La realtà è più fantasiosa della finzione
...a proposito del caso
Strauss-Khan
C’era una volta una ragazza che viveva in condizioni al limite della sopravvivenza in un villaggio sperduto di un paese africano, la Guinea. La sua casa era una capanna, la sua numerosa famiglia si cibava del poco che poteva coltivare o cacciare nei dintorni, l’igiene era inesistente. Una vita, la sua, come tante altre non toccate dal progresso e dalla fortuna in un aggregato di tribù che vivevano da sempre secondo usanze secolari non toccate dal progresso ? Così pareva, ma uno stregone le profetizzò un giorno: a tempo debito tu sarai capace di condizionare i vertici di un grande e potente paese. Profezia che rese increduli anche i membri della tribù che pur avevano la più cieca fiducua nel loro sciamano.
Non si sa per quali vicende misteriose, forse perchè così voluto dallo stregone, una sorella della ragazza, di nome Hassanatou, riesce ad emigrare negli Stati Uniti ed avere i relativi permessi di soggiorno, cosa che è quasi incredibile per una donna nativa di un villaggio sperduto nell’Africa. E pensa che anche la sorella, alla quale lo stregone aveva predetto un così importante destino, potrebbe raggiugerla.
E qualche anno dopo, Nafissatou Diallo, così si chiama la sorella, lascia il suo villaggio il cui nome è nientedimeno che Tchiakoulle.
Così, per vie traverse, forse anche mentendo sul suo stato di perseguitata politica, la Diallo arriva a New York e, dopo i tempi previsti dalla legislazione del paese, diventa cittadina americana.
Cittadina americana come tante, che vivono una vita normale di casa e lavoro, che hanno una figlia, che hanno una situazione economica decorosa. Forse, per quanto riguarda la Diallo, con arrotondamenti ottenuti per via di amicizie ed attività non sempre ortodosse.
Ma la donna non può dimenticare la profezia dello stregone, anche perchè, pensa a buona diritto, che se questa si realizzasse ne deriverebbero per lei notorietà e, perchè no, soldi a palate. Ma sa anche, è tutt’altro che stupida, che non sarà con la routine di tutti i giorni quale cameriera in un albergo che la profezia potrà prendere corpo. Bisognerà che si crei l’occasione e che questa occasione andrà colta al volo senza tentennamenti.
Ed ecco che un giorno la cameriera Diallo che all’albergo, indice anche di un qual maligna furbizia, dice di chiamarsi Ophelia come l’eroina Sakespeariana, pur non essendo di servizio all’ultimo piano riservato ai vip, si offre di fare lì il suo turno di lavoro perchè ha saputo esservi ospite un candidato alla presidenza di una grande paese. Che accuserà poi di violenza sessuale facendo naufragare o comunque rendendo più problematiche le ambizioni presidenziali del personaggio.
Nessun novellista, seppur dotato di molta fantasia, avrebbe potuto inventarsi la storia di una ragazza originaria di una tribù africana capace di condizionare i vertici politici di una grande nazione.
Ettore Falconieri
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