie, animali. uomini.
Per cui la retrocessione biologica non ne è che un minimo aspetto. Altro aspetto è il ritorno del potere degli animali sulla terra. Potere che l’animale uomo, nella sua evoluzione, ha prima limitato, poi quasi completamente soppresso. E ci sono segni evidenti che gli animali si accingono a riprenderselo questo potere.
Come confermato dall’Agence France Presse, nei comuni di Mishima e Susono in Giappone (prefettura di Shizuoka), un gruppo di scimmie ha attaccato con botte da orbi gli abitanti, ferendone 62, ed ha danneggiato colture e beni con azioni di guerriglia coordinate ad ondate successive.
In alcune zone dell’emisfero orientale si sono visti pescecani uscire di qualche metro dal mare per lanciarsi sulla riva nel tentativo di addentare umani.
Nel sud dell’Europa, quadrupedi che negli anni settanta erano dati per quasi estinti, i cinghiali, si sono moltiplicati in decine di migliaia e devastano piantagioni, orti, distruggendo recinti e danneggiando tutto quanto si trova sul loro percorso.
E gli uomini, inconsciamente ormai rassegnati, si sono dati leggi e regolamenti che ne impediscono una seria caccia.
Mentre il lupo marsicano che anni fa si riteneva, stoltamente, di dover proteggere, percorrendo la dorsale appenninica ed alpina, è già arrivato in Francia e Svizzera, dove si offre succulenti banchetti con animali allevati dall’uomo, sottraendoli al loro desco e danneggiandoli. Ma non si fermerà a Francia e Svizzera, proseguirà certamente oltre.
Ma c’è di più. Nello stato del North Dakota (Usa), un feroce orso Grizzly (Ursus Arctos Horribilis arrivato dalla Russia via l’Alaska centomila anni fa ) è apparso per un attimo a cacciatori facendo il gesto dell’ombrello.
E’ nel Dna degli animali questo ritorno verso l’attimo iniziale dell’universo, anche degli animali uomini.
Uomini che stanno organizzando le loro società in modo da facilitare il proprio ritorno allo stato selvaggio.
Per esempio, con la facilità di comunicare con tutti. Poichè con un computer ed altri marchingegni comunicatori si può connettersi con il mondo, fare affari, vedere altri paesi e panorami naturali, poco per volta l’umano non sentirà più il bisogno di muoversi per socializzare, per lavoro, per diletto e diventerà stanziale.
Soddisfatto del suo piccolo mondo circostante e dei pochi simili che ne faranno parte, non sentirà più il bisogno di incontrare gente lontana e gradatamente creerà la sua tribù stanziale, impigrendosi. Dando soddisfazione a Pascal che, nel suo pensiero 354, sosteneva: tutta l’infelicità del mondo è dovuta al fatto che nessuno vuole stare a casa propria.
Contento del suo piccolo tran tran, alieno da entusisasmi ed allergico a nuove iniziative, si accontenterà di quanto troverà attorno a sè per il suo sostentamento. E lascerà gradatamente invecchiare tutto il grandioso apparto telecomunicatorio che, privo di manutenzioni ed innovazioni, ad un certo punto, cesserà di funzionare. E potrà comunicare ormai solo a voce con quelli attorno.
Farà la stessa fine la tecnologia e tutto l’apparato del progresso con la conseguenza che, poco per volta, l’uomo imparerà a nutrirsi di piante, di radici, e sarà costretto a difendersi quotidianamente dagli animali che, riguadagnato il dominio sugli uomini, si ciberanno anche delle sue carni. Potrà difendersi per qualche tempo con clava e selci appuntite, poi, persa anche la tecnologia di quelle, non gli resterà che rifugiarsi sugli alberi.
E sarà di nuovo scimmia.
Ettore Falconieri
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