Anche il Capo dello Stato,
come tutti gli eletti, può essere criticato.
Il Capo delo Stato, il Presidente del Consiglio ed i Presidenti delle due Camere vanno rispettati per il ruolo che rivestono in nome di tutti i cittadini, anche di coloro che non si sono espressi in favore della loro elezione.
Il rispetto è anche una dimostrazione di stile, oltre che di buona creanza, ed è il modo per riconoscersi nelle istituzioni della Repubblica e di sentirsi parti di esse.
Rispetto che si deve, in particolare, al Presidente della Repubblica che è anche figura rappresentativa di tutto il paese e dei suoi valori.
Purtroppo, la vita politica italiana, sbracata ed invillanita come è, di deontologia comportamentale ne ha più poca. Ed facile portare ad esempio la democrazia statunitense nella quale si discute e ci si confronta con estrema durezza anche con il Presidente, ma ci si alza tutti in piedi quando egli entra in un qualsiasi consesso ed anche politici che lo hanno attaccato duramente poco prima gli si rivolgono con rispetto.
Per non parlare dell’Inghilterra.
Ma il rispetto non esclude la critica ed il disaccodo che sono le fondamenta della democrazia.
E l’attuale Capo dello Stato Italiano di critiche ne merita alcune.
Ormai fa politica, anche commentando decisioni parlamentari o dell’esecutivo, quasi quotidianamente.
Ed anche esprimendo il suo parere su vicende internazionali.
Non è il suo compito. Così facendo non è in linea con quanto stabilisce la Costituzione.
E fa anche politica estera non solo esprimendo le sue opinioni, ma anche recandosi in vari Paesi, con una frequenza inusuale per un Capo di Stato, in visite durante le quali, aspetto cerimoniale a parte, esprime pareri che spettano al Presidente del Consiglio od al Ministro degli Esteri. Visite che, tra l’altro ed è triste dirlo, passano quasi inosservate nel paese che lo ospita.
Quasi quotidianamente, nel corso di questa o quella cerimonia, fa un predicozzo su questo o quel problema, dicendo anche ovvietà.
Il sentenziare ogni cinque minuti toglie prestigio alla carica e peso a quello che dice.
Il Presidente della Repubblica dovrebbe avvalersi dei messaggi alle Camere previsti dalla Costituzione, ma non lo ha mai fatto.
Eppure ne avrebbe di argomenti con i quali sciabolare la politica del paese e comportamenti di parlamentari, una buona metà dei quali sarebbe stata già mandata a casa se valessero l’etica e le regole vigenti in altre democrazie compiute.
Nei fatti, si sta sostituendo o sommando alla politica, mentre dovrebbe solo esortare tutti nei modi previsti dalla Costituzione, con coraggio, determinazione e senza peli sulla lingua, ad essere migliori, a dimostrarsi meno parolai e più concreti, a cambiare registro.
Inoltre, come è successo anche per altri Presidenti molto anziani come lui, si nota una qual smania di presenzialismo che alcuni associano all’età nel senso di un anche non cosciente desiderio di mostrarsi attivo ed in forma.
La sua presenza a certe manifestazioni, specie quelle al di fuori della capitale, non solo pare inutile, ma costa anche al contribuente centinaia di migliaia di Euro tra aerei, elicotteri, automobili, scorte. E costa tanto tempo, tolto al prorio lavoro, di rappresentanti della varie forze in divisa e di notabili locali che non possono non essere invitati o che, se non invitati, si autoinvitano perchè non possono non farsi notare o fotografare attorno al Capo dello Stato.
Neanche attorno al Presidente degli Stati Uniti o della Regina d’Inghilterra si notano gli sciami di umani che nel nostro Paese si fiondano attorno alle personalità.
La durata di sette anni per la carica presidenziale è troppo elevata. Bisognerebbe abbassarla. Ed i parlamentari che eleggono il Capo dello Stato dovrebbero autoimporsi la regola di nominare personalità più giovani.
Quanto precede non esclude massimo rispetto ed anche simpatia per la persona di Giorgio Napolitano.
Ettore Falconieri
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